Saman Abbas, il fratello conferma le accuse: l’ha uccisa la nostra famiglia

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REGGIO EMILIA Il fratello minore di Saman Abbas, la ragazza 18enne d’origine pachistana scomparsa da un mese e mezzo, ha confermato in aula davanti al gip le proprie accuse. La ragazza – ha testimoniato –  è stata uccisa dalla famiglia, a Novellara, per aver rifiutato un matrimonio combinato in patria e per essersi fidanzata con un connazionale. sentito per quasi tre ore ha risposto a tutte le domande ribadendo le accuse mosse nei confronti dei familiari e soprattutto dello zio, accusato di essere l’esecutore materiale della 18enne. Il sedicenne, assistito da un legale, da una psicologa e dall’interprete ha ripercorso sia i giorni precedenti alla scomparsa della sorella che quelli successivi.

L’audizione davanti al gip era volta a cristallizzare le dichiarazioni, al fine poi di utilizzarle come prove processuali, del minorenne, ritenuto attendibile dalla Procura.

L’incidente probatorio s’è svolto a porte chiuse. Indagati per l’omicidio sono i due genitori, fuggiti in Pakistan, uno zio e un cugino, latitanti in Europa e un altro cugino, attualmente in carcere a Reggio Emilia e collegato con l’udienza di oggi.
 

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Il giovane aveva confidato agli inquirenti, come era emerso dall’ordinanza del giudice, che ad uccidere la sorella strangolandola sarebbe stato lo zio Danish Hasnain, 33 anni. Il ragazzo 16enne era stato trovato proprio in compagnia dello zio (lasciato poi andare non essendo ancora spiccato all’epoca il mandato di cattura) a Imperia, a un controllo di polizia, il 10 maggio. E da qui è stato poi accompagnato in una struttura protetta nella quale si trova sotto protezione per timore di ritorsioni. Da questa località – come ha riportato la Gazzetta di Reggio – avrebbe tentato di fuggire, per motivi ancora da chiarire.

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All’incidente probatorio assisterà in collegamento dal carcere anche il cugino Ikram Ijaz, 28 anni, arrestato il 28 maggio scorso a Nimes, in Francia, mentre tentava di raggiungere alcuni parenti dai quali rifugiarsi in Spagna, con un Flixbus diretto a Barcellona. Una volta consegnato alle autorità italiane il 9 giugno a Ventimiglia, ha però detto nell’interrogatorio di garanzia, di essere estraneo alla vicenda. È l’unico ad essere finito in manette dei cinque indagati. Con lui, tra gli iscritti nel registro del pm Laura Galli, titolare del fascicolo d’inchiesta per omicidio premeditato, vi sono lo zio Danish – ritenuto l’esecutore materiale del delitto e l’altro cugino 35enne, Nomanhulaq Nomanhulaq.

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Entrambi sono ricercati in mezza Europa, dove si crede si nascondano. I tre sono i protagonisti del video ripreso dalle telecamere di videosorveglianza fuori dalla casa di Novellara dove vivevano e lavoravano gli Abbas, mentre con pale, piede di porco e secchio si dirigono il 29 aprile scorso, nei campi. I carabinieri che seguono le indagini, sono convinti che stessero scavando la buca per occultare il cadavere, il giorno prima della presunta uccisione avvenuta tra il 30 aprile e il primo maggio.

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Del corpo della ragazza però, nonostante le ricerche incessanti con sofisticati strumenti e cani molecolari nelle campagne e tra le serre del casolare nella bassa Reggiana, non vi è per ora ancora alcuna traccia. Così come sono latitanti anche i genitori di Saman. Il padre Shabbar, 46 anni e la madre Nazia Shaheen, si sono rifugiati in Pakistan dove sono partiti con un biglietto di sola andata il primo maggio da Milano Malpensa per Lahore (abitano in un villaggio rurale nella zona del Punjab, vicino Mandi Bahuaddin), come testimoniano le liste d’imbarco e le telecamere al gate dell’aeroporto.

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Tanti sono ancora gli interrogativi sulla vicenda. Perché ad esempio Saman abbia deciso di tornare a casa dalla comunità, nella quale era stata collocata dopo aver denunciato i genitori per le nozze forzate ad ottobre scorso. Un ritorno in famiglia deciso l’11 aprile, ma avvenuto concretamente solo il 22, undici giorni dopo. E su questo ‘buco temporale’ il centrodestra di Novellara punta il dito: “Perché i servizi sociali avvertono i carabinieri solo il 23? Pubblichino il fascicolo sul caso Saman. Per trasparenza vogliamo capire se sia stato fatto tutto il possibile”, hanno detto i consiglieri comunali delle liste civiche di centrodestra e della Lega. Intanto domani un console pachistano incontrerà la sindaca di Novellara, Elena Carletti.

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