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Se il pranzo di Natale può salvare il Pianeta

Da quando, nella seconda metà degli anni Ottanta, è iniziata l’avventura di Slow Food, la mia sintonia con il mondo cattolico non è mai stata così forte come oggi. Questo grazie all’operato di Papa Francesco e, in particolare,alla sua enciclica Laudato Si’: un documento rivoluzionario che fornisce una limpida analisi sulle cause e sulle possibili conseguenze delle drammatiche condizioni ambientali in cui viviamo. 

Ecco che ragionando sul tema del Natale, pur non volendo entrare in questioni teologiche che non mi competono, ho sviluppato il pensiero che gli insegnamenti e l’esempio di questo Pontefice possono liberare questa festività dall’egemonia del modello consumistico. Risulta infatti fin troppo evidente che i dogmi alla base del Natale siano stati strumentalizzati per fini puramente economici allontanando la nostra società da valori spirituali ormai condivisi culturalmente da credenti e non.  

(@Ansa)  La mia speranza è infatti quella che la corsa affannata all’acquisto che caratterizza il mese di dicembre avvenga in una misura molto più contenuta, consapevole e soprattutto sostenibile rispetto gli anni passati. Sarebbe interessante che anche i riti di questi giorni si svolgessero in piena armonia con quella spiritualità ecologica tanto cara a Papa Bergoglio.

Proprio in questo periodo dell’anno infatti, per via dell’alto numero di acquisti e il conseguente incremento dei consumi, le nostre scelte risultano avere un peso sostanziale sull’ambiente. Sarebbe dunque necessario che ognuno di noi si approcciasse al Natale adottando delle piccole ma rilevanti accortezze, perché dal nostro agire quotidiano dipende molto del futuro di questo Pianeta.

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Indirizzare le nostre preferenze verso prodotti locali, confezionati con materiale ecologico, facilmente riciclabile, avrebbe implicazioni positive sulle emissioni di Co2. Dico di più, in questo senso è opportuno anche evitare di effettuare acquisti online. I pacchetti che viaggiano in ogni parte del mondo portano con loro un’elevata impronta di carbonio. E non è tutto. Il cosiddetto e-commerce infatti, oltre a favorire una circolazione eccessiva delle merci, sta fortemente compromettendo l’esistenza di botteghe, piccoli artigiani e negozi di quartiere. Scegliere beni prodotti nelle vicinanze e acquistarli, ove possibile direttamente dai produttori o da rivenditori di zona, genera quindi risvolti positivi sull’ambiente, sulla società e sull’economia locale.

Un’altra regola generale che si può adottare sempre, ma che in questo periodo, è fondamentale è quella di acquistare cose che servono. Ad esempio prima di acquistare un indumento bisognerebbe riflettere su questo dato: ogni capo del nostro armadio, prima di essere buttato, in media viene indossato 6 volte. Questo non può più essere tollerabile.

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Passiamo al capitolo cibo. Ovviamente, come da tradizione, un momento importante sono  i vari cenoni o pranzi. Ecco, in questo caso sarebbe davvero importante programmare in maniera meticolosa gli acquisti dei prodotti alimentari. Risulta necessario prediligere l’acquisto di prodotti sfusi e dove possibile riutilizzare buste e contenitori nel momento dell’acquisto. 

Anche in questo caso si tratta di azioni semplici, che possono sembrare persino banali, come una accurata lista della spesa (che prenda in considerazione le effettive necessità) per combattere gli sprechi. Pensare che la grande distribuzione organizzata sprechi solo lo 0,5% delle derrate alimentari messe in vendita può sorprendere. Il loro modello di business però genera elevate quantità di scarto per i loro fornitori e anche per i loro clienti. Una famiglia europea in media butta via il 25% del cibo acquistato; un trend che ha il suo picco proprio nel periodo delle festività. In questo senso anche l’autoproduzione può essere determinante nella lotta allo spreco. D’altra parte la tradizione natalizia, ancora viva in molte famiglie, vuole che il cibo prima di essere mangiato, venga anche preparato in casa. Ricette tipiche, spesso legate alla stagionalità possono tornare a dare una dimensione più intima al Natale.
Forse mai come in questo periodo possiamo ben comprendere che tutti questi accorgimenti potrebbero allontanare il valore del Natale dalla mera spinta consumistica fine a sé stessa. Si tratta davvero di piccole azioni che se condivise da tutti potrebbero mettere in pratica il concetto di ecologia integrale espresso da Papa Francesco nella sua Laudato Si’.

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A parer mio, con questo particolare documento, Bergoglio, ovvero la figura politicamente più forte degli ultimi decenni a livello globale, ha voluto donarci la possibilità di un vero cambio di paradigma. Per questo mi piacerebbe che il dono condiviso di tutti e per tutti, questo Natale, possa essere l’avvento di una vera e propria transizione ecologica.


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