Ricoveri, svolta svuota-ospedali, conta solo chi entra per il virus

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I ricoverati positivi al coronavirus ma asintomatici non verranno più conteggiati nel calcolo sull’occupazione dei posti Covid. Dopo alcuni giorni di pressione, le Regioni ottengono un cambiamento chiesto da giorni al ministero della Salute.

Ieri sera le direzioni Prevenzione e Programmazione sanitaria hanno scritto a tutti gli assessorati. I ricoverati vanno comunque “tracciati come casi e comunicati ai sistemi di sorveglianza”. Il positivo asintomatico ricoverato per cause diverse dal Covid “qualora sia assegnato in isolamento al reparto di afferenza della patologia per la quale si rende necessario il ricovero, pur essendo tracciato come “caso”, non sarà conteggiato tra i ricoverati dell’area medica Covid, fermo restando il principio di separazione dei percorsi e sicurezza dei pazienti”. I ricoverati “con” Covid e non “per” Covid sono circa il 30%. Il cambiamento comunicato ieri farà quindi abbassare le percentuali di occupazione dei letti ordinari (oggi al 27,5% con 17.648 ricoverati) allontanando per molte Regioni il rischio di finire in arancione.

Le amministrazioni locali avevano chiesto anche di cambiare la definizione di caso, per non considerare più gli asintomatici. Ieri mattina, gli assessori alla Salute hanno deciso di congelare la lettera nella quale si chiedeva di modificare altre regole (anche l’eliminazione del tampone a fine quarantena dei vaccinati).

Lo strappo delle Regioni: “Via gli asintomatici dal conto dei nuovi casi”

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha comunque ribadito la linea. “L’Ecdc invita a classificare come “caso” solo i positivi con sintomi, questo cambia la storia del Covid — ha detto — La perplessità è che, se ci sono tanti positivi asintomatici, il rischio è che questi infettino, ma a noi sembra che la quota dei sintomatici si stia abbassando molto. Anche perché è probabile che molti sintomatici siano comunque in giro”. Visto che è saltato il tracciamento, non è facile ricostruire quante possono essere al momento le persone positive senza sintomi, soprattutto grazie alla diffusione della vaccinazione. Comunque, alcune Regioni stimano che le persone infette che non hanno problemi (nemmeno mal di gola e doloretti che li rendono “pauci-sintomatici”) siano anche il 60-70% del totale dei positivi. Non è però possibile avere un dato più preciso (uno studio sudafricano stima un 27%), anche se è chiaro che rispetto alle ondate precedenti le cose sono cambiate. Se i sintomatici non venissero più contati, i casi, secondo una stima prudenziale, sarebbero almeno dimezzati: quelli di ieri, anziché 184.615, sarebbero circa 92 mila.

Il ministero della Salute non ha alcuna intenzione di togliere gli asintomatici dal bollettino giornaliero. E ieri è stato chiesto all’Istituto superiore di sanità di pubblicare sul suo sito delle Faq, in cui si spiega perché bisogna continuare a contarli per non perdere il controllo della pandemia e delle varianti. Tanto meno si eliminerà del tutto la comunicazione del numero dei positivi, come ipotizzato da alcuni esperti. E questo anche se oggi il tema, probabilmente, sarà affrontato dal Cts. Il Comitato non ha ricevuto un quesito formale dal governo, c’è solo un invito a discutere di uno dei suoi componenti.

Il pressing degli esperti sul governo: “Basta bollettino quotidiano dei contagi, è ora di cambiare”

Oggi la Cabina di regia stabilirà anche i cambiamenti di colore. Il Piemonte si salva dall’arancione con una manovra dell’ultimo secondo, cioè aumentando di 970 i letti nei reparti ordinari, il che fa abbassare la percentuale dei posti occupati. Il ministero ha accettato la manovra, e comunque dalla prossima settimana partirà il nuovo sistema dei conteggi. In arancione, salvo altre sorprese, andrà la Valle d’Aosta, mentre la Campania passa in giallo. La Puglia è in bilico: ha raggiunto la soglia di sicurezza del 10 per cento di occupazione delle terapie intensive.

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