Roccella, dai Radicali al Family Day storia della ministra anti-diritti civili

Pubblicità
Pubblicità

ROMA – Ci sono un nome e un volto legati indelebilmente alla biografia di Eugenia Roccella, neo ministra di Famiglia, Natalità e Pari opportunità, figura di spicco del mondo prolife e teocon, nemica dichiarata di biotestamento, unioni civili, delle sentenze che abbatterono la legge 40, dalla fecondazione eterologa alla diagnosi preimpianto, della pillola abortiva Ru486, delle famiglie arcobaleno, dei diritti Lgbtq+, del reato di omofobia, del divorzio breve, del suicidio assistito e dell’eutanasia. Insomma di tutti i diritti civili, alcuni dei quali leggi dello Stato, che hanno caratterizzato la nostra storia negli ultimi trent’anni.

Sguardi e sopraccigli, quei rancori di famiglia alle spalle della leader

La battaglia contro Beppino Englaro

Il nome di Eugenia Roccella, classe 1953, figlia di uno dei fondatori del Partito Radicale, Franco Roccella, femminista negli anni Settanta, resterà legato per sempre alla feroce battaglia che da sottosegretaria al Welfare, nel quarto governo Berlusconi, portò avanti contro Beppino Englaro, il papà di Eluana, che chiedeva di far morire legalmente sua figlia in stato vegetativo da 17 anni. Era il 2009, il Pdl, partito delle libertà, e le destre provarono a far approvare in extremis un decreto “Salva Eluana” che il presidente della Repubblica di allora, Giorgio Napolitano, rifiutò di firmare, per impedire che fosse applicata la sentenza della Cassazione secondo la quale era legittimo che a Eluana fossero interrotte idratazione e alimentazione. Eluana invece fu sedata e morì, dal suo calvario è nata, nel 2017, una delle leggi più avanzate della storia recente, ossia la legge sul fine vita.

Giorgia Meloni, la prima premier: una donna sola al comando

Il femminismo resta un ricordo

Cresciuta nella cultura radicale, a 18 anni Roccella entra in Mld, il Movimento di liberazione della donna, si schiera per l’interruzione volontaria di gravidanza, scrive, nel 1975 il pamphlet “Aborto facciamolo noi”, prefazione di Adele Faccio. L’attivismo libertario resta però un ricordo perché negli anni Ottanta Eugenia volta le spalle a quella esperienza, si allontana dalle battaglie del movimento di Pannella, la cui ideologia, afferma “porta alla distruzione dell’individuo”. Si allontana dalla politica attiva, si dedica alla famiglia (ma non si sposa), ai due figli, arrivando a una riflessione che, pur partendo dal femminismo, rimette la maternità al centro dell’identità femminile, rinnega il diritto delle donne a poter scegliere l’aborto che definisce “il lato oscuro della maternità”, approfondisce gli studi di bioetica. Insieme a Massimo Gandolfini, Roccella è portavoce del Family Day del 2007 contro i “Dico”, un primo abbozzo di legge sulle unioni civili. È nel 2008, quarto governo Berlusconi, che Roccella torna in Parlamento, sottosegretaria al Welfare e poi alla Sanità. Resta in Parlamento fino al 2015, passando dall’Ncd di Alfano alla sigla “Identità e Azione” di Gaetano Quagliariello. Esponente oggi dell’ala cattolica integralista dei pro-life, Roccella ha definito “eugenetica” la diagnosi preimpianto sull’embrione, si è schierata contro il Ddl Zan, definendolo un pericolo per la nostra democrazia. Ecco la visione di Roccella su unioni gay e divorzio breve: “Non si può pensare di sostenere le unioni civili, una genitorialità fai da te via utero in affitto, il diritto a morire, il divorzio breve stile Las Vegas e tutto quello che di fatto è avverso alla cultura della vita e della famiglia”. 

Eugenia Roccella ministro, la rivolta di sinistra e movimenti: “Questa scelta ci riporta indietro”

I bambini saranno tutti uguali con i sovranisti?

Cosa farà dunque Eugenia Roccella per Famiglia, Pari opportunità e Natalità? Esiste una strategia teocon contro le culle vuote, che non sia quella di rilanciare i metodi naturali di contraccezione o pagare le donne per non abortire? Quali saranno i sostegni di welfare che in un Paese assediato dalla povertà faranno tornare ai giovani la voglia di avere bambini? Ma soprattutto: il governo degli “italiani al primo posto”, di Dio e della Patria, secondo il quale l’unica famiglia è quella formata da madre e padre, garantirà anche alle altre famiglie, monogenitoriali, omogenitoriali, immigrate, magari non cattoliche e bianche, gli stessi diritti? Per concludere: i bambini saranno tutti uguali con il governo sovranista? Speriamo di sì. 

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *