Sciacca, trovati i resti di cinque aviatori e un bombardiere americano del 1943

Pubblicità
Pubblicità

Prima i frammenti di un P-38 Lightning abbattuto a Caltagirone e adesso il resti di un bombardiere B25, colpito dalla contraerea tedesca sui cieli di Sciacca. La data chiave è il 10 luglio del 1943, piena operazione Husky, quella dello sbarco degli Alleati in Sicilia. E i resti che il dipartimento americano della Difesa sta cercando (e trovando) nell’Isola sono quelli degli aerei abbattuti nella Seconda Guerra Mondiale. 

Questa volta gli scavi dell’agenzia Defense Pow/Mia Accounting Agency hanno fatto emergere i resti di un bombardiere americano B25 abbattuto vicino a Sciacca, in provincia di Agrigento, e di cinque dei sei piloti che erano a bordo. Trenta soldati americani, guidati dall’archeologo Clive Vella, hanno scavato per un mese e mezzo nelle campagne tra novembre e dicembre, nonostante il fango e le basse temperature, e hanno portato tutti i reperti negli Stati Uniti per le analisi.

Sciacca, trovati i corpi di cinque aviatori e un bombardiere americano abbattuto nel 1943

Gli scavi dell’agenzia Defense Pow/Mia Accounting Agency hanno fatto emergere i resti di un bombardiere americano B25 abbattuto vicino a Sciacca, in provincia di Agrigento, e di cinque dei sei piloti che erano a bordo. Trenta soldati americani, guidati dall’archeologo Clive Vella, hanno scavato per un mese e mezzo nelle campagne tra novembre e dicembre, nonostante il fango e le basse temperature, e hanno portato tutti i reperti negli Stati Uniti per le analisi. I resti saranno studiati nei laboratori di Omaha, in Nebraska, per confrontare il dna con quello dei parenti degli avieri dispersi da quasi 80 anni. Quel che è sicuro è che l’aereo si trovava nella zona di Sciacca, dove sarebbe dovuto atterrare in un aeroporto “fantasma”, dopo la partenza di Tunisia, ma non fece in tempo perché fu abbattuto dalla contraerea tedesca. E per questo gli americani avevano già da anni circoscritto l’area degli scavi di una campagna partita nel 2017. Nel 2018 un’altra task force si era concentrata invece sulle campagne del Trapanese, tra Partanna e Santa Ninfa, alla ricerca dell’A-36 Apache, un cacciabombardiere abbattuto l’11 luglio del 1943. (Tullio Filippone)

I resti saranno studiati nei laboratori di Omaha, in Nebraska, per confrontare il dna con quello dei parenti degli avieri dispersi da quasi 80 anni. Quel che è sicuro è che l’aereo si trovava nella zona di Sciacca, dove sarebbe dovuto atterrare in un aeroporto “fantasma”, dopo la partenza di Tunisia, ma non fece in tempo perché fu abbattuto dalla contraerea tedesca. E per questo gli americani avevano già da anni circoscritto l’area degli scavi di una campagna partita nel 2017. Nel 2018 un’altra task force si era concentrata invece sulle campagne del Trapanese, tra Partanna e Santa Ninfa, alla ricerca dell’A-36 Apache, un cacciabombardiere abbattuto l’11 luglio del 1943. 

E’ più recente l’operazione condotta nelle campagne del Calatino a Caltagirone dal team Avar (American Veterans Archaeological Recovery). Qui, con due campagne di scavo, in estate e a ottobre, un gruppo di archeologi, veterani e studenti americani hanno cercato i resti del pilota P-38 Lightining del sottotenente Alan Knepper e dopo gli scavi sono emersi dei resti che al momento sono in fase di analisi. 

Ma tutto è partito nel 2015 quando alcuni familiari sono entrati in contatti con l’informatico Salvo Fagone, appassionato di scavi con il metal detector e di storia, che ha fornito indicazioni precise sul territorio e partecipato alle ricerche. “Sono rimasto in contatto con la sorella del pilota in tutti questi anni – racconta Fagone – lei era piccola quando il fratello è scomparso e vorrebbe ritrovare i resti per dare loro una degna sepoltura”. Le ricerche hanno mobilitato un’intera squadra in più fasi, perché hanno riguardato anche il piano San Paolo, dove si cercava un secondo pilota e la località di Croce Vicario dove potrebbe trovarsi un terzo P – 38. “È probabile – dice ancora Fagone – che in Sicilia ci saranno altri due scavi”. 

I risultati sono stati presentati nelle scorse settimane ad una conferenza stampa dal comune di Caltagirone con Stephen Humphreys, Stephen Humphreys, Research Fellow dell’Università di York e ceo di Avar, un’associazione di veterani che cerca soldati americane dispersi nel mondo dopo missioni militari. “Sono state giornate molto calde e afose ma il team ha lavorato duramente nelle campagne – racconta l’archeologo Oreste Lo Basso, che ha guidato gli americani sul posto – sono stati fatti rilievi con il metal detector e individuata la zona il tema di Avar ha scavato trovando dei frammenti che dovranno essere analizzati. Che l’aereo è precipitato in quelle zone c’erano pochi dubbi e ce l’hanno confermato gli abitanti del posto, molti dei quali si tramandano questa storia da due generazioni”. 

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *