Ancora un rinvio al prossimo 13 maggio dell’udienza della tranche del processo Ruby ter a Siena, nel quale sono imputati Silvio Berlusconi e il pianista delle feste di Arcore Danilo Mariani , ambedue per corruzione in atti giudiziari (Mariani anche falsa testimonianza). E’ la settima volta che il collegio presieduto da Ottavio Mosti decide di aggiornare l’udienza.
Gli avvocati dell’ex presidente del consiglio hanno presentato richiesta di legittimo impedimento per il loro assistito, attualmente ricoverato al San Raffaele di Milano presentando questa volta tre pareri di medici legali, il professor Fineschi dell’università di Roma, il professor Di Paolo dell’università di Pisa e il professor Morelli dell’università di Firenze e una documentazione da cui risulta che Berlusconi è ancora ricoverato. Nei documenti che il suo legale Federico Cecconi ha presentato si fa presente come siano necessari “dai due ai tre mesi come assolutamente necessari ai fini della convalescenza”.
Da parte del Pm Valentina Magnini c’è stata ancora la richiesta di accertamenti medici. “Queste perizie – ha sottolineato – collocano la condizione di Berlusconi in una zona grigia tra impedimento o patologia cronica. Incapacità o impossibilità di partecipare al processo?”.
Il presidente del tribunale Ottavio Mosti ha spiegato che i rinvii brevi erano decisi in attesa delle dimissioni ospedaliere, procedendo successivamente a eventuali perizie sui tempi di recupero del leader di Forza Italia. “Il 13 maggio – ha detto l’avvocato Cecconi ai giornalisti- ci sarà certamente un’attività di aggiornamento della trattazione medica. Alla luce di quella documentazione il tribunale dovrà prendere ulteriori determinazioni. Allo stato è difficile immaginare che la certificazione medica che produrremo possa repentinamente testimoniare di una modifica migliorativa rispetto al quadro rappresentato in modo autorevole dai medici legali”.
Sulle condizioni attuali di Berlusconi Cecconi, non ha risposto alle domande dei giornalisti. “Non abbiamo piacere – ha precisato- di dilungarci per evidenti ragioni che rientrano nella riservatezza massima del nostro assistito. Non chiedeteci di più di quanto in realtà vi stiamo dicendo e che abbiamo rappresentato esaustivamente in tribunale”.
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