Roma, scudetto 2001: il racconto di Vincent Candela 20 anni dopo. Il podcast di Repubblica

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Vincent Candela oggi ha un ristorante, lavora con Francesco Totti nell’agenzia di scouting di giovani talenti e anche se non tocca più un pallone da calcio, parla della Roma in prima persona plurale “non abbiamo giocato bene, abbiamo vinto, Mourinho ci darà entusiasmo”. Perché il 17 giugno del 2001 il miglior terzino sinistro (antenato dell’esterno basso) del campionato diventa “uno di noi”: “Quando vinci a Roma sei un generale e ti leghi per sempre”, racconta Candela ripensando 20 anni dopo allo scudetto vinto battendo 3-1 il Parma: “Solo quel giorno abbiamo capito davvero che saremmo diventati Campioni d’Italia. Un titolo conquistato da un gruppo di veri uomini dove ognuno metteva qualcosa di importante. Se la consapevolezza di essere forti l’abbiamo avuta con l’arrivo di Batistuta, la certezza l’abbiamo avuta in campo solo alla fine”.

Nel nostro podcast, Candela ricorda come è iniziata quella cavalcata verso il terzo scudetto e racconta  – insieme al tecnico Fabio Capello, a Marco Delvecchio  – chi e cosa sono stati importanti in quel viaggio.

Un viaggio finito con l’invasione di campo dei tifosi: “Ho tremato – ricorda il tecnico Fabio Capello – se un tifoso avesse litigato con un giocatore del Parma o avesse rotto la porta avremmo perso la partita a tavolino. Una follia, è il momento che mi resta di quella stagione. Ho davvero temuto il peggio”. E peggio non poteva iniziare la stagione: eliminazione dalla coppa Italia con l’Atalanta e violenta contestazione dei tifosi con manate alla macchina di Cafu, un colpo a Zebina: “Ci siamo ricompattati subito. Abbiamo parlato, parlato, parlato. Capello ci faceva parlare sempre dopo le partite. Eravamo davvero uniti. Anche per merito mio”. Qual è il merito di Candela? “Facevo da collante tra giovani e vecchi, tra chi parlava poco, e chi troppo. Portavo in moto tutto il gruppo, andavamo al mare con le Harley. Veniva sempre anche Nakata. Amava stare in gruppo, ma si doveva portare dietro il traduttore”.

Nakata che ha segnato uno dei due gol più importanti di quella stagione, a Torino: la rete che ha dato il via alla rimonta sulla Juventus dal 2-0 al 2-2 e che ha permesso alla Roma di non farsi scavalcare e di arrivare al 17 giugno 2001 a giocarsi il titolo contro la squadra di Renzo Ulivieri: “Solo gli ex laziali sono entrati in campo con un pizzico di aggressività – svela il tecnico toscano – gli altri erano contagiati dal clima di festa. Una grande festa perché quello è stato uno scudetto di popolo”. Non storia, preistoria. Sono passati due decenni, Candela si lamenta “non abbiamo ancora vinto di nuovo”. Noi. Prima persona plurale. L’amore forse non è eterno, sicuramente dura più di 20 anni. 

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