Senato, parla Tatjana Rojc, la responsabile “prestata” dai dem: “Mi sacrifico per il bene del Paese, ma la mia casa è il Pd”

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C’è chi la chiama “donazione di sangue”. Chi “prova d’amore” nei confronti di Conte, che pare l’abbia esplicitamente richiesta. Fatto sta se il gruppo degli Europeisti è riuscito a costituirsi in Senato è perché il Pd gli ha “prestato” uno dei suoi. Anzi, una: Tatjana Rojc, tostissima scrittrice triestina di lingua slovena. È lei la più responsabile tra i responsabili: il decimo senatore senza il quale, a palazzo Madama, la famosa quarta gamba del possibile Ter non sarebbe mai nata. Specie dopo la lite fra Sandra Mastella e Maria Rosaria Rossi, che a un certo punto ha rischiato di far saltare tutto.

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Senatrice Rojc, perché ha deciso di traslocare fra i volenterosi?
“Per senso di responsabilità nei confronti del Paese. In questo preciso momento storico, di fronte a 85 mila morti per Covid, una crisi economica che sta mettendo in ginocchio l’Italia e i 209 miliardi stanziati dall’Europa per aiutarci a uscire dall’arretratezza strutturale in cui versiamo, mi è sembrata una scelta doverosa, ancorché sofferta”.

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Chi gliel’ha chiesto?
“Mi ha chiamato ieri sera il segretario nazionale. Sapevo già che poteva esserci questa possibilità e a lui ho espresso molto chiaramente le mie perplessità perché io tre anni fa sono stata eletta come indipendente e ho aderito al Pd convintamente. Ho preso degli impegni sia con gli elettori del Friuli Venezia Giulia che con la mia comunità slovena e non mi va di cambiare casacca”.

E a Zingaretti lei cosa ha risposto?
“Io gli ho detto: lo faccio, ma la mia appartenenza è il Pd. Per me un gruppo parlamentare è condivisioni di valori, di progetti, finalità. È stato un colloquio molto cordiale”.

Quindi tornerà indietro non appena il gruppo si rafforzerà con nuovi ingressi?
“Per intanto abbiamo concordato che adesso c’è bisogno di un sostegno di questo tipo perché siamo nel mezzo di una pandemia e di una emergenza economica e sociale che impone di restituire al più presto al Paese un governo forte e stabile. E io, che provengo da un territorio con forte vocazione europeista, ho accettato di fare questa scelta per senso del dovere”.

Un po’ le dispiace però.
“Certo, perché a mia casa è altrove”.

Non teme che possano accusarla di trasformismo?
“Guardi, io ho grande rispetto per le istituzioni. E oggi, nella Giornata della Memoria – mio padre fu deportato in Baviera per motivi razziali – sento profondamento il richiamo a non scherzare con la vita dei cittadini e delle istituzioni che sono garanti della democrazia. Ci vorrebbe più serietà da parte di tutti. A cominciare da chi ha aperto una crisi irresponsabile e incomprensibile”.

Ce l’ha con Renzi?
“Io lavoro molto sul territorio e ascolto la gente, non sono una politica di professione, sono attenta a ciò che sento e alle difficoltà delle persone. E solo un governo solido può riuscire a far fronte a tutti gli impegni che non solo l’Europa ma soprattutto l’Italia ci chiede”.

Quindi lei si è “sacrificata” per far nascere il Conte Ter?
“In questo momento mi pare la possibilità più seria e concreta. Anche per non rischiare di mandare in fumo il tanto fatto fin qui: l’attuale governo e le forze di maggioranza che l’hanno sostenuto hanno saputo arginare come meglio non si poteva una situazione drammatica, inaspettata e inedita. Credo che sia giusto, e anche opportuno, che continuino il lavoro iniziato”.

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