Sandra Milo, la camera ardente in Campidoglio. Il figlio Ciro: “Una parte di me se n’è andata con lei”

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Circondato da rose bianche, dall’affetto dei suoi tre figli Debora Ergas, Ciro e Azzurra De Lollis, il feretro di Sandra Milo – morta ieri a novant’anni – è arrivato in Campidoglio accolto dall’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Miguel Gotor. Accanto alla sua foto, che la ritrae bellissima e sorridente, anche un’immagine di Padre Pio e una Madonnina con l’acqua benedetta. Dopo i funerali, che si svolgeranno domani mercoledì alle 12 nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo, l’attrice riposerà al Verano.

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Debora Ergas: “Mamma ha combattuto grandi battaglie civili”

“Grazie a voi tutti per essere qui. Tante volte ho fatto camere ardenti dall’altra parte della barricata e faccio questa dichiarazione per rispetto ai colleghi – ha detto la figlia Debora Ergas, giornalista Rai – Lei ha sempre condiviso tutto: gioie, dolori, cadute e ascese. Ha sempre condiviso quello che ha guadagnato con chi ha bisogno. Mia madre ha sempre combattuto per le battaglie civili: il divorzio, gli stipendi, uguali, il fine vita. Ha lottato anche per gli animali, ha salvato i cani che sono a casa. Non ha mai smesso di leggere e fino a quando ha potuto ogni mattina ha chiesto la copia cartacea del giornale. Grazie alla Rai, in particolare ad Alberto Matano, e a tutta la dirigenza della mia Rai”. “Il cinema a volte l’ha osannata e a volte l’ha dimenticata, così come tanti altri ambiti artistici – ha ricordato la figlia – ma noi sappiamo che lei ha seminato solo amore e generosità: se ne è andata da questo mondo senza neanche avere una casa di proprietà, perché ha sempre donato tutto quello che ha guadagnato a chi ne aveva più bisogno. Era sfollata ed è cresciuta con la mamma, la nonna, la sorella ed è stata capofamiglia di sé stessa e dei suoi familiari da quando aveva appena 12 anni e da allora e fino all’altro ieri ha sempre lavorato, non si è mai fermata”.

Caterina Balivo: “Sandra era dolcezza e generosità”

“Una parte di me se ne è andata con lei. Grazie a tutti quanti per l’affetto” ha detto Ciro De Lollis. Alla camera ardente è giunta anche la conduttrice Caterina Balivo che all’arrivo ha stretto Ciro in un forte abbraccio. “Lei era bella, dolce, apprensiva, con una pazienza fuori dal comune – ricorda il figlio Ciro – Ha sempre fatto qualsiasi cosa per noi e ringrazio tutti per l’affetto che le hanno sempre dato e continuano a darle, come noi figli sappiamo bene. Le ho stretto la mano fino all’ultimo respiro: ti saluto e stammi vicino, mammina” ha aggiunto commosso. “Sandra era la dolcezza, la generosità, l’amore per i figli. Mi piace ricordare la persona di Sandra. È 23 anni che la conosco è una persona che c’è sempre. Adesso bisogna fare forza a questi tre ragazzi per i quali la mamma davvero era tutto” ha detto la conduttrice.

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I messaggi degli appassionati: “Grazie a te ho iniziato a lavorare nel cinema”

Oltre ai famigliari e gli amici anche tanti pensieri dei cittadini che stanno venendo a omaggiare l’attrice. Tra le dediche si legge un: “Grazie Sandra è merito tuo se ho iniziato a lavorare nel cinema. La tua interpretazione de L’ombrellone è unica”. Non ti dimenticheremo mai”. Un’altra persona scrive: “Continua a volare farfalla”. E ancora: “Grande donna eri una di noi’.

Gotor: “Roma farà di tutto per ricordarla”

“Sandra Milo è stata una cittadina e un’amica di Roma” ha detto l’assessore capitolino alla cultura, Miguel Gotor, dal Campidoglio dove nel Salone della Protomoteca. “Ne ricordiamo la grande umanità, la simpatia, l’ironia – premette Gotor – Ma certamente stiamo ricordando una delle più grandi attrici italiane del secondo Novecento, che ha legato la sua vita e la sua esperienza professionale ai più grandi registi che fanno la storia del nostro cinema, a partire naturalmente da Federico Fellini e dal sodalizio che la portò a far parte anche di quel capolavoro della storia del cinema che è il film 8 e 1/2. Roma farà di tutto per ricordarla, perché la sua storia e la sua biografia, il suo passaggio qui sulla terra merita di essere ricordato”, conclude Gotor.

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