Smart working, per i dipendenti pubblici si avvicina il rientro in presenza

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MILANO – Le aziende si preparano alla ripresa dell’attività immaginando un futuro ibrido di lavoro, e iniziano ad accumularsi gli accordi in tal senso, mentre per il dipendente pubblico il ministro Renato Brunetta ha in mente di delineare un percorso di rientro in ufficio che, è la convinizone, potrebbe dare anche una spinta ulteriore alla crescita del Paese.

Ieri, commentando i dati positivi sul Pil, Brunetta ha ribadito una posizione che aveva già espresso nei giorni scorsi e che si traduce di fatto nell’auspicio di tornare ad avere “in presenza” i dipendenti pubblici per la fine di settembre. La crescita – ha rimarcato a commento dei numeri Istat – “potrebbe essere addirittura superiore, se si ripristinerà la modalità ordinaria di lavoro in presenza, tanto nel pubblico quanto nel privato. Partendo dalla scuola, con il rientro in classe di insegnanti e alunni. Un ritorno in presenza necessario anche per rendere pienamente effettive le riforme già attuate, come la semplificazione dell’accesso al superbonus 110%, nell’interesse di cittadini, famiglie e imprese”.

Secondo la ricostruzione del Sole 24 Ore, per disciplinare il rientro oltre le normative di emergenza sarebbe in via di definizione un correttivo alle norme sul Green pass che tornerebbe a rendere il lavoro in presenza la “regola” e quello agile “l’eccezione”, dando però ai dirigenti degli uffici la facoltà di organizzare il lavoro in base alle proprie esigenze interne.

Già con il decreto sulle proroghe, la Pa ha abbandonato le soglie minime che erano state introdotte durante le fasi più acute della pandemia (prima 50 e poi 60%) garantite ai dipendenti che svolgono mansioni per le quali la presenza non è ritenuta necessaria. Ora si punta al definitivo rovesciamento del quadro, cioè tornare alla normalità senza per questo cancellare quanto sperimentato durante la pandemia e in questi mesi. D’altra parte, lo stesso decreto proroghe rimanda alla contrattazione collettiva la definizione degli istituti del lavoro agile, consentendo fino al 31 dicembre 2021 la modalità semplificata prevista per l’emergenza e che nn prevede un accordo individuale.

Il rientro in sede dovrebbe procedere di pari passo con la definizione anche del tema del Green pass: se, da una parte, la scuola potrebbe fare da apripista per l’adozione di un obbligo generalizzato alla Pa (e sia al ministero della Pa che per il ministro Speranza è una strada da percorrere), d’altra parte ci sarebbe il problema di una diversità di trattamento rispetto al privato. Altro nodo da sciogliere.

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