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Sciopero dei benzinai, serrata da stasera a giovedì. I sindacati convocati al Mimit per scongiurarlo in extremis

I sindacati dei benzinai tornano all’attacco del governo nelle audizioni parlamentari sul decreto Trasparenza. Posizioni che non sembrano aprire a un ritiro dell’ultimo minuto dello sciopero decretato nei giorni scorsi e che scatta questa sera alle 19 per la rete ordinaria e alle 22 per quella autostradale. Un tentativo in extremis verrà fatto con ogni probabilità al Mimit: i distributori sono stati convocati nel pomeriggio, a poche ore dalla protesta tanto che – hanno riferito le sigle – alcune delegazioni non riusciranno ad esser presenti di persona e si collegheranno via web.

Le audizioni dei sindacati

Nel corso della mattinata, le stesse sigle avevano sfilato in audizione sul decreto non lesinando certo le critiche all’esecutivo. La Faib Confesercenti, rappresentata alla commissione Attività produttive della Cmera dal presidente Giuseppe Sperduto, ha chiesto di “correggere il decreto Trasparenza abrogando il cosiddetto cartellone (quello che serve a indicare il prezzo medio regionale, ndr) sostituendolo, se del caso, con un QR-Code o un App o con dispositivi luminosi a distanza in modo da sgravare i benzinai già oggi oberati da obblighi di comunicazioni e di conseguenza depennare le ulteriori sanzioni che non avrebbero senso in mancanza di adempimenti”. Sperduto ha ribattuto di nuovo sul tema della speculazione che, ha spiegato, “si annida nella grande evasione Iva che ancora impatta sulla rete e nell’inaccettabile illegalità contrattuale che genera quel fenomeno di caporalato petrolifero che sottrae oltre una decina di miliardi di euro all’anno alle casse dello Stato, secondo le fonti ufficiali”. “Se di un decreto si sente il bisogno per la trasparenza e la legalità – ha proseguito – è di un decreto contro l’illegalità contrattuale: solo così si può assestare un colpo a chi realmente specula truffando lo Stato”.

In linea la Fegica, che col presidente Roberto Di Vicenzo ha parlato di “imbarazzo del governo” e, nel ribadire la contrarietà all’esposizione del nuovo cartello e alle sanzioni legate alla mancata pubblicazione dei prezzi perché “ci sono già e sono già inique”, Di Vicenzo auspica il “ripristino della situazione quo ante” perché “se non si fosse soffiato sul fuoco tutto era già in linea con quanto già stabilito”.

Bruno Bearzi, presidente della Figisc Confcommercio, ha ricordato che il decreto “ha smentito persino il clima costruttivo emerso nel corso dell’incontro del 13 gennaio che riconosceva che la categoria era stata ingiustamente colpevolizzata di pratiche speculative ed annunciava l’apertura di un tavolo permanente di “filiera” sulle misure complessive da adottare per il settore, consentendo che si potesse annunciare il congelamento dello sciopero”. Congelamento poi superato dagli eventi, fino al mantenimento della protesta che parte stasera. La proposta Figisc è, “al posto di inutili cartelli ulteriori” (che secondo la Confcommercio costerebbero alla categoria 300-400 milioni), di esporre ai punti vendita “un QRCode, che indirizzi gli utenti effettivamente interessati ad adire al sito dell’Osservaprezzi Carburante del MIMIT, con dati certificati quindi dal Ministero e basati su prezzi effettivi, selezionabili per area geografica, itinerario o tratta autostradale, superando in senso effettivamente proattivo del consumatore questa inutile controversia su un concetto, quello del “prezzo medio” che ha un valore puramente mediatico ed emozionale a seguito dell’attenzione sui prezzi scatenata dall’aumento delle accise”.

Le modalità dello sciopero

Gli impianti di rifornimento carburanti, hanno ribadito alla vigilia le tre associazioni dei distributori, rimarranno chiusi per sciopero – compresi i self service – per 48 ore consecutive, dalle ore 19.00 del 24 alle ore 19.00 del 26 gennaio sulla rete ordinaria e dalle ore 22.00 del 24 alle ore 22.00 del 26 gennaio sulla viabilità autostradale. Sulla rete ordinaria sono le prefetture a dare indicazione per l’erogazione dei servizi minimi, mentre i distributori autostradali che resteranno aperti (uno ogni cento chilometri) sono indicati dalle Regioni. Il consiglio è dunque visitare i rispettivi siti per avere l’indicazione ufficiale.

Benzinai, sciopero da stasera a giovedì: Ecco i distributori che restano aperti

Nel caso della rete ordinaria il numero minimo di pompe aperte, che saranno scelte dalle singole prefetture, è pari al 50% di quelle attive nei giorni festivi. Per quanto riguarda le autostrade, secondo quanto pubblicato sul sito della “Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome”, saranno 175 gli impianti attivi nei due giorni di sciopero sull’intera rete autostradale, sul Grande Raccordo Anulare di Roma, sulla tangenziale di Napoli e su alcune strade consolari equamente distribuite in tutta Italia. Durante le 48 ore di agitazione degli addetti, rimarranno aperte 19 stazioni di servizio sull’autostrada A1, 10 sulla A3, 15 sulla A4, 3 sulla A5, 4 sulla A6, 5 sulla A7, 2 sulla A8-A9, 6 sulla A10, due sulla A11, 8 sulla A12, 4 sulla A13, 20 sulla A14, 4 sulla A15 e sulla A16, 3 sulla A18 e sulla A19, 2 sulla A20, 6 sulla A21, 7 sulla A22, 2 sulla A23, 3 sulla A24, 2 sulla A25, 6 sulla A26, 2 sulla A27, sulla A28,sulla A30 e sulla A31, 3 sulla A32 e sulla A50,  due sulla A51, una sulla A52, 4 sulla A55, 2 sulla A57, 3 sulla tangenziale di Napoli, 4 sul Gra e 2 sulla Roma-Fiumicino. A tutti gli impianti sopra citati, infine, si devono sommare quelli aderenti all’Asnali, l’Associazione nazionale autonoma liberi imprenditori, i cui associati non aderiranno ad alcuna forma di protesta.

Le proteste dei consumatori

Le sigle dei benzinai hanno riassunto in un volantino le ragioni della serrata, motivata “per protestare contro la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria e gli inefficaci provvedimenti del governo che continuano a penalizzare solo i gestori senza tutelare i consumatori. Per scongiurare nuovi aumenti del prezzo dei carburanti”. Hanno trovato il supporto di Assopetroli-Assoenergia, le aziende proprietarie di metà delle stazioni di servizio in Italia: “Piena solidarietà ai sindacati dei benzinai (Faib, Fegica e Figisc-Anisa) in sciopero contro le misure del Decreto Trasparenza”.

Contrari invece i consumatori. Per Assoutenti è “uno sciopero voluto e ordinato dalle compagnie petrolifere, vere protagoniste della battaglia contro la trasparenza sui prezzi dei carburanti”. Il Codacons denuncia che “in occasione dello sciopero dei benzinai i prezzi dei carburanti stanno registrando rialzi su tutta la rete, una circostanza che potrebbe rappresentare l’ennesima speculazione a danno degli automobilisti”. E per l’Unc “la lobby dei benzinai ha già vinto, visto che il Governo, dopo aver partorito un topolino, si è già rimangiato il decreto, riducendo le multe dai 516 euro attuali al ridicolo balzello di 200 euro”.

Prezzi in rialzo sulla rete

Secondo la consueta rilevazione della Staffetta quotidiana, intanto, i prezzi stanno salendo “spinti dal nuovo deciso rialzo (il quinto consecutivo per la benzina, il secondo per il gasolio) delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati, tornate ai livelli di fine novembre”. Questa mattina Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Stessa mossa per IP e Tamoil, mentre per Q8 registriamo un rialzo di un cent/litro su entrambi i prodotti. Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 15mila impianti: benzina self service a 1,844 euro/litro (+2 millesimi, compagnie 1,845, pompe bianche 1,840), diesel a 1,889 euro/litro (+1, compagnie 1,891, pompe bianche 1,883). Benzina servito a 1,981 euro/litro (+1, compagnie 2,022, pompe bianche 1,899), diesel a 2,027 euro/litro (+1, compagnie 2,070, pompe bianche 1,941). Gpl servito a 0,782 euro/litro (invariato, compagnie 0,793, pompe bianche 0,769), metano servito a 2,140 euro/kg (-4, compagnie 2,153, pompe bianche 2,129), Gnl 2,620 euro/kg (-2, compagnie 2,660 euro/kg, pompe bianche 2,590 euro/kg). Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,923 euro/litro (servito 2,180), gasolio self service 1,967 euro/litro (servito 2,225), Gpl 0,884 euro/litro, metano 2,187 euro/kg, Gnl 2,503 euro/kg.



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