Sarli, espulsa M5S: “No al ricorso, sapevo quali erano le conseguenze”

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Doriana Sarli, 59 anni, deputata napoletana, è una dei 40 (per ora) espulsi dai gruppi parlamentari del M5S.

Come siete orientati a muovervi adesso?
“Non esiste un ‘noi’ coordinato, ci sono persone diverse che si sono trovate in questa situazione per motivi e con percorsi diversi”.

Lei quindi come si muoverà?
“Troverei inopportuno fare ricorso contro l’espulsione sapendo come funzionano le dinamiche interne del Movimento. Già votai contro al decreto sicurezza 2, ma allora non furono presi provvedimenti. Il mio nemico comunque non è il M5S, per cui non ho intenzione di fare azioni legali. Ovviamente la cosa è diversa per chi è uscito dall’aula e per i quali un provvedimento di espulsione mi sembra non opportuno, tante volte ce lo siamo detti tra noi, ‘se non te la senti di votare questa cosa…’, ed era una forma finora contemplata ecco”.

Il suo no come nasce?
“Penso che sarebbe stato possibile un appoggio esterno al governo per valutare provvedimento su provvedimento, ma anche fare una opposizione non preconcetta è un bene per il funzionamento democratico. Capisco chi crede che da dentro sia possibile condizionare il governo ma non è il mio caso. Personalmente aggiungo che non sono mai riuscita a superare la prima fiducia data alla Lega, io sento di essere di centrosinistra come ideali e valori, per me i diritti umani e la tutela dell’ambiente sono fondamentali, per cui ridare fiducia a un governo ad alta trazione di centrodestra e con un esponente dell’alta finanza alla guida era veramente troppo”.

Si accaserà in qualche altro gruppo?

“In questo momento non mi sento pronta, vorrei avere il tempo di capire cosa è successo. Però so che l’azione del singolo parlamentare è irrilevante senza un gruppo, quindi mi riservo la possibilità di incidere un po’ meglio in futuro valutando le possibilità”.

Tipo Sinistra Italiana?
“Ripeto, è presto. In questi anni ho lavorato bene con Nicola Fratoianni ed Erasmo Palazzatto, sui diritti sociali c’è una vicinanza, ma non sono una persona con forti ideologie alle spalle. Vedremo”.

Che sentimenti prova dopo questa espulsione?
“Dispiace perché avrei voluto sin dal primo giorno una maggiore collegialità interna e meno verticismo. Il limite della piattaforma Rousseau è aver spersonalizzato i processi democratici, ci sarebbe voluto quindi un metodo più assembleare. Il meccanismo delle espulsioni non è la soluzione ai mali, anzi. Altro errore fatto dal M5S, ma è un po’ della politica tutta: prevale il razionalismo tecnico, a me non sembra giusto, le decisioni devono spettare alla politica. Una cosa è la competenza, un’altra è la politica che si assume la responsabilità delle decisioni”.

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