Sanremo 2021, Simona Ventura: “Nel 2004 fu dura, andavo in chiesa”

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Pioniera di talent (X Factor), reality (L’isola dei famosi), ma anche primadonna del Festival di Sanremo nel 2004, edizione burrascosa. Lei conduttrice, Tony Renis direttore artistico – si svolse nelle stesse date di quest’anno, dal 2 al 6 marzo. “Davvero? Non me lo ricordavo, un segno del destino”, ridacchia Simona Ventura, che sabato, nella serata finale, tornerà sul palco dell’Ariston per affiancare Amadeus. 

Quindi torna sul luogo del delitto. 

“Per alcuni lo è, per me è il posto delle fragole. Devo ringraziare Amadeus e l’organizzazione per avermi invitata. Il mio Sanremo,17 anni fa, fu veramente molto difficile. Questo è complicato per la pandemia, un bel banco di prova. All’inizio mi sono anche commossa con la lettera di Ama, lui e Fiorello sono una coppia superlativa, pane e cioccolata. Fiore è un creativo, un genio imprevedibile ma ha bisogno di una spalla e di un amico. Mi è piaciuto il dialogo con le poltrone, il teatro vuoto fa paura. Matilda De Angelis è stata una rivelazione pazzesca”. 

Non ha avvertito una sensazione strana? 

“Normale che ci sia. C’è la pandemia, la platea vuota racconta cosa stiamo vivendo. Dopo un anno siamo stremati. Ma è stata fatta una scelta di rinnovamento, sono curiosa dei giovani in gara, per il pubblico di Rai 1 può essere un azzardo, ma è bello aver avuto il coraggio. Certi brani mi hanno fatto venire i brividi. Dobbiamo convivere col virus, anche il festival ci aiuta: è una parvenza di normalità”. 

Rispetto allo scorso anno, si sono persi due milioni di spettatori. 

“Sì ma otto milioni e mezzo sono sempre numeri mostruosi, forse c’è bisogno di resettarsi su un pubblico che guarda meno la tv. Se scegli artisti indie, giovanissimi è chiaro che qualche spettatore lo perdi per strada”. 

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È vero che si è affidata allo stylist Nicolò Cerioni, lo stesso di Achille Lauro? Piangerà lacrime di sangue pure lei? 

“L’ho sempre detto: ‘Sono una donna di spettacolo e voglio essere spettacolare’. Con la moda mi sono divertita, Lauro mi piace tantissimo, Nicolò mi ha vestito anche a Temptation Island. C’è grande spirito, allegria, è nella mia natura. E sono felice di ritrovare i ragazzi: Ama è come me, un’ape operaia dello spettacolo, Fiore è molto carismatico. È bello onorare una kermesse che è nel Dna degli italiani, Sanremo dà la patente di conduttore”.  

Il festival del 2004 è stato anche una prova di resistenza psicologica? 

“Direi proprio di sì. Alle 10 meno cinque andavo in chiesa per ritrovare serenità prima di venire in conferenza stampa. Ricordo che poi il venerdì e il sabato ci siamo ripresi, Paolo Bonolis aveva detto di no, mi misi a lavorare a testa bassa; prima le donne non avevano tante possibilità. Non ci pensai troppo: Sanremo è un treno che non passa facilmente”.  

Però riportò Celentano sul palco, con balletto finale.  

“La Rai con tutte le sue componenti ritrovò l’unità, Flavio Cattaneo e Fabrizio Del Noce si allearono per salvare l’evento. Ci mettemmo a fare la scaletta; abbiamo riconsegnato a Sanremo il festival”.  

Con Celentano a Sanremo nel 2004 

Com’era la Rai di quegli anni?  

“Avevamo una grande fiducia editoriale che piano piano si è persa, non si capisce per quale motivo a un certo punto c’è stata una censura, sbagliatissima, nei confronti della satira e di tutto. Io ho lavorato con Maurizio Crozza e Gene Gnocchi. Oggi rivedo segnali di libertà creativa”. 

Dal 31 marzo è protagonista su Rai 2 con “Game of games”. 

“Il direttore Ludovico Di Meo mi ha dato grande fiducia e lo ringrazio. La Blu Yazmine ha messo su un programma nuovissimo, in America lo fa Ellen DeGeneres. Sono felice di emularla. L’abbiamo registrato in Portogallo: sei puntate in sette giorni – facendo due ore di straordinario. Tamponi per 500 persone, non c’è stato un positivo. Si può fare tutto se si è ligi alle regole”.  

Com’è il programma? 

“Sono giochi che coinvolgono i vip. Mentre Bonolis è il più bravo a lavorare con le persone comuni, a me piace prendere in giro i vip che giocano per le persone comuni. Il risultato è divertentissimo, nello studio di 4mila metri quadrati abbiamo avuto la libertà di fare tutto. Per me è stata una gita fuori porta, la vita è fatta di alti e bassi”.   

Anche la carriera? 

“Sono come un’azione in borsa. Rispetto al passato non ho rancori di nessun tipo, la serenità mi viene dalle prove che ho superato, ponendoti in modo positivo attiri il bene. A volte sembra che corra solo il cane, invece si è cane e lepre”.  

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A chi deve dire grazie? 

“A Maria De Filippi. La ringrazierò tutta la vita, avrà la mia riconoscenza e il mio affetto per sempre, mi ha aiutato in un momento difficile”. 

Cosa riconosce di avere?  

“L’umiltà. Quando sono andata a Sky mi dissero: è una scelta sbagliata. Penso ancora di no. Allora ero esasperata dalla Rai, avevo vissuto tre anni a Mediaset molto belli. Sono tornata in Rai con felicità, ho resistito: era la mia casa. Adesso il mio piano B è il mondo web che seguo dal 2009, mi dà serenità per rapportarmi col mondo della tv generalista”. 

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