Sciopero generale, Landini (Cgil): “Politica distante”. Bombardieri (Uil): “Piazze piene, qui il Paese reale”

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MILANO – “Si sta determinando una distanza tra i bisogni del Paese reale e la politica che si sta sempre più chiudendo al suo interno e non si pone il problema che più della metà del corpo elettorale non va a votare”. Queste le parole del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, alla manifestazione per lo sciopero generale in una piazza del Popolo gremita, a Roma. “Siamo fuori tempo massimo? No, siamo all’inizio di questa battaglia”, dice ancora Landini: “Poterla fare con questa forza e questo consenso nel Paese ci rafforza”.

Gli fa eco Pierpaolo Bombardieri, leader della Uil, nella piazza dalla quale si è sfilata invece la Cisl. “Oggi ci sono cinque piazze piene. È strano dire che non rappresentiamo il Paese reale, chi è rimasto indietro – attacca – Chiediamo al governo di fare scelte diverse. Il Paese ha bisogno di risposte, che finora non sono sufficienti”.

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Spiegando le ragioni della protesta, Landini ha detto che “in alcuni momenti la maggioranza che è così vasta ha preferito trovare una soluzione al suo interno piuttosto che discutere con le parti sociali, come accaduto sul Fisco: e questo sta determinando una lontananza tra i bisogni del Paese reale e la politica, che si sta sempre più chiudendo al suo interno e non si pone il problema che ormai metà del suo corpo elettorale non va a votare e non si sente rappresentata da questa politica”.

“I dati che ci stanno arrivando ci dicono che la gente vuole un cambiamento – ha aggiunto – Non finisce il mondo con la legge di Bilancio, anzi comincia il lavoro. Chiediamo un cambio del mondo del lavoro, la riforma delle pensioni, un decreto contro la delocalizzazione e una politica industriale per lo sviluppo”. E prima di salire sul palco a piazza del Popolo: “Hanno trovato la soluzione con la rottamazione delle cartelle. E’ un’altra scelta che allontana la politica dal Paese. Oggi e’ l’avvio di una mobilitazione perche’ questo paese va cambiato. Oggi c’e una domanda di partecipazione e il sindacato svolge la funzione di incanalare questo disagio sociale in un processo che ha l’obiettivo dei rafforzare la democrazia. Ma per farlo serve rafforzare il lavoro, il diritto ad avere un lavoro dignitoso e non precario”.

Le reazioni della politica

Dalla politica, si registra il duro giudizio della Lega: “Siamo davanti a uno sciopero-farsa contro l’Italia e i lavoratori, la Cgil ci aiuti a ricostruire il Paese anzichè bloccarlo”, dice il leader Matteo Salvini. “Mi auguro che non ci sia nessuno scollamento con il Paese – dice invece Giuseppe Conte, leader del M5s, a margine dell’assemblea di Coldiretti – Stiamo vivendo una situazione difficile, chiaramente c’è un malessere diffuso che la classe politica non può trascurare. Il Movimento 5 stelle continua a favorire il dialogo, la coesione sociale è importantissima, e quindi la settimana prossima incontrerò i sindacati e le associazioni di categoria per capire le loro ragioni”. Reagisce alle dichiarazioni di Bombardieri anche Carlo Calenda: “Per Bombardieri il resto dell’Italia è il paese irreale. La pretesa di rappresentare tutto il paese ‘buono e operoso’ conto ‘i palazzi’ non è solo un esempio di populismo sindacale ma anche un’affermazione ridicola, visti privilegi dei leader sindacali”, scrive su Twitter. “Lo sciopero è sempre legittimo e va rispettato, ma rappresenta comunque il fallimento di una trattativa ed è un vero peccato perché può diventare un boomerang per Cgil e Uil”, secondo Anna Maria Bernini che presiede i senatori di Fi.

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