Potrebbe essere la fine di un incubo, almeno è quello che si augurano residenti, associazioni e volontari. Il sindaco Roberto Gualtieri firma l’ordinanza che dispone lo sgombero e il “recupero delle condizioni di salubrità” dell’appartamento di via Lavinio, zona San Giovanni, di N.A., accumulatrice seriale nota in tutta Roma come la “killer dei gatti”, raccattati per strada e lasciati morire di stenti e torture tra cumuli di rifiuti.
La sua situazione è ben nota anche alla procura. Nel precedente sgombero del 2017 — ci erano voluti 15 anni e decine di esposti e denunce di animalisti, commercianti e residenti — l’Ama ha raccolto ben 16 tonnellate di rifiuti. Ma dopo quel blitz di agenti e guardie zoofile la situazione è tornata come prima.
A denunciarlo nei mesi scorsi sono stati, di nuovo, vicini di casa e attivisti: le immagini dei gatti che tentavano di salvarsi lanciandosi dal primo piano del palazzo e di quelli visti graffiare il legno delle finestre in cerca di aria pulita, cibo e acqua potabile, sepolti in casa tra cumuli di spazzatura, erano rimaste perfettamente impresse nella mente di chi si batte ogni giorno per i diritti degli animali. A guidare l’ultimo sit-in di aprile, l’influencer animalista Enrico Rizzi.
Sei anni fa i residenti in zona avevano messo in guardia il Comune: “Non bisogna abbassare la guardia”, avevano detto, temendo che la donna — con un passato da psicologa in un carcere —sarebbe tornata ad agire. E così, di fatto, è stato: a ottobre del 2021, avevano segnalato animalisti e volontarie di zona, N.A. era stata nuovamente pizzicata a caccia di mici. A nulla era valsa l’ordinanza dell’ex sindaca Virginia Raggi, risalente a qualche mese prima, che disponeva il salvataggio dei gatti presenti nell’abitazione e il divieto per la donna di detenere, da quel momento in avanti, animali domestici in casa. Per lei, dopo lo sgombero del 2017, si era anche attivata una macchina di supporto psicologico. Provvedimenti che, però, hanno sortito ben pochi effetti.
Così il 4 agosto il primo cittadino ha firmato l’ordinanza che punta a mettere fine, una volta per tutte, a questa brutta storia: i sopralluoghi delle forze dell’ordine, che hanno evidenziato “pessime condizioni igienico-sanitarie dell’abitazione” ed “esalazioni nauseabonde”, quelli della Asl Roma 2 e le oltre venti segnalazioni dei residenti che avevano chiamato in Campidoglio per denunciare maltrattamenti sugli animali hanno spinto il Campidoglio a prendere provvedimenti urgenti.
L’ordinanza dispone quindi “il ripristino delle condizioni igienico-sanitarie compatibili con l’umana dimora, attraverso interventi di disinfezione e sanificazione” e quindi “la bonifica dei luoghi con sgombero e dismissione di tutti i materiali identificabili come rifiuto”. E per quanto riguarda i gatti, “la verifica della presenza di animali all’interno dell’appartamento con il loro ricovero presso luoghi alternativi entro 30 giorni dalla presente ordinanza”.
Non solo. L’assessora capitolina alle Politiche sociali e alla salute Barbara Funari ha chiesto “di porre in essere ogni azione utile a sostegno e a tutela di N.A. in esecuzione dell’ordinanza di pulizia e messa in sicurezza del suo appartamento, anche al fine di individuare la possibilità di una presa in carico socio-sanitaria e di migliorare le sue condizioni di vita”. Per questo prima dello sgombero, con tutta probabilità, sarà convocato un incontro, alla presenza dell’amministratore di sostegno della donna e insieme alla polizia locale e ai servizi sociali di riferimento.
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