Alla vigilia della riapertura attesa per domani, ora messa in dubbio dagli esperti del Comitato tecnico scientifico, il mondo della neve è con il fiato sospeso. Dopo il parere del Cts, che si è espresso dicendo che non ci sarebbero più le condizioni della ripartenza, è l’incertezza a regnare. Questo a poche ore dalla ripartenza tanto attesa dagli operatori e anche dagli sciatori, non più solo agonistici, che si erano già aggiudicati gli skipass.
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La giornata di domani è infatti già sold-out sugli impianti di Bardonecchia, tra le prime località sciistiche a ripartire: sono stati venduti online tutti gli skipass possibili, rispettando il contingentamento (con capienza al 30 per cento, quindi circa 4mila pass), e decine di migliaia sono stati acquistati per i prossimi giorni da tanti che hanno temuto di non riuscire a farcela proprio per i limiti posti alla capienza.
“Ora, dopo il parere negativo del Cts, stiamo però valutando di interrompere la vendita online come hanno già fatto altre stazioni – ammette Nicola Bosticco, amministrratore delegato della Colomion di Bardonecchia – Siamo sconcertati, continuiamo a prepararci perché non c’è stato un blocco ufficiale e altrimenti non saremmo pronti a riaprire domani mattina, ma lo facciamo con l’incertezza di non sapere se effettivamente potremo farlo”.
Sono dunque ore di attesa a Bardonecchia così come nel resto del Pemonte ein Valle d’Aosta, dove già altri gestori di impianti hanno deciso di riaprire domani come ad Alagna o a Bielmonte, mentre la Vialattea ha programmato la ripartenza per il prossimo sabato. Un chiarimento da parte del ministro Speranza è invocato anche dall’Uncem, l’Unione dei piccoli Comuni montani: “Attendiamo le decisioni del ministro – spiega Marco Bussone, presidente nazionale – le sole valide al fine dell’apertura degli impianti da domani, 15 febbraio. Auspichiamo fortemente nella ripartenza domani: le stazioni sciistiche hanno investito ogni giorno decine di migliaia di euro nell’allestimento delle piste, oltre ad aver assunto persone e acquistato risorse. Il sì alla partenza lo chiedono i Comuni montani”.
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