Slovacchia, il vaccino Sputnik costa il posto al premier

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BERLINO – Prima crisi di governo causata in un paese membro dell’Unione europea dallo scontro sulle scelte di acquisto di vaccini non ancora certificati dall’Ema, nel caso il siero russo Sputnik. Il premier populista-anticorrotti slovacco Igor Matovic, eletto un anno fa, ha presentato le sue dimissioni. Appunto assumendosi la responsabilità di aver approvato la decisione di scegliere e ordinare lo Sputnik a livello nazionale, senza luce verde dell’authority del farmaco della Ue. Ma anche perché la sua coalizione si stava sfasciando con conflitti insanabili e dimissioni di un ministro dopo l’altro. Matovic ha indicato il suo successore nell’attuale ministro delle Finanze, Eduard Heger, il quale è atteso nelle prossime ore a palazzo presidenziale nel cuore della capitale Bratislava per incontrare la popolare capo dello Stato, Zuzana Caputová, e quindi per ricevere probabilmente il mandato.

La crisi di governo colpisce uno dei paesi dell’Unione europea e della Nato piú gravemente colpiti dal covid 19. Nonostante misure di sicurezza e due test di massa effettuati dalle autorità su tutta la popolazione, il piccolo Stato industriale mitteleuropeo, secondo dati risalenti al 27 marzo, lamenta ben 9.426 morti su un totale di circa 5,5 milioni di abitanti. Sempre secondo dati relativi a ieri, i contagi sono stati 1.531, quelli quotidiani medi su base settimanale hanno toccato la cifra di 1.292, mentre il totale dei contagiati finora è stato di 357mila persone.

La crisi è stata causata appunto dalla decisione di Marek Krajci, fino a poco fa titolare del dicastero della Sanità, di acquistare dosi del vaccino russo per affrontare la pandemia senza attendere l’autorizzazione europea. La scelta era stata approvata dal premier Matovic, ma aveva portato a violentissime polemiche nella coalizione di governo composta da Olano, il partito del premier, da Za Ludi (per il popolo) e da Sas (Libertà e solidarietà). Il governo si è sgretolato giorno dopo giorno con dimissioni a catena, sullo sfondo della tragedia vissuta dalla popolazione.

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Il primo a dimettersi era stato lo stessi Marek Krajci. Lo aveva seguito il ministro dell’Istruzione Branislav Gohring. Poi il responsabile della Diplomazia, Ivan Korcok, con un gesto spettacolare di contestazione contro il premier aveva annunciato il suo ritiro a Bruxelles nel corso di una riunione dei ministri degli Esteri della Nato. Dopo Korcok avevano gettato la spugna il responsabile dell’Economia, Richard Sulik, leader del partito Sas, e Maria Kolikova ministra della Giustizia.

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Fino all’ultimo Matovic, al potere appunto da poco più di un anno e ritenuto prima della pandemia un astro nascente del mondo politico slovacco, aveva rifiutato di dimettersi. Nel fine settimana infine aveva rilasciato dichiarazioni che aprivano infine la porta a una sua uscita di scena. Ora resta da chiarire se e quale coalizione Heger riuscirà a mettere insieme, e quale credibilità la lotta alla pandemia acquisti. Elezioni anticipate arriverebbero nel momento peggiore a causa della pandemia, e organizzarle con voto diretto aprirebbe nuovi pericoli per la salute dei cittadini.

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