Rovigo, focolaio in ospedale. Contagiati 22 pazienti e quattro operatori sanitari che avevano rifiutato il vaccino

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ROVIGO. Ventidue pazienti positivi nel reparto di geriatria dell’ospedale di Rovigo, a cui si aggiungono anche quattro operatori (due infermieri e due operatori sociosanitari) che avevano rifiutato il vaccino al Covid-19. E’ il focolaio che turba un Veneto con la curva dei contagi in progressiva e rassicurante discesa: una catena di infezioni che preoccupa però proprio per la possibile genesi, cioè la presenza di un fronte no-vax all’interno dell’ospedale. Con i parenti dei pazienti positivi che si chiedono come sia possibile che in un reparto del genere, dove si trovano persone fragili anche per via dell’età,  possano essere presenti infermieri che rifiutano il vaccino.

Il direttore dell’Usl di Rovigo Antonio Compostella sta studiando il modo per prendere provvedimenti: “Ribadendo che non vi è alcuna intenzione di attribuire l’origine del contagio agli operatori per questo episodio, ritengo però che se si fossero vaccinati avrebbero potuto evitare il contagio per sé stessi e avrebbero, inoltre, potuto contribuire al contenimento della diffusione all’interno del reparto. Stiamo valutando le eventuali azioni da intraprendere in base alla giurisprudenza vigente”.

L’allarme in reparto si è diffuso qualche giorno fa, grazie al normale monitoraggio. Dopo i primi positivi l’Usl di Rovigo ha quindi avviato un ciclo di tamponi per definire il perimetro del focolaio, scoprendo che oltre agli ospiti erano infetti anche un infermiere e un operatore socio sanitario, entrambi no-vax. Da due ora sono diventati quattro, tutti “renitenti” alla vaccinazione. “Dopo l’ultimo screening i pazienti risultati positivi sono 22, tutti  trasferiti in area medica Covid nella struttura di Trecenta o a Malattie Infettive a Rovigo. Al momento sono tutti asintomatici” spiega Compostella. “Positivi anche altri due operatori che avevano rifiutato il vaccino: in totale sono quindi quattro”.

Anche se non è chiaro se la positività degli infermieri no-vax sia una causa o una conseguenza, comunque l’Usl di Rovigo ha dato mandato ai suoi legali di valutare la situazione per intraprendere eventuali azioni nei loro confronti. Il direttore ribadisce un concetto: “Questo episodio conferma l’importanza della vaccinazione per gli operatori sanitari, al fine di contribuire a preservare i pazienti e gli ospiti delle case di riposo. Il dirigente della Geriatria aveva sensibilizzato i suoi operatori sulla sicurezza del vaccino e sulla responsabilità della scelta ma, purtroppo, non è bastato a fargli cambiare idea”.

Sul caso è intervenuto via Twitter anche il virologo Roberto Burioni: “Non va bene. Spero che una priorità per il nuovo governo sia mettere fine a questa inaccettabile vergogna dei sanitari che rifiutano il vaccino mettendo a rischio i loro pazienti”.

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