Rugby, l’Italia contiene gli All Blacks: mezz’ora da sogno, poi azzurri sconfitti 47-9

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ROMA – “Voglio che gli azzurri guardino negli occhi gli All Blacks, al termine della partita: se ci leggeranno il rispetto, vuol dire che si saranno guadagnati questa occasione”: questo aveva chiesto Marzio Innocenti, presidente Fir, ai suoi ragazzi. Alla fine di un sorprendente, empatico incontro – in un Olimpico comunque affollato, nonostante le previsioni – negli occhi dei neozelandesi c’era rispetto. Eccome. Per qualche minuto c’è stato anche smarrimento, forse timore. Fisicamente, tecnicamente, soprattutto dal punto di vista mentale: l’Italia ha retto a lungo il confronto con gli impossibili neozelandesi, formazione giovane e rimaneggiata quanto la nostra: Nel finale il punteggio s’è sfilacciato fino ad un 9-47 troppo severo. Ma chi pronosticava un disastro con (almeno) 70 punti di scarto deve ricredersi: applaudire Lamaro e i suoi compagni. Questa squadra ha davvero intrapreso un nuovo cammino e merita di giocare con i migliori. Che orgoglio. Lo ha confessato anche il capitano dei Tutti Neri, Sam Cane: “L’Italia ha giocato con incredibile passione, ci ha messo sotto pressione obbligandoci a troppi errori”. E Lamaro: “La voglia di giocare c’è stata, siamo molto uniti e forse abbiamo anche superato i nostri limiti: sono fiero del lavoro fatto dai ragazzi, dobbiamo continuare così: e migliorare un giorno dopo l’altro”.

Sam Cane: “Che passione, questi italiani”

Un primo tempo coraggioso e ispirato ha fatto saltare i meccanismi perfetti dei neozelandesi. La difesa anticipata e rovesciata – che il ct Crowley è riuscito ad apparecchiare solo in un paio di settimane di raduno – ha pagato eccome. Guidati dal giovane neo-capitano Lamaro, solidissimi in prima linea – Fischetti, Lucchesi e Riccioni: 22 di età media -, ben gestiti da Varney, gli azzurri hanno retto il confronto: Garbisi non ha sfigurato nel confronto all’apertura col funambolico Mo’unga. Purtroppo, con quei mostri dei campioni del mondo basta che la concentrazione cali di un millimetro perché ti puniscano: è successo 3 volte nei 10 minuti finali. Nella ripresa la difesa ha retto per altri 20 minuti (in una frazione immaginaria di 50′, il punteggio sarebbe addirittura di 3 a 0 per noi), poi la fatica ha avuto la meglio: in tutto sono 7 mete a 0 per gli ospiti, peccato. E la rimessa laterale va migliorata. Ma il pubblico è tornato ad applaudire.

Che grinta gli azzurri, All Blacks sorpresi

Garbisi per due volte ha rinunciato a calciare in mezzo ai pali delle punizioni relativamente agevoli: meglio cercare la meta, peccato che le rimesse laterali non abbiano regalato buone notizie. Però l’atteggiamento è stato subito quello giusto, e forse l’inglese Dickson si è confuso quando ha visto un fantomatico ‘in avantì di Minozzi che cercava di raccogliere un up and under di Varney: Ioane stava per realizzare una meritata – incredibile! – meta, invece. La difesa anticipata degli azzurri, il vigore sugli ovali a terra di tutta la mischia italiana – con Riccioni, Giammarioli e Lamaro ispiratissimi – i pesanti placcaggi di Brex: tutta questa grinta ha sbalordito i neozelandesi al punto da far commettere loro errori anche elementari, come quando McKenzie si è fatto cadere dalla mani un ovale importante in attacco. Per quasi mezz’ora l’Italia è stata alla pari degli All Blacks.

Mezz’ora da sogno, poi tre mete nere

Una mischia ordinata a 5 metri dalla linea di meta italiana, a nostro favore. Ma Ceccarelli è appena entrato come pilone destro in sostituzione di Riccioni. Gli avanti subiscono la spinta nera, il pallone scappa tra i piedi delle terze linee  e viene raccolto dal mediano di mischia Christie che si allunga e con una mano un po’ incerta schiaccia l’ovale. E’ il 28′ e la fine di un sogno. Poco dopo su un penaltouche per indisciplina azzurra è Coles che raddoppia con Mo’unga che ingrassa ancora il punteggio dalla piazzola. In 3 minuti, 14 a 0: l’Italia sta per precipitare all’inferno? La risposta è sembrata arrivare subito da Minozzi, che braccando l’omologo McKenzie si è guadagnato una bella punizione messa dentro da Garbisi. Ma l’allegra macchina da guerra nera ormai era in movimento, un altro fallo dei padroni di casa è costato un penaltouche e Coles di nuovo si è staccaco dal raggruppamento per planare in meta. A tempo scaduto Garibisi ha calciato ancora tra i pali e i primi 40 minuti si sono chiusi con un 6-21 tutto sommato bugiardo: tra le due squadre non c’è stata tutta questa differenza, anzi.

Ancora 20 minuti nel bunker, poi finisce la benzina

La ripresa, l’inizio del calvario? Proprio per niente: gli azzurri hanno fatto tanti cambi ma la determinazione è rimasta la stessa. E passato un quarto d’ora, quando hanno rubato l’ovale agli avversari dopo 16 fasi in attacco (!), dall’Olimpico si è giustamente levato il coro: “Italia, Italia”. Non si era mai visto la Nazionale difendere così. E contrattaccare. Garbisi ha messo dentro la sua terza punizione, poi si è arreso ai crampi e alla fatica, sostituito da Canna. La gioia degli ospiti nel festeggiare la meta di Reece – dopo che Tuungafasi era emerso da un raggruppamento, trovando sponda in Christie – è stato il miglior riconoscimento agli azzurri.

Lamaro: “Fiero dei ragazzi, ora tocca all’Argentina”

Come nel primo tempo, 3 mete neozelandesi in 8 minuti. Anzi: 4 in meno di un quarto d’ora. La benzina azzurra era finita. Peccato. “Stasera ci riposiamo, ma domani cominciamo a pensare alla partita con l’Argentina. Dobbiamo lavorare duro per riuscire a giocare anche meglio di oggi”: le parole di Lamaro sono la giusta conclusione di una giornata comunque positiva. Sabato prossimo l’Italia affronta i fortissimi Pumas in un incontro che adesso sembra quasi alla portata. E tra 2 settimane gli azzurri saranno a Parma per sfidare l’Uruguay. Partite da non perdere, perché questo potrebbe essere davvero l’inizio di un nuovo ciclo.

Italia-Nuova Zelanda 9-47 (6-21)
Marcatori:
28′ pt meta Christie tr. Mo’unga, 31′ e 38′ mete Coles tr. Mo’unga, 37′ e 40′ cp Garbisi; 18′ st cp Garbisi, 23′ meta Reece tr. Mo’unga, 29′ meta Aumua tr. Mo’unga, 31′ meta Sotutu tr. Mo’unga, 36′ meta Aumua.
Italia: Minozzi – Mori, Brex, Zanon, Ioane – Garbisi (21′ st Canna), Varney (13′ st Braley) – Giammarioli (6′ st Steyn), Lamaro, Negri – Sisi (21′ st Ruzza), Fuser (6′ st Fuser) – Riccioni (26′ – 33′ pt Ceccarelli), Lucchesi (13′ st Bigi), Fischetti (6′ st Nemer). All. Crowley.
Nuova Zelanda: McKenzie – Reece (26′ st Jordie Barrett), Ennor (19′ st Havili), Tupaea, Bridge – Mo’unga, Weber (9′ pt Christie) – Sotutu, Cane, Jacobson (12′ st Frizell)- Lord (21′ st Whitelock), Vaa’i – Lomax (12′ st Tuungafasi), Coles (12′ st Aumua), Bower (12′ st De Groot). All. Foster
Arbitro: Dickson (Ing)

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