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Salvini, Littizzetto e le critiche alla prof colpita dagli studenti con una pistola ad aria compressa. Il ministro: “Meglio il silenzio”

Matteo Salvini contro Luciana Littizzetto. Il motivo? La storia della professoressa di Rovigo colpita tre mesi fa alla testa da pallini di pistola ad aria compressa durante la lezione all’Istituto tecnico Viola Marchesini. “Se il professore riesce a essere empatico, non gli sparano in classe”, ha detto ieri la comica e conduttrice televisiva a La bomba su Radio Deejay, in passato insegnante di musica e poi di lettere. Parole che sono state contestate dal segretario leghista, vice premier e ministro alle Infrastrutture. Che sui social ha postato una foto di Littizzetto e il commento: “Come si può solo pensare di dire una cosa del genere? A volte il silenzio è d’oro”.

Qualche giorno fa, l’insegnante di Scienze e Biologia, Maria Luisa Finatti, ha deciso che non saranno solo i provvedimenti disciplinari scolastici a definire il profilo di gravità dell’accaduto e ha denunciato tutti i 24 studenti di quella classe prima per i reati di lesioni personali, oltraggio e pubblico ufficiale, diffamazione a mezzo social e atti persecutori. Una decisione presa “per difendere la mia dignità e quella dei miei colleghi, ma soprattutto perché è stato oltrepassato un confine”, ha spiegato in un’intervista a Repubblica.

Littizzetto, ex insegnante, ha commentato in radio la decisione della prof condannando il gesto “assurdo e violento”, però, “la gestione della professoressa non so se è stata utile. Ho riflettuto su quanto sono cambiati i tempi da quando insegnavo io. Ho insegnato per 9 anni e nessuno mi ha mai sparato – ha detto – C’erano delle classi particolarmente turbolente, tiravano gessetti, ma non ho mai pensato di denunciare, scrivere ai giornali. Era una faccenda mia e della scuola e mi dicevo: o imparo a gestire le classi difficili o è meglio che cambi mestiere”, ha ricordato. Un punto di vista che in questi mesi è stato condiviso anche da altri insegnanti. “Bisogna imparare ad avere a che fare con questi energumeni. Se sei debole, loro ci marciano tantissimo. I ragazzi fiutano la debolezza. Non esiste una classe ingovernabile, esistono professori molto bravi con i quali i ragazzi stabiliscono una relazione e altri con cui non ci riescono. È anche colpa del professore, è l’empatia, è quel qualcosa che fa intuire ai ragazzi che li ami, che sei lì perché ti piace, ti interessa veramente quello che pensano. Se riesci a creare questa sensazione non ti sparano con la pistola ad aria compressa”.



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