“La responsabilità di questa pesante sconfitta è tutta mia”. José Mourinho non si nasconde dopo la clamorosa debacle della Roma a Bodo. “Sono io ad aver deciso di giocare con questa squadra. L’ho fatto con la doppia intenzione di dare opportunità a gente che lavora tanto ma gioca poco e per dare opportunità di riposare a chi gioca sempre. In un campo artificiale con questo clima ho deciso di far riposare tanti. Abbiamo perso contro una squadra che ha più qualità degli uomini con cui ho iniziato la partita. Se potessi giocare sempre con gli stessi lo farei, ma penso che sia rischioso perché abbiamo una differenza significativa di qualità tra un gruppo di giocatori e un altro. È un rischio grande e in una fase a girone con 6 partite ho deciso di fare questi cambi. Sapevo dei limiti di qualche giocatore ma ovviamente mi aspettavo una risposta migliore. Ma la decisione è mia, quindi la responsabilità è mia”.
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“C’è stato un crollo emotivo dopo il 3-1”
La Roma ha avuto un crollo inatteso dopo aver subito il 3-1: “Da quel momento in poi ci siamo persi dal punto di vista emotivo”, spiega Mourinho. “Da quel momento è successo il dramma, appena prendevano palla segnavano. Solbakken sembrava corresse in Motogp e i nostri in bicicletta. La prossima partita a Roma, però, lo aspettano Mancini e Viña…”.
“Chiedo scusa ai tifosi che sono venuti fin qui”
Il tecnico giallorosso si scusa con i 400 tifosi saliti fino a Bodo che a fine partita hanno contestato i giocatori: “Siamo stati con loro prima della partita e li abbiamo ringraziati per l’appoggio. Che altro possiamo dire per aiutarli? Penso che non ci sono parole. Difficile dire qualcosa che possa essere d’aiuto, posso solo ribadire che la responsabilità di questa sconfitta è mia. Avrei dovuto giocare con i giocatori che giocano sempre e portarli al limite della stanchezza, ma così rischi una serie di infortuni. Quando 4-5 settimane fa dicevo che bisognava andare in Vaticano a pregare per non avere infortuni i giocatori sapevo quello che dicevo…”
“Abbiamo limiti ma siamo una famiglia forte e unita”
Mourinho non nasconde di temere contraccolpi in vista della delicata gara con il Napoli di domenica in campionato. “Non c’è dubbio che una sconfitta così pesante lascia sempre una ferita. Sono stato onesto con i giocatori, non posso essere onesto con voi, ma nell’intimità della famiglia sì. E’ una famiglia forte dal punto di vista dell’amicizia e dell’empatia. Ma so che abbiamo limiti, una cosa sono una squadra di 12-13 giocatori, un’altra sono gli altri. Adesso una cosa positiva è che nessuno mi chiederà perché giocano sempre gli stessi….”
“I Friedkin sanno cosa penso, non è il 6-1 che mi fa dire cose diverse”
Contro il Napoli la Roma ora è chiamata a una reazione d’orgoglio: “La nostra squadra principale sta giocando bene, non meritava più punti di quelli che abbiamo in campionato ma sempre giocando bene e con grande mentalità. Domenica andremo con questa mentalità, ovviamente con un peso sulle spalle con una sconfitta che definirei anche storica. Io non ho mai subito 6 gol ma il problema non è quello che sento io, ma per i ragazzi. Cosa dirò ai Friedkin? Una cosa che ho detto già in privato e anche prima del 6-1. Non è il 6-1 che mi fa dire qualcosa internamente di diverso. Cercherò di fare tutto il possibile affinché le cose dette tra noi non vengano fuori”.
Tiago Pinto: “Con Mourinho c’è unità d’intenti”
Prima della partita è tornato a parlare il gm Tiago Pinto che ha tenuto a sottolineare che con Mourinho non ci sono divergenze di vedute circa la rosa: “E’ dal 1° settembre che la stampa cerca di mettere contro me e Mourinho ma l’allenatore ha spiegato tante volte che quando parliamo di questa profondità della rosa parliamo di un progetto diverso. Abbiamo tanti giovani che vogliamo far crescere. Lo abbiamo detto dal primo giorno. Nella conferenza stampa di presentazione, abbiamo parlato della parola tempo. Siamo tutti allineati, non ci sono discussioni. Se facciamo paragoni con altre squadre, come Juventus e Inter, abbiamo un progetto diverso ma questo non significa che non abbiamo convergenza di idee. Siamo uniti e allineati e, come ha detto Mourinho in conferenza, siamo una famiglia. Se facciamo un paragone con altre squadre, è chiaro che la squadra è diversa”.
“Serve un progetto comune per inserire i Primavera nelle prime squadre”
Un progetto che punta sui giovani. E per Pinto c’è bisogno che tutti contribuiscano a diminuire il gap tra le formazioni Primavera e le prime squadre: “Qui in Italia ci sono giovani forti, ma dobbiamo creare condizioni giuste per farli arrivare in Serie A. È molto difficile il salto dalla Primavera alla A. Dobbiamo scommettere di più sui giovani, il talento c’è è questo fa parte del progetto della Roma, ma ci deve essere un progetto nazionale. Penso magari a modificare i regolamenti, a studiare qualcosa per consentire ai ragazzi di giocare con i più grandi”.
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