Selezionati i dodici finalisti del Premio Strega, tante le sorprese, Katia Petrowskaja: “Putin usa le parole come propaganda”

Pubblicità
Pubblicità

Non sono mai indolore le selezioni del Premio Strega. Quest’anno si partiva da 74 titoli candidati, davvero un’esagerazione, e per il comitato direttivo non deve essere stato facile scremare. Conta la qualità e contano valutazioni diverse, come evitare troppi libri delle stesse case editrici e assicurare una equilibrata bibliodiversità.

L’edizione numero 76 parte con esclusioni eccellenti: contro le previsioni della vigilia non ce l’hanno fatta Viola Ardone con la storia coinvolgente di Oliva Denaro né Antonio Pascale con La foglia di fico (entrambi Einaudi) e pure Stirpe e vergogna, il memoir coraggioso sul fascismo familiare di Michela Marzano, edito da Rizzoli, non è rientrato nella rosa dei favoriti. La Rizzoli ci sarà ma con Claudio Piersanti.  Andranno a giocarsi la Cinquina dell’8 giugno Mario Desiati e Veronica Raimo – entrambi scuderia Struzzo – Alessandra Carati per Mondadori, Jana Karšaiová per Feltrinelli, Davide Orecchio per Bompiani e Daniela Ranieri per Ponte alle Grazie (gruppo Gems). Neri Pozza, trionfante la scorsa stagione con Emanuele Trevi, non ci sarà perché Pierpaolo Vettori non è riuscito a convincere il comitato col suo romanzo omaggio a Daniele Del Giudice. 

Emanuele Trevi vince il Premio Strega 2021 davanti a Donatella Di Pietrantonio

Nel complesso è una stagione con nomi da scoprire più che da proscenio. L’annuncio dei finalisti si è tenuto nel Tempio di Adriano, in Piazza di Pietra a Roma, alla presenza dei dodici finalisti. Qui sotto l’elenco dei libri che si giocheranno a giugno la Cinquina, quando saranno votati da una giuria composta da 660 aventi diritto, dove la parte del leone la fanno gli Amici della Domenica, la giuria storica del premio arrivata a contare 400 persone. La finale si terrà il 7 luglio nel Museo Etrusco di Villa Giulia. Sul sito dello Strega l’elenco dei libri e le motivazioni delle candidature. 

Marco Amerighi, Randagi (Bollati Boringhieri), presentato da Silvia Ballestra

Romanzo sulla giovinezza e l’amicizia. Giovani del nuovo millennio, girovaghi e incasinati ma in grado di accendersi quando vogliono. Da Pisa a Madrid. “La generazione dei randagi è quella cresciuta tra gli anni ’79 e ’90 che non ha dovuto reinventarsi, diventando raminga – ha detto l’autore – Giovani che non hanno visto davanti a sè la luce verde dell speranza del grande Gatsby”.

Fabio Bacà, Nova (Adelphi), presentato da Diego De Silva

Un neurochirurgo alle prese con i rumori della vita e del suo cervello, nell’impresa di capirsi e controllare la rabbia. Perfetto mix di scienza e umorismo. Ambientato nella Lucca suburbana. Fabio Bacà ha spiegato: “E’ una storia sulla violenza, un tema che da sempre mi ossessione. Protagonista un neurochirurgo. Un intreccio che si dipana in modi spesso inusuali”.

Alessandro Bertante, Mordi e fuggi (Baldini+Castoldi), presentato da Luca Doninelli

Ambientato nella Milano violenta nel 1969, l’anno di piazza Fontana. Il protagonista deluso dal movimento studentesco si unisce alle Br. Gli anni di piombo in un intreccio di fiction e cronaca. “Ho raccontato le Br al di là di polemiche e strumentalizzazioni successive”, dice Bertante.

Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma

Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma  Alessandra Carati, E poi saremo salvi (Mondadori), presentato da Andrea Vitali

Storia di Aida, profuga bosniaca arrivata da bambina in Italia e della sua crescita in una famiglia che è fuggita dalla guerra. La sua ricerca di una casa richiede coraggio. “Ho raccontato una famiglia in fuga dalla ex Jugoslavia ma è come se in questo libro ci fossero dietro le migliaia di profughi che stanno fuggendo dall’Ucraina”, ha detto l’autrice.

Mario Desiati, Spatriati (Einaudi), presentato da Alessandro Piperno

Due amici,  il sud, la voglia di altro, la fuga a Berlino e la scoperta della trasgressione. Un romanzo sul desiderio e sul sesso libero di una generazione “europea” e già fluida alla quale la vita di provincia va stretta. “Spatriati – ha detto lo scrittore – è stato scritto tra il 2014-2019 periodo nel quale ho vissuto a Berlino e parla di persone irregolari che scelgono di espatriare e di non adeguarsi alle regole. Sono persone che non hanno frontiere”.

Veronica Galletta, Nina sull’argine (minimum fax), presentato da Gianluca Lioni

Una donna ingegnera va a lavorare dalla Sicilia in un cantiere della pianura padana. Il lavoro in un contesto maschile diventa, dentro mille dubbi e difficoltà, un percorso di conoscenza (Galletta col romanzo di esordio, Le isole di Norman, aveva vinto il Campiello Opera Prima). “Ho dedicato all’ingegneria idraulica grandissima parte della mia vita. Volevo raccontare la storia di un cantiere e il lavoro. E accogliere la sfida di utilizzare in un romanzo il linguaggio tecnico. Volevo raccontare un personaggio un po’ sfigato, come sono spesso anche io”.

Boom di candidature al Premio Strega: sono 74

Jana Karšaiová, Divorzio di velluto (Feltrinelli), presentato da Gad Lerner

Un’adolescenza vissuta nel grigiore socialista della Cecoslovacchia e poi la separazione dolorosa dalle proprie radici e un matrimonio in crisi. Una storia di strappi e voglia di rinascita (romanzo d‘esordio della scrittrice nata a Bratislava nel 1978). “Sullo sfondo storico del mio Paese, la separazione della Cecoslovacchia, ho raccontato la storia di una coppia. Volevo raccontare una storia di strappi. Mentre lo scrivevo non avevo capito quanto il tema fosse attuale”.

Marino Magliani, Il cannocchiale del tenente Dumont (L’Orma), presentato da Giuseppe Conte

Romanzo storico. Estate 1800. Tre soldati napoleonici stanchi della guerra scoprono le piccole gioie della vita, il sole, gli amori e l’hascisc (scrittore italiano che vive sulle coste olandesi). “Credo di aver scritto un romanzo storico anomalo” ha spiegato Magliani.

Davide Orecchio, Storia aperta (Bompiani), presentato da Martina Testa

Il mistero di un padre sconosciuto che ha attraversato il Novecento, il fascismo, la Resistenza, la militanza. Un uomo del Novecento attraverso il quale rivive la storia collettiva del nostro Paese. “La vicenda ispirata a mio padre – ha spiegato Orecchio -è stata anche un tentativo di prendere commiato dalle sue parole”.

Claudio Piersanti, Quel maledetto Vronskij (Rizzoli), presentato da Renata Colorni

Un coppia piccolo borghese, lui tipografo rimasto senza lavoro, lei segretaria appassionata di giardinaggio. La tenerezza di gesti quotidiani e poi la scomparsa improvvisa della moglie e lo spaesamento che ne segue. Titolo ludico per amanti di passioni alla Anna Karenina. “E’ la storia di un tipografo e di sua moglie. È un libro di una semplicità disarmante”, ha spiegato Piersanti.

Veronica Raimo, Niente di vero (Einaudi), presentato da Domenico Procacci

Ironico e antiretorico dipinge una famiglia italiana come tante. Difettosa e affettuosa, dove crescere è fare i conti con l’energia e la personalità del proprio clan di sangue. “Non considero questo libro una mia autobiografia ma un romanzo sui rapporti familiari”, ha spiegato la scrittrice.

Daniela Ranieri, Stradario aggiornato di tutti i miei baci (Ponte alle Grazie), presentato da Loredana Lipperini

Una donna e il suo rapporto con l’amore, il copro, le proprie ipocondrie e nevrosi. Ma è l’amore protagonista, tra flirt, convivenze sbagliate e sentimenti puri. Daniela Ranieri ha citato Italo Svevo in una lettera a Montale: “E’ una biografia ma non è la mia”

L’intervista. Katja Petrowskaja: “La nostra resistenza per la dignità”

Prima dell’annuncio della “dozzina” italiana, annunciati anche i cinque titoli che si contenderanno lo Strega europeo. Sono:

  • Elin CullhedEuforia (Mondadori), tradotto da Monica Corbetta, August Prize
  • Sara MesaUn amore (La Nuova Frontiera), tradotto da Elisa Tramontin, Premios de los libreros (ficción)
  • Megan NolanAtti di sottomissione (NN editore), tradotto da Tiziana Lo Porto, Sunday Times Young Writer of the Year Award
  • Amélie NothombPrimo sangue (Voland), tradotto da Federica Di Lella, Prix Renaudot
  • Mikhail ShishkinPunto di fuga, (21lettere), tradotto da Emanuela Bonacorsi, Big Book Prize

Marino Sinibaldi, durante la presentazione, si è collegato con la Germania e ha intervistato Katia Petrowskaja. La vincitrice dello Strega europeo nel 2015 ha ricordato: “Mia madre è in Ucraina, i miei amici a Kiev. La guerra è inaccettabile. Nessuno capisce perché ci sia”. E poi ha aggiunto: “La letteratura e’ importante, mette in contatto con i vari livelli di unanimità. Ma è troppo tardi. Non possiamo rimanere seduti per parlare di letteratura. Questo non è un momento per le parole. Dobbiamo pensare a cosa possiamo fare concretamente, per le parole non c’è tempo. Dobbiamo aiutare le persone a sopravvivere. Putin ha usato le parole per propaganda, ne ha fatto un uso propagandistico. Ci ha detto che i russi stanno liberando la gente dal fascismo”.

Intervista a Georgi Gospodinov: “Putin attacca i valori russi”

Lo scrittore e poeta bulgaro Georgi Gospodinov, vincitore dello Strega europeo lo scorso anno, riallacciandosi a quanto detto da Petrowskaja, ha commentato: “Le parole possono servire però a combattere le dittature. Possono servire le storie personali”. Gospodinov era presente personalmente, intervistato sempre da Sinibaldi. Il suo messaggio è stato incentrato sull’etica della memoria: “Quando abbiamo perso la memoria della seconda guerra mondiale è comparso sulla scena Putin che ci ha venduto una versione artificiosa del passato. Spero che questa guerra finisca subito. Dopo avremo bisogno di tante storie, di nuove narrazioni”.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *