“Disponibile al confronto”, dice Elly Schlein. Ma a patto che l’apertura di Giorgia Meloni sul salario minimo (il confronto tra esecutivo e le opposizioni è fissato per venerdì 11) non si riveli “uno specchietto per le allodole” o “una sceneggiata agostana”. Il timore c’è, perché – come dice la segretaria del Pd – il governo ha sì dato la sua disponibilità ad affrontare il tema caro alle opposizioni, ma lo ha fatto dopo aver scelto “di rimandare la discussione di due mesi su una misura tanto attesa da tre milioni e mezzo di lavoratoti poveri”.
Per la leader dem, dunque, non vanno dimenticate “le dichiarazioni della maggioranza”, quelle della presidente del consiglio ma anche quelle esternate dal resto della maggioranza, secondo cui il salario minimo non sarebbe altro che “una misura sovietica o una forma di assistenzialismo”. Come non va dimenticato il tema che sta tenendo banco negli ultimi giorni: le dichiarazioni di Marcello De Angelis sulla strage di Bologna: “Chissà se vi sarà ascolto anche sul fatto che abbiamo chiesto chiarezza sulle gravi affermazioni fatte dal responsabile comunicazione del Lazio e su cui Giorgia Meloni e il suo governo non hanno ancora detto nulla”.
Nelle intenzioni della segretaria del Pd c’è anche la volontà di incalzare l’esecutivo sull’alluvione in Emilia Romagna: Schlein vuole un confronto anche su questo: “Chissà se saranno disponibili all’ascolto anche su quanto chiediamo al governo insieme alla Regione Emilia Romagna. Nonostante le promesse di ristori ancora non si è visto un euro”.
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