Ronciglione vince il ‘Borgo dei borghi’ 2023: dopo Sanremo è l’anno magico del paese di Marco Mengoni

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È Ronciglione, nel Viterbese, 8 mila abitanti, ad aggiudicarsi il titolo del ‘Borgo dei borghi 2023, il paese dove è nato Marco Mengoni, trionfatore all’ultimo Festival di Sanremo, ha avuto la meglio tra i venti borghi in gara quest’anno. Al secondo posto Sant’Antioco (Sud Sardegna), seguito da Salemi (Trapani), Castro (Lecce) e Campo Ligure (Genova).

La vittoria annunciata nel programma televiso di Rai 3 condotto da Camila Raznovich scelto dalla giuria di esperti 2023 era composta da: Rosanna Marziale, chef stellata e divulgatrice enogastronomica in tv e sul web; Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico e Jacopo Veneziani, storico dell’arte specializzato alla Sorbona di Parigi.

“Un’emozione grandissima – scrive su Facebook il sindaco del borgo vincitore, Mario Mengoni – e un altro importante riconoscimento che si aggiunge a quello dei Borghi più belli d’Italia e alla risonanza mediatica e turistica di cui ha goduto la nostra città negli ultimi mesi”.

Situata sulle alture meridionali dei Monti Cimini, la parte medioevale di Ronciglione sorge su un ciglione tufaceo, alla confluenza di due corsi d’acqua, il Rio Vicano, emissario del Lago di Vico, e il Fosso Chianello che, dopo le colmate farnesiane del XVI secolo, ora scorre sotterraneo.

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Il documento più antico nel quale si trova citato il nome di Ronciglione, risale al 1103. Cipriano Manente, storico orvietano del XVI secolo, pone come data approssimativa di fondazione (nel caso, si tratterebbe di rifondazione sopra le antiche rovine) l’anno 1045 per intervento dei prefetti di Vico che dominarono la ‘Valle Tiberina… et il Lago di Vico’.

Nel 1526 Ronciglione venne in possesso dei Farnese e sotto la loro avveduta signoria visse il periodo di maggior sviluppo e splendore (1526-1649). Era una contea sotto le dipendenze del ducato di Castro.

Nel periodo precedente ai decreti di espulsione della fine del XVI secolo, Ronciglione fu sede di una piccola comunità ebraica, attestata nel vecchio borgo dall’indicazione toponomastica vicolo del ghetto.

Nel 1728 papa Benedetto XIII eresse Ronciglione Città. Il secolo XVIII si chiuse drammaticamente con i moti antifrancesi, durante la prima Repubblica romana del 1798-1799. L’incendio, appiccato dalle truppe francesi del Generale Valterre, divampò dal 28 al 30 luglio 1799 e distrusse 174 edifici e tutto l’Archivio Storico.

Lo stemma e il gonfalone sono stati riconosciuti con decreto del capo del governo del 6 novembre 1937. Lo stemma rappresenta due leoni d’oro affrontati che reggono un roncio, o roncola, d’argento. Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Il centro storico di Ronciglione ha mantenuto quasi inalterato il suo aspetto originario medievale, con abitazioni e monumenti costruiti con i tipici mattoni di tufo. Quasi al centro del borgo si trova il Duomo, edificato nel 1671 in onore di San Pietro e Santa Caterina, che custodisce numerose opere d’arte tra le quali spiccano l’altare sinistro, realizzato con marmi policromi e un trittico quattrocentesco di Gabriele di Francesco che raffigura il San Salvatore benedicente, posto sull’altare destro.

Un po’ più defilata è la chiesa di Santa Maria della Provvidenza, che risale all’XI secolo e solo nel 1742 prese l’attuale nome (in precedenza si chiamava Sant’Andrea). Una scelte legata al ritrovamento di un’immagine di una Madonna con Bambino, in seguito a dei lavori di restauro.

Da vedere anche la Chiesa gotica di Sant’Andrea edificata nel XII secolo, di cui restano solo alcune parti tra cui frammenti di colonne e capitelli marmorei, la struttura esterna e il campanile realizzato nel 1436.

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