È il quartetto a cui guarda con ammirazione e rispetto il mondo no vax più tendente a ‘sinistra’: Ugo Mattei, Massimo Cacciari, Carlo Freccero, Giorgio Agamben. Il prossimo 8 dicembre si troveranno insieme per l’evento social ‘Commissione. Dubbio e precauzione’ e fin qui molto probabilmente non si dirà nulla di nuovo rispetto a quanto letto e sentito rispetto alle critiche sulla gestione (e spesso della natura stessa) della pandemia.
Il problema è il nome dell’associazione che organizza la diretta Facebook: ‘Generazioni future Rodotà’. Tirando quindi per la giacca lo stimato giurista e intellettuale Stefano Rodotà, scomparso quattro anni fa, impegnato per molto tempo nella battaglia per i beni comuni. Questo indiretto arruolamento postumo in vicende che poco hanno a che vedere con la sua storia non è piaciuto alla figlia, la giornalista Maria Laura Rodotà: “Mio padre era un meridionale illuminista, si sarebbe stravaccinato, ascoltava cortesemente i pirla ma non li amava”, ha scritto lei in un tweet. Riprendendo lo scrittore Christian Raimo che, nel segnalare il fatto, parlava di “vigliaccata”.
I No Green Pass si riuniscono: si lavora a un movimento politico. In sala da Cacciari a Freccero a Puzzer
L’associazione Generazioni future, si legge nel loro sito, “è la Società Cooperativa di mutuo soccorso intergenerazionale ad azionariato diffuso ‘Stefano Rodotà’ nata per promuovere la difesa e la valorizzazione dei beni comuni”. Il presidente del cda è proprio Mattei, che è stato anche candidato sindaco indipendente a Torino lo scorso ottobre (2,3 per cento) e che in questi ultimi mesi è tra le figure più in vista del movimento contrario al Green pass. A Repubblica Maria Laura Rodotà ricorda che “mio padre con Ugo Mattei si è occupato dì beni comuni. Beni comuni, non complottismo vaccinale. Sarebbe corretto se Mattei e altri smettessero di usare il suo nome”.
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