Salvini: “Il governo fermi gli sbarchi subito o sarà un problema sostenerlo”

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Matteo Salvini mette in mora il presidente del Consiglio sull’immigrazione: “Ho scritto a Draghi e gli ho detto che entro agosto il problema degli sbarchi va risolto. Se il ministro non è in grado di affrontarlo ne prenda atto e ne tragga le conseguenze. Faccia qualcosa, blocchi questi arrivi. Sostenere il governo che accetti questi numeri di sbarchi sarebbe un problema per noi della Lega”. In una pausa della festa della Lega, a Cervia, il segretario del Carroccio torna a battere fortemente su una delle questioni che più gli stanno a cuore. Arrivando a dare una scadenza a Draghi e a minacciare l’uscita del suo partito dall’esecutivo.

“Abbiamo un numero di sbarchi che non si vedeva dai tempi di Alfano. Il ministro dell’Interno dia un segnale”, continua Salvini. “Il governo Draghi sta facendo bene da tanti punti di vista, l’immigrazione è un colabrodo”.

Una fiammata, da parte del segretario, in una serata fino a quel momento senza scosse. Sul palco della festa è salito Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, esponente dell’area moderata del partito che, non senza contraddittorio con il pubblico, ha sottolineato “l’assoluta importanza del vaccino” e ha difeso i Green pass, invitando tutti “a fidarsi dei pareri dei medici”. E domani Salvini, prima di lasciare Milano Marittima, incontrerà Giancarlo Giorgetti, il ministro dello Sviluppo economico che – secondo alcune indiscrezioni smentite dagli interessati – nei giorni scorsi avrebbe espresso insofferenza per una linea troppo ambigua del partito, manifestando l’intenzione di non ricandidarsi a fine legislatura. Voci che Salvini ha liquidato come “c… te”: “Vedrò Giancarlo Giorgetti al Papeete così non direte che sono andato via per fargli uno sgarbo”, ha scherzato il segretario. “Dobbiamo parlare di Mps – prosegue Salvini – C’è il rischio che il dossier vada in Consiglio dei ministri e ci sono in ballo 7.000 posti di lavoro”. Non è escluso che sotto l’ombrellone si discuta anche di un partito diviso fra chi occheggia a No Pass e No Vax e chi reclama un atteggiamento più istituzionale, cenurando i parlamentari leghisti scesi in piazza.   

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