Scuola, dopo Pasqua in presenza dall’infanzia alla prima media in zona rossa

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ROMA – Le scuole resteranno aperte, fino alla prima media. Sempre, anche in zona rossa. Ora c’è l’articolo di legge, che entra nel prossimo Consiglio dei ministri. E’ il numero 2 delle Disposizioni urgenti per le attività scolastiche e dice: “Dal 7 aprile al 30 aprile è assicurato in presenza sull’intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia  del’attività scolastica e didattica dell’infanzia, della scuola primaria e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado”. Decisivo il successivo passaggio: “La disposizione di cui al primo periodo non può essere derogata da provvedimenti dei presidenti delle Regioni e delle province autonome”.

Da dopo Pasqua, e fino a fine mese, tutti gli istituti dall’infanzia alla prima media saranno in presenza e non ci sarà possibilità di appello a questo provvedimento del governo.

In zona arancione, possono frequentare la scuola in presenza tutti gli alunni fino alla Terza media. Agli istituti superiori resta la Didattica a distanza al 50 per cento (possibile fino al 75 per cento).

Entro il 30 aprile, dice l’ultimo Decreto Covid, il governo potrebbe adottare misure che allentano le restrizioni: “L’obiettivo è quello di riportare in presenza tutti gli studenti”. 

Il ministero dell’Istruzione fa sapere, intanto, che i primi 150 milioni del Decreto ristori sono stati distribuiti alle scuole. Le risorse potranno essere utilizzate per “tutte le misure di intervento necessarie a garantire la sicurezza negli ambienti scolastici, tramite la dotazione di materiale e strumenti di sicurezza, il potenziamento delle attività di inclusione degli alunni con disabilità, disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali”. Ancora, i fondi potranno essere impiegati “per la prosecuzione del servizio di assistenza psicologica e pedagogica rivolto a studenti e personale scolastico” e per i servizi medico-sanitari necessari nella gestione dell’emergenza.

Gli altri 150 milioni, che riguardano l’ampliamento dell’offerta formativa, saranno distribuiti successivamente, dopo il necessario decreto di riparto.

La mattina, incontrando i capigruppo di Camera e Senato, il ministro Patrizio Bianchi ha spiegato che a proposito del discusso vincolo quinquennale – cinque anni comandati su una scuola senza possibilità di spostamento, per chi ha vinto il concorso per docenti del 2018-2019 – intende sciogliere il blocco, ma non subito. La questione, ha detto Bianchi, riguarda “meno di ventimila docenti”, ma se affrontata in questa stagione crerebbe un nuovo vuoto di cattedre al Nord. E’ probabile che si vada verso la trasformazione del vincolo quinquennale in vincolo triennale, “ma l’ultima parola sull’argomento spetta al Parlamento”.

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