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Rinviato a giudizio l’assistente del filosofo Vattimo: “Lo ha plagiato”

È stato rinviato a giudizio Simone Caminada, l’assistente tuttofare di Gianni Vattimo, accusato di avergli fatto “Costanti suggestioni e pressioni morali ” per portargli via il patrimonio e farsi nominare erede. Il giudice per l’udienza preliminare Claudio Ferrero ha dunque deciso che gli elementi dell’accusa di circonvenzione di incapace sostenuti in aula dalla pm Giulia Rizzo siano sussistenti. Il processo inizierà il 27 ottobre. Secondo la procura Caminada avrebbe approfittato di una fragilità psichica del celebre filosofo e soprattutto della sua generosità, per privarlo di amici, spillargli soldi e farsi intestare anche polizze assicurative. Una perizia psichiatrica dello psichiatra Franco Freilone indicava infatti Vattimo come circonvenibile.

Vattimo e Caminada 

Il tuttofare brasiliano di 37 anni che dal 2015 aiuta il professore in ogni sua attività ha commentato così la decisione: “ci difenderemo nel processo, verranno a testimoniare gli amici di Vattimo disinteressati al suo patrimonio e spiegheranno come stanno le cose. Nel frattempo passeremo una buona estate”. Fuori dall’aula Caminada mostra il taccuino di Fidel Castro che la procura sostiene sia stato da lui “sottratto a Vattimo” insieme ad altri oggetti di valore. “Si tratta solo di un blocknotes che può avere al massimo un valore affettivo, ci sono appunti presi su elettrodomestici che Fidel Castro aveva provato quel giorno” spiega l’assistente che continua a vivere con il filosofo. “Noi abbiamo sostenuto che non ci fossero elementi a sostegno della tesi di circonvenibilità e avevano chiesto il proscioglimento. Una perizia ci da’ ragione anche in civile” hanno spiegato i difensori Giacomo Gribaudi e Andrea Ferrero Merlino, “il giudice qui ha deciso diversamente, ma questo è solo un passaggio procedurale, ci difenderemo strenuamente al processo”.



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