Smart working e papà lavoratori: con la pandemia è emerso il bivio tra famiglia e professione

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MILANO – “In questi mesi abbiamo allenato attenzione e alterità, capacità che si sviluppano in automatico durante tutto il percorso di paternità. Come è necessario dare ai figli tanta attenzione e ridurre lo spazio del proprio ego, così anche in azienda con i propri collaboratori è importante trasporre queste modalità: ne deriveranno gratitudine, autenticità e un maggiore livello di complicità tra le persone. E’ certamente finita l’era della leadership autoritaria: dobbiamo far emergere le potenzialità dei nostri collaboratori, come faremmo con i nostri figli”.

Riflessione, quella Isidoro Colluto, customer team director per l’Italia di Barilla, raccolta alla conferenza L’era dei leader papà – Nuovi stili di leadership a un anno dalla pandemia, organizzata nei giorni scorsi da Lifeed. Per molti manager il mix di lavoro in remoto e pandemia ha portato ad approfondire l’intreccio tra ruolo familiare e atteggiamento verso l’ambito lavorativo. Tanto che dal sondaggio svolto sui partecipanti ai percorsi formativi è emerso che il lavoro agile è stato per la stragrande maggioranza dei lavoratori-padri un’occasione in cui la più grande scoperta riguarda “un modo diverso di mettere insieme vita privata e vita lavorativa” (62%).

Data la notoria arretratezza italiana nella divisione dei carichi familiari, per molti è stata questa la prima occasione in cui si è manifestato nella vita quotidiana il bivio tra aspetti professionali e privati: nel 52% dei casi i papà hanno dichiarato di essersi trovati in questa condizione, molto più di quanto non sia accaduto alle madri. “Nella nostra famiglia è principalmente mia moglie il genitore di “ultima istanza”, anche se io cerco di farmi trovare pronto quanto possibile. Certamente, anche considerata la quantità di tempo passato insieme alle mie figlie, la relazione tra loro e mia moglie è differente rispetto a quella che hanno con me: sono entrambe bellissime, ma differenti”, ha raccontato Davide Viale, Managing Director Rolling Stock Italia di Alstom e padre di tre figlie in occasione della conferenza.

“Essere quanto più presenti è necessario per dare ai propri figli la consapevolezza di essere amati: in una situazione come quella pandemica, dove si sono persi molti punti di riferimento, la consapevolezza degli affetti permette di trovare tranquillità per affrontare lo stato di incertezza – ha aggiunto Eraldo Federici, Automotive, LifeScience, Manufacturing, Aerospace and Defence Italy Market Head per Capgemini nonché genitore con quattro figli. L’esperienza della relazione familiare mi ha fatto riflettere molto sull’organizzazione gerarchica di molte aziende, che non funziona più: serve un’organizzazione interattiva, in cui sia possibile condividere dubbi per provare insieme ad elaborare risposte”.

Esperienza familiare, lavorativa e pandemica si intrecciano dunque. Indagando l’evoluzione dei sentimenti dei papà a un anno dall’inizio della crisi del Covid, per la survey di Lifeed i papà si definiscono anche più responsabili (89%) e curiosi del futuro (80%).

“E’ risultato evidente – ha raccontato il presidente di Lifeed, Giuseppe Donnagemma – che ci sia parecchio da fare per cambiare lo spirito manageriale italiano, che si basa su un modello datato: ci si deve dimenticare dell’organizzazione gerarchica e favorire rapporti più diretti, umani e pragmatici”. Per Donnagemma (padre di due figlie classe Duemila) c’è un parallelismo tra ruolo genitoriale e leadership: “Bisogna costruire rapporti umani emotivi ed empatici, ma dare obiettivi da perseguire e limiti da rispettare”. Empatia che, ha testimoniato Vittorio Ratto, deputy general manager del Crédit Agricole, si declina nella “importanza di comprendere le emozioni che attraversano l’organizzazione, spiegarle ed integrarle. Gestire l’incertezza e la parzialità delle cose è una lezione che si impara con i figli, quando siamo chiamati come genitori a dare senso e certezze, a spiegare e decifrare le loro paure”.

Dall’indagine di Lifeed emerge che sette papà su dieci, con una particolare propensione tra quelli che sono diventati da poco genitori, ritengono di avere migliorato le proprie capacità di leadership in questi mesi.

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