MILANO – A quasi cinque anni dall’esplosione dello scandalo Cambridge Analytica Meta, la società madre di Facebook, ha accettato di pagare 725 milioni di dollari di multa per estinguere una class action che accusava il gigante dei social media di avere concesso a terzi, tra cui proprio Cambridge Analytica, società di consulenza collegata alla campagna elettorale del 2016 dell’ex presidente Donald Trump, l’accesso ai dati degli utenti senza il loro consenso.
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È il “più grande risarcimento mai ottenuto in un’azione collettiva sulla privacy e la cifra più alta che Facebook abbia mai pagato per chiudere un’azione collettiva privata”, ha dichiarato Keller Rohrback L.L.P, lo studio legale che rappresenta i querelanti, in una dichiarazione. L’azione legale collettiva è stata avviata nel 2018 dopo che Facebook ha rivelato che le informazioni di 87 milioni di utenti erano state condivise in modo improprio con Cambridge Analytica.
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La maxi transazione arriva a pochi giorni dalle accuse avanzate dall’Antitrust europeo nei confronti della società. Bruxelles contesta infattia alla società attraverso la propria piattaforma Marketplace, di distorcere il mercato pubblicitario degli annunci online.
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