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Sindaci: dal Pd le proposte per aumentare lo stipendio e limitare la responsabilità penale

Difendere il ruolo e la dignità dei primi cittadini riducendo anche la cornice delle loro responsabilità penali. Sono questi gli obiettivi delle proposte di legge presentate oggi a Palazzo Madama dal senatore del Pd Dario Parrini con la capogruppo dem Simona Malpezzi e i senatori Piero De Luca, Luigi Zanda, Eugenio Comincini, Valeria Valente e Caterina Biti. Il testo nasce anche dopo il recente caso della sindaca di Crema, indagata per l’incidente occorso ad un bambino in un asilo comunale e intende rimarcare il fatto che “l’evoluzione del quadro politico-istituzionale, le innovazioni in materia di disciplina delle autonomie e l”accresciuta visibilità politica di sindaci” fanno sì che spesso il primo cittadino “viene ritenuto responsabile per eventi o accadimenti sui quali non ha pieno controllo”. Per tale  motivo i senatori del Pd hanno presentato quattro proposte di legge che riguardano la responsabilita’ penale e amministrativo-contabile dei sindaci, la loro indennità e i loro contributi prevideziali e, infine,  la possibilita’ di prevedere l’esercizio in forma associata di alcune funzioni.

L’abuso di ufficio

Il giustificato timore di poter essere indagato per reati penali può indurre spesso nei sindaci il cosiddetto “timore della firma”, cioè la resistenza a firmare atti e provvedimenti, ma può anche portare a una certa “reticenza” nel candidarsi a una funzione che, per sua natura, rappresenta un “fondamentale presidio di democrazia”. Per questo il primo disegno di legge presentato da Dario Parrini si propone di modificare “la fattispecie di abuso d’ufficio prevista dall’articolo 323 del codice penale e i criteri d’imputazione della responsabilità penale omissiva e di quella amministrativo-contabile, per meglio ritagliare sulla figura del sindaco la relativa disciplina”.

L’indennità

“Il trattamento economico dei sindaci è oggi quasi offensivo per la responsabilità, la delicatezza e la mole del lavoro svolto”, ha sottolineato il pd Lugi Zanda. Attualmente, sostiene il dem, il sindaco di una grande città ha un’indennità che non raggiunge i 4mila euro mensili netti”. Perciò, aggiunge, “crediamo che l’indennità di un primo cittadino vada ancorata al sistema delle indennità pubbliche previste per il consiglio regionale”. In pratica, la proposta di legge in questo caso propone una modifica dello stipendio dei sindaci metropolitani che sia “pari al trattamento economico complessivo delle giunte regionali”. Invece, l’indennità dei primi cittadini dei comuni capoluogo di Regione deve essere “pari al 90 per cento del trattamento economico complessivo dei presidente delle giunte regionali”.

Le funzioni

La pandemia ha evidenziato le difficoltà di molti Comuni di agire da soli nel proprio territorio per far fronte alle necessità socio-sanitarie dei cittadini. Per questo motivo il senatore Daniele Manca nel suo testo propone un ddl che preveda che Comuni differenti ma legati dallo stesso distretto socio-sanitario possano collaborare e agire insieme sui vari territori. “La la piena integrazione tra il sociale e sanitario richiede il superamento della dimensione municipale – spiega Manca – L’obiettivo deve essere la presa a carico dei bisogni delle persone le cui risposte abitano nei servizi nella dimensione territoriale e domiciliare”.

Il carico previdenziale

Infine, il Pd intende sostenere i primi cittadini anche nell’ambito previdenziale. “Per i sindaci esiste purtroppo anche una questione contributiva – ha spiegato Eugenio Comincini – Soprattutto per i giovani under 35 e per i liberi professionisti che lasciano il lavoro. C’è chi ha perduto 10 anni di contributi per aver fatto il primo cittadino”. Per questo motivo l’ultima proposta di legge propone un’interpretazione del testo unico enti locali che consenta di non perdere i contributi previdenziali”.



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