Lo ritroviamo ad Aosta, col suo loden, la cagnolina Lupa al seguito, il fumo che invade la stanza e la sua malinconia: Marco Giallini torna in tv nei panni del vicequestore romano trasferito per punizione, che è quasi il suo alter ego. Rocco Schiavone 5 di Simone Spada andrà in onda su Rai 2 dal 5 aprile, con quattro nuovi episodi tratti dai romanzi e racconti di Antonio Manzini (editi da Sellerio). Prodotta da Cross Productions, Rai Fiction e da Beta Film Gmbh, Rocco Schiavone 5 è tratta dal libro Vecchie conoscenze e dai racconti Confini e …e palla al centro.
Nei nuovi episodi, Schiavone continua a dialogare con il fantasma della moglie Marina (ora interpretata da Miriam Dalmazio), c’è un senso di nostalgia ma nel primo episodio la commedia è noir. Un cadavere viene trovato al confine con la Francia; i francesi lo spostano in Italia, per non avere problemi; Rocco e i suoi uomini lo rispostano dall’altra parte. “Si ironizza sui rapporti Italia-Francia” osserva Giallini: “Manzini l’ha scritta prima dei recenti fatti di politica, ma è sempre stato così. Abbiamo girato sul Monte Bianco, in condizioni pazzesche”. Nel cast, tra gli altri, ritroviamo Ernesto D’Argenio, Christian Ginepro, Masdsimo Reale, Lorenza Indovina, Valeria Solarino, Mirko Frezza, Lorenza Indovina, Massimo Olcese, Gino Nardella.
L’indagine è complicata, Schiavone collabora con un’ispettrice (Diane Fleri) che è un po’ la sua versione al femminile, una donna determinata e schietta. Ma il vicequestore deve anche allenare i suoi uomini in vista della partita di calcio contro i magistrati, esilarante.
“Sono motivatore, capitano e calciatore. Giravamo a 20 gradi sotto zero, dico solo questo. Gli scarpini: uno era numero 38, l’altro 39, io porto il 44. C’era il capoelettricista che mi sfotteva… Di me in Schiavone c’è molto caratterialmente, professionalmente poco. Il segreto di questa serie? È scritta, interpretata e diretta bene” spiega l’attore “Gli attacchi? Ma che devo dire, è pure giusto così, la destra attacca. Che messaggio diamo? Ma che messaggio volemo da’? Se accendo la televisione di messaggi ce ne sono svariatelli, nelle serie Netflix o da altre parti, le canne se le fanno nelle culle. Le serie americane che non è che siano migliori, Schiavone ha una caratteristica tranquilla di un personaggio della letteratura italiana. A Lando Buzzanca non fecero dire più ‘mannaggia’ in una sigla”.
Scritta da Manzini con Maurizio Careddu, la serie punta tutto su un personaggio imperfetto, che Giallini interpreta alla perfezione: “Rocco rappresenta un personaggio imperfetto” dice Spada. “Voglio continuare a essere legato a questo personaggio, la sua forza e la sua empatia nascono dall’essere diverso, imperfetto, e molto, molto umano”.
Giallini, che compirà 60 anni il 4 aprile, non ama fare bilanci. Schiavone ha una sua personale classifica di rotture di cog****i. “Le mie rotture? Gli str***i, quelli che capiscono poco, che ti guardano ma non ti vedono”. Quando migliora un attore? “Mai: non è che sia più bravo, ma sta più o meno attento. Io sono sempre stato attento, mi piace osservare come lavorano gli altri”.
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