Si apre l’anno giudiziario. Prescrizione, Costa e Magi contro Bonafede: “Si torni alla legge Orlando”

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S’annuncia un nuovo blitz contro la prescrizione. Ne parliamo proprio nel giorno in cui in Cassazione si tiene la cerimonia per aprire, questa mattina alle 11, l’anno giudiziario che però si svolgerà in versione Covid, 50 partecipanti anziché 300. Fuori perfino i giornalisti. Tutto in streaming. C’è da scommettere che il Guardasigilli in carica Alfonso Bonafede non pronuncerà mai la parola “prescrizione”, dopo la sua relazione al Parlamento che ha depositato mercoledì sera. Ma la sua legge è lì, da sempre divisiva. Un vero e proprio spartiacque sulla giustizia tra garantisti e giustizialisti. 

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Da una parte c’è lui, l’inquilino di via Arenula, che la ritiene indispensabile per una giustizia equa nei confronti delle vittime (vedi Viareggio); dall’altra ci sono gli acerrimi nemici, Renzi in testa, ma con lui gli avvocati, i garantisti, molti giuristi. Per chi non dovesse ricordarlo, la legge sulla prescrizione prevede che il tempo assegnato a ogni reato per poterlo perseguire si fermi dopo il processo di primo grado. Stop per i condannati, avanti per gli assolti. È in vigore dal primo gennaio 2020. E adesso Enrico Costa di Azione e Riccardo Magi di Più Europa, ormai inseparabili paladini di quella che considerano una “giustizia giusta”, hanno pianificato l’agguato alla prescrizione di Bonafede. Per giunta nel suo momento di massima debolezza, nel quale si dubita anche se, in un nuovo Esecutivo, possa restare Guardasigilli.   

Che s’inventano i due sfruttando la fragilità della maggioranza uscente nelle commissioni della Camera? Nella prima, per gli Affari costituzionali, il fronte Pd, M5S, Leu conta 24 voti, a fronte di altri 24 per l’opposizione. Quindi una votazione non può che finire male per Bonafede. Va meglio nella Bilancio dove i giallorossi sarebbero in vantaggio di uno o due voti. 

Ed è in queste due commissioni che Costa e Magi hanno piazzato ben cinque emendamenti in cui, con differenti artifici, chiedono di buttare giù la prescrizione di Bonafede per tornare alla legge che era in vigore prima, e cioè quella dell’ex Guardasigilli Andrea Orlando. Costa, un anno fa, quando era ancora in quota Forza Italia e per giunta anche responsabile Giustizia del partito, ci aveva già provato. E con lui Lucia Annibali, la renziana responsabile a sua volta della stessa materia per il suo gruppo. Il lodo Annibali e il lodo Costa però quella volta furono fermati, la Bonafede entrò in vigore. Si studiò anche come renderla più garantista, ma alla fine la pandemia spazzò via tutto. Sulla prescrizione calò una fitta nebbia.

Ma adesso, dopo la crisi, e soprattutto dopo la levata di scudi contro Bonafede e la sua relazione in Parlamento, proprio la prescrizione è tornata a essere un obiettivo. Anzi, l’obiettivo dei garantisti. E Costa e Magi si considerano tra questi. E piazzare un colpo con la bocciatura della prescrizione sarebbe il massimo. Sicuramente ci starebbero i renziani. Più, ovviamente, tutta l’opposizione. 

La richiesta è specifica. Sospendere la legge Bonafede finché non entra in vigore la riforma del processo penale che contiene l’obbligo dell’accelerazione dei processi. La soluzione, nel frattempo, sarebbe quella di far “rivivere” la legge Orlando che sospendeva la prescrizione soltanto per 36 mesi tra Appello e Cassazione, sempre per i condannati, mentre continuava ad andare avanti per gli assolti. È scontato che Renzi voterà la proposta. Che, naturalmente, dovrà passare prima il vaglio di ammissibilità. 

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Non sarà l’unica “provocazione”  di Costa e Magi visto che i due vogliono far saltare anche il Trojan, la microspia che è costata la radiazione dalla magistratura a Luca Palamara. Anche questa una norma di Bonafede che, nella legge Spazzacorrotti, ha esteso a molti reati, tra cui la corruzione, la possibilità di usare il virus che trasforma il cellulare in una telecamera, quindi non solo in grado di effettuare registrazioni audio, ma anche video dell’ambiente circostante.   

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