“Potrei scrivere un libro sui disturbi da dismorfia”. A dirlo è Robbie Williams. Il cantante britannico, complessato da anni per il suo aspetto fisico, ha perso negli ultimi mesi 13 chili ma malgrado l’aria emaciata non è ancora soddisfatto. Williams vuole continuare a dimagrire per avvicinarsi di più a quella che, secondo lui, sarebbe la sua immagine ideale.
La pop star sarebbe pronta a ricorrere anche alla chirurgia estetica: “Tutti la vedono come qualcosa di negativo e gridano: “Oh mio Dio, non farlo”. Ma nessuno la nota quando è riuscita perché non si vede”, ha raccontato in un’intervista apparsa su The Sun ipotizzando di farsi ritoccare le occhiaie perché i suoi “occhi infossati” non gli sono mai piaciuti.
L’ex frontman dei Take That combatte contro la dismorfia fin dall’adolescenza, un disturbo che non ha mai nascosto e di cui soffrono circa 2 miliardi di persone nel mondo, soprattutto adolescenti e donne.
A luglio, su Instagram, il cantante aveva rivelato: “Sull’immagine che ho del mio corpo e del disprezzo che provo per me stesso potrei scrivere un libro. E’ puro odio per se stessi. La bruttezza di sentirsi brutti”. Per poi aggiungere: “Sono dismorfico. Forse potete capire cosa vede la mia mente. O forse no. Ad ogni modo, è un fottuto disastro”.
Mai soddisfatto di come si vede allo specchio, l’artista ha confessato sul suo profilo che nonostante la perdita di peso, sente ancora una voce dentro di sé che lo giudica: “In questo momento sono magro… ma dentro di me penso così: ‘Sei dannatamente fantastico Rob, sei riuscito a diventare magro, ma ora sei vecchio, congratulazioni, ben fatto’. La lotta è reale, la tristezza scioccante. Ci convivo da tutta la vita. E non diminuirà: che cosa è cambiato in noi, che rende l’accettazione di sé e l’amor proprio così difficili da sembrare impossibili? Non sto cercando complimenti. Condivido per una sorta di liberazione, immagino. E se qualcun altro si riconosce nelle parole che ho scritto forse aiuterà entrambi”.
Williams soffre di depressione e di ansia da quando aveva 16 anni, nella sua vita di alti e bassi, successi e abissi si è drogato, è stato anche alcolizzato cosa che ha contribuito al suo aumento di peso. Per un periodo ha sofferto anche di ludopatia ed è stato sexual addict ma ha sempre cercato di disintossicarsi.
Sempre al Sun ha raccontato di avere una natura che porta alle dipendenze e un malessere che qualche volta l’ha portato a sfiorare la morte: “Sono incline a sabotare tutto” ha detto paragonando la propria esistenza alle montagne russe, mentre in Bodies ha cantato come insegue da sempre la perfezione.Robbie Williams, un esempio
Il caso di Robbie Williams
“Robbie Williams ha un disturbo bipolare caratterizzato da fasi euforiche e depressive”, spiega Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Socetà Psicoanalitica Italiana. “Quando in passato è andato fuori controllo ha subito più volte dei ricoveri ma nel suo caso, il dismorfismo corporeo, è stato uno dei primi segnali delle patologie che l’hanno afflitto in età adulta. Maturando e curandosi ha raggiunto un certo equilibrio. La sua testimonianza è utile, parlando della sua sofferenza è diventato una sorta di attivista che può sensibilizzare su questa patologia ancora poco conosciuta che dovrebbe essere spiegata anche nelle scuole”.
Cos’è il dismorfismo corporeo
“Un suo sinonimo è dismorfobia”, afferma la dottoressa che è anche membro dell’International Psychoanalytical Association, “si tratta di una preoccupazione eccessiva, continua e incessante che può diventare ossessione su uno o più difetti fisici inesistenti che vede solo il paziente. Questo determina un forte disagio psicologico. Quando la forma corporea diventa fobia non si riesce più a vivere, lavorare, studiare. Diventa l’attività prevalente del pensiero”.
I numeri di un fenomeno in aumento
Gli ultimi dati dicono che di questa patologia nevrotica soffre il 2,5 per cento degli adolescenti mentre tende a ridursi in età adulta assestandosi all’1,7 per cento. “Si cura”, continua l’esperta, “solo se interferisce con la vita della persona, quando causa sofferenza, ritiro sociale, e spinge a reitare gli interventi di chirurgia estetica”.
Secondo uno studio realizzato dal Sime, Società Italiana di Medicina Estetica, fino al 15 per cento dei pazienti che eseguono trattamenti dermatologici, cosmetici e di medicina e chirurgia estetica soffre di questo disturbo avendo una “percezione distorta del proprio “io corporeo” che li porta ad enfatizzare piccole imperfezioni del proprio corpo o ad individuarne altre del tutto inesistenti”. “Se questi pazienti, che magari si sono già sottoposti più volte a interventi plastici non sono assecondati dal medico che sconsiglia di intervenire nuovamente o di rivolgersi a un terapista tendono a rivolgersi a un altro specialista”, prosegue Lucattini.
Le cause
L’utilizzo frequente dei social media, la DAD durante il Covid e la partecipazione a riunioni on-line ha portato ad una continua esposizione della propria immagine sullo schermo, determinando un aumento dell’attenzione selettiva ai dettagli e alle imperfezioni ritenute “intollerabili”. Ma possono influire anche i genitori: “Ci sono madri che hanno un disturbo dismorfico non diagnosticato o di cui non sono coscienti che proiettano sui figli criticandoli perché troppo grassi, troppo alti o troppo bassi, con il naso o il seno prominente”, continua la psichiatra.
Le fissazioni degli adolescenti
“Un’altra fissazione comune riguarda i piedi”, dice la psichiatra, “molti adolescenti non indossano i sandali perché ritengono di avere i piedi brutti per cui possono arrivare a fare il bagno in mare persino con gli anfibi, ci sono stati persino dei casi di annegamento per questa ragione. Chi soffre di questo disturbo ama mettere in mostra aspetti di sé che ritiene vincenti. Magari va in spiaggia con le scarpe chiuse ma con il costume brasiliano che lascia scoperto il sedere o si fotografa per i social di schiena o nascondendo con la mano quella parte che non apprezza”. Generalizzando, naso e piedi sono una rappresentazione di aree sessuali sia negli uomini che nelle donne, per cui sono facilmente oggetto di proiezioni.
Cosa fare
“Quando qualcosa del proprio corpo non piace chiediamoci sempre che cosa c’è di noi stessi a non piacere, spesso le due cose corrispondono. Alcuni disturbi transitori possono dipendere anche dalle critiche insistenti dei compagni che si focalizzano sul naso, il seno o i capelli ma bisogna imparare a difendersi e a non accettare mai passivamente le prese in giro confrontandosi con i genitori. Bisogna anche diffidare dai modelli irraggiungibili che propongono media e social.
Molte attrici, cantanti e influencer postano immagini patinate e ritoccate che falsificano la realtà. Ben vengano invece i post di celebrities che si mostrano al naturale senza filtri. Infine – conclude la dottoressa – i genitori devono valorizzare i propri figli, spesso sono troppo critici, non lo fanno con cattiveria ma non pensano quanto possono influire sul loro benessere. E’ poi sconsigliabile ricorrere ad interventi di chirurgia estetica quando si è nella fase dell’adolescenza clinica che sussiste fino a 22 anni per le ragazze e a 24 tra i ragazzi. Sarebbe bene posticipare il più possibile, per essere davvero maturi.
Se i disturbi sono persistenti e interferiscono con l’andamento scolastico o lavorativo e nella vita di tutti i giorni rendendo infelici sarebbe bene consultare uno psicoanalista o uno psicoterapeuta anche solo per un colloquio
Go to Source