“Spare”: tutti i colpi messi a segno dal principe Harry nella sua autobiografia

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Colpiti e affondati.
Difficile non pensare che i rapporti tra il principe Harry e la sua famiglia si siano chiusi qui, dove si apre la prima pagina del suo libro “Spare”. I contenuti degli attacchi mossi dalla “riserva”, o “ruota di scorta”, li conoscono ormai tutti, se ne legge da giorni su ogni mezzo e in ogni lingua, eppure, se pensate di aver saputo già tutto del libro dato alle stampe dal principe fuggiasco, sappiate che non è così.
Primo, perché per consegnarne una recensione si applica necessariamente un filtro, si selezionano brani, passaggi o argomenti, restituendo un’interpretazione che a volte può essere perfino fuorviante. Secondo, e conseguenza del primo punto, nel concentrarsi sulle parti più “esplosive” si dimentica di dire che è davvero un bel racconto. Merito non di Harry ma del suo ghostwriter, il celeberrimo premio Pulitzer J.R. Moehringer che già in passato ebbe il merito di far appassionare alla biografia di un tennista (Agassi) anche chi di quello sport non aveva mai sentito neppure parlare. Lo scrittore ci mette dote e mestiere, ma Harry da parte sua ci ha messo di sicuro tanto sentimento. Il suo bisogno di comprensione traspare da ogni pagina. Di contro, come se per legge del contrappasso ora toccasse a lui far scontare ai suoi aguzzini la stessa pena, fa calare la scure sulla testa dei parenti più stretti: dal padre Carlo – cui ha guastato la festa, avvelenando il momento in cui ha conquistato la corona dopo averla attesa per 70 anni – al fratello William, da cui si è sentito tradito e che ora tradisce – pubblicamente – lui stesso.
Harry dice di aver deciso di scrivere il libro quando ha capito che nessuno dei due aveva ancora capito perché lui e Meghan se ne fossero andati, 15 mesi prima. Magari avrebbe trovato un altro modo, più discreto, per spiegar loro le sue ragioni, ma ha ritenuto di farlo con “Spare” e questo è il risultato. Ecco dunque un agile compendio di tutti i colpi messi a segno dal principe in un estratto della nostra newsletter dedicata alle famiglie reali, “Royality Show”.

(ansa)

La prima vittima è Camilla: colpita e affondata

È questa la prima e più importante delle conseguenze della pubblicazione di Spare. Con molta probabilità, Harry ritiene di aver vendicato sua madre lady Diana assegnando alla seconda moglie di suo padre Carlo il ruolo di “cattiva”. Dopo aver trascorso gli ultimi decenni a lavorare per rifarsi un’immagine e convincere le persone di essere qualcuno di diverso dall’amante che ha rovinato la vita alla principessa del Galles, Camilla si ritrova punto a capo. Secondo Harry, la donna lo avrebbe sacrificato “sull’altare delle pubbliche relazioni” passando alla stampa informazioni nocive per la sua reputazione, al fine di ottenere di contro un trattamento di favore da parte degli stessi giornalisti. “Dopo la morte di mia madre, Camilla era la cattiva agli occhi dell’opinione pubblica, doveva riabilitarsi. Questo lo ha resa pericolosa ai miei occhi, proprio per i rapporti sempre più fitti con i tabloid”. Harry ha tirato dentro anche il fratello raccontando che sia lui sia William pregarono Carlo di non sposare Camilla, dopo la morte della madre Diana, e rimasero inascoltati.

Harry e Meghan: bugie e verità della loro docuserie. Dalle ‘colpe’ di Kate alle accuse di razzismo

Re Carlo, padre anaffettivo (e opportunista)

“William era l’erede, mentre io ero la ruota di scorta”, scrive Harry. Non c’era “nessun giudizio al riguardo ma nemmeno ambiguità”, ero “l’ombra, il supporto, il piano B” uno che era stato “portato in questo mondo nel caso fosse successo qualcosa a Will”. Quando era un ragazzino sentì suo padre dire a Diana: “Meraviglioso! Mi hai dato un erede e una riserva: il mio lavoro è finito”, prima di “andare a incontrare la sua amichetta”. Non meno insensibile è stato quando Diana è morta: ha comunicato il fatto sedendosi sul letto di Harry e mettendogli una mano sul ginocchio. Non un grande gesto di affetto. Lui aveva solo 12 anni, si rimise a dormire senza capire se quanto era successo fosse successo davvero.
Ricollegandosi ionltre a quanto detto contro Camilla, Harry racconta che anche il padre in passato scelse, su consiglio di uno spin doctor, di collaborare con i tabloid per uno scoop in merito all’uso di droghe da parte del figlio minore, anziché intimare la testata dal pubblicare una storia senza prove, perché da quel quadretto lui sarebbe uscito bene, avrebbe rafforzato la sua reputazione vacillante: “In quel modo non sarebbe più stato il marito infedele. Pa sarebbe stato presentato al mondo come il papà single tormentato che affronta il figlio drogato“. Parole pesanti che, congiunte alle accuse rivolte contro Camilla, potrebbero aver causato una rottura definitiva tra Harry e suo padre.

(afp)

Guglielmo il violento

Uno dei racconti di Spare che più ha stupito, tra quelli riportati in questi giorni, è quello di William (in italiano Guglielmo) che attacca fisicamente Harry e lo butta a terra dopo averlo preso per il colletto durante una lite nata a causa di Meghan, nel 2019, che Will avrebbe definito “difficile”, “maleducata” e “rude”. Per chi conosce bene la storia della famiglia reale e i suoi personaggi, il fatto che William abbia ereditato la “Windsor Temper” (una tendenza ad avere scatti d’ira come già il padre della regina, re Giorgio VI), non è una novità. Che abbia un caratteraccio è cosa nota, il motivo per cui Elisabetta iniziò ad apprezzare Kate quando era solo la fidanzatina del nipote fu proprio perché era l’unica in grado di tenerlo sotto controllo quando perdeva le staffe. Sorprende invece, scoprire dal racconto di Harry che lui e William non sono sempre stati così vicini, come le cronache narrano; dopo la morte della madre, Will chiese al fratello di “far finta di non conoscerlo” quando Harry arrivò a frequentarne la stessa scuola, Eton, e poi ancora negli anni successivi, perfino quando Carlo li spedì in vacanza in Africa assieme.
Il distacco dei parenti nei suoi confronti, l’insensibilità, la freddezza con cui sarebbe stato trattato per anni è qualcosa su cui Harry ha riflettuto a fondo solo recentemente grazie alla psicoanalisi; solo il principe Filippo, suo nonno, sembra essere stato suo complice. La disillusione è arrivata nel 2020, quando sperava nella comprensione della famiglia in merito alla sua decisione di andarsene dal Regno Unito, per via del trattamento che la stampa riservava a Meghan, ma non appena ha visto il “cipiglio” di William ha capito che “la sua nemesi” era pronta per un “duello”. Suo padre e suo fratello non sembravano voler capire le sue ragioni, né volevano aiutarlo a trovare una soluzione.

Tutta colpa di Kate

William e Kate avrebbero “stereotipato” Meghan classificandola come “attrice americana birazziale”, secondo Harry, cosa che le ha impedito di essere adeguatamente accolta nella famiglia reale. Quindi: Meghan è la vittima, Kate il carnefice. E c’è qualcosa di più di un’occhiata inorridita in merito allo scambio di un lip gloss o di un litigio per un paio di collant. Il duca di Sussex ha detto che sua cognata si è arrabbiata così tanto, un giorno, da stringere forte i bordi di una sedia finché “le sue dita erano diventate bianche”. In una delle interviste con la tv Usa, Harry ha aggiuntoo: “Ho sempre sperato che noi quattro potessimo andare d’accordo, ma molto rapidamente è diventato tutto un Meghan contro Kate“.
Sembra anche che suo fratello maggiore non abbia mai provato a dissuaderlo dallo sposare Meg, ma abbia “ha espresso alcune preoccupazioni” su quanto sarebbe stato difficile per Harry. “Non credo che si aspettassero che io potessi avere una relazione con qualcuno come Meghan, qualcuno con una carriera di grande successo”. E la faida con William è iniziata proprio dopo la discussione tra le due mogli durante i preparativi per il matrimonio dei Sussex. Harry scrive che Kate mandò un sms a Meghan, dicendo che la principessa Charlotte (allora aveva 3 anni) era scoppiata a piangere nel provare l’abito da damigella, “troppo grande, troppo lungo e troppo largo”.  “In quei giorni Meghan aveva tantissimi sms a cui rispondere e soprattutto era tesa per via della storia del padre” (che non si sarebbe presentato al matrimonio, ndr), spiega Harry. Fece passare un giorno, prima di rispondere a Kate, e lei si indispettì.

M (Meghan) – C’è qui a KP (Kensington Palace) il sarto, puoi portare qui Charlotte come le altre mamme?”.
K (Kate) – Gli abiti vanno rifatti tutti. Ne ho discusso con il mio stilista.
M – Okay, ti ho detto che il sarto vi sta aspettando dalle 8 di questa mattina. Qui. A Kensington Palace.
K – No, tutti i vestiti devono essere rifatti.
M – Non so cos’altro dire. Se il vestito non le va bene porta Charlotte da Ajay. È tutto il giorno che vi aspetta.
K – Va bene.

Quando Harry tornò a casa trovò Meghan in terra a piangere. Il giorno dopo Kate mandò alla cognata un mazzo di fiori e un biglietto di scuse, ma successivamente la questione fu affrontata faccia a faccia. Meghan accusò Kate di aver “ragionato da bambina per via degli ormoni che aveva in circolo” (aveva appena partorito Louis), e venne ammonita per aver l’eccessiva confidenza con la quale si era rivolta a lei. Inoltre, “non ci rivolgiamo così alle persone, in questa famiglia”, le disse William con il dito puntato contro. E Meghan, senza timore, gli rispose: “Tieni giù il dito dalla mia faccia”. Insomma, le cose sono andate molto peggio di quanto fino a oggi avessimo immaginato.

Harry come Diana: si affida a una sensitiva

Il ricordo di Diana permea tutte le 416 pagine del libro. Il sentimento con cui Harry ne accarezza il ricordo è struggente. Harry pensa davvero di essere come sua madre e di agire come lei avrebbe fatto, come lei avrebbe voluto. Lo racconta lui stesso quando racconta descrive l’incontro con “una donna che affermava di avere dei poteri”, in possesso di un messaggio per lui da parte di lady D: “Stai vivendo la vita che lei non ha potuto vivere. Stai vivendo la vita che lei voleva per te”. Non sfugge che anche Diana scrisse un’autobiografia (non dichiarata, in realtà, se ne ebbe la certezza solo dopo la sua morte) per raccontare la sua storia, e rilasciò anche la famosa intervista bomba al programma Panorama della BBC per demolire, pezzo pezzo, il marito e il suo ruolo nella monarchia; forse Harry pensa di raccogliere la sua eredità portando nuovamente in scena l’apertura del vaso di Pandora.
Infine, anche Meghan sarebbe entrata “in contatto” con Diana; quando Harry l’ha portata a visitato la sua tomba ad Althorp nel 20° anniversario della sua morte, lei gli ha chiesto di lasciarla da sola e quando è tornato, l’ha trovata inginocchiata con i palmi delle mani sulla lapide, mentre chiedeva a Diana “di farle da guida”.

La morte di Diana, le indagini, le colpe della stampa

Harry non ha mai creduto nella “conclusione sommaria” secondo cui un autista ubriaco sarebbe stato “l’unica causa dell’incidente”: “È semplicistico e assurdo. Anche ubriaco, non avrebbe avuto alcun problema a guidare attraverso un tunnel così breve, se non fosse stato inseguito dai paparazzi che lo abbagliavano coi flash”. Da qui, l’accusa: perché quei paparazzi “se la sono cavata con leggerezza”? Perché non sono in prigione e perché i loro mandanti non lo sono? “Quale altra ragione potrebbe esserci, oltre al fatto che la corruzione e gli insabbiamenti sono all’ordine del giorno?”. Lui e William avrebbero voluto rilasciare una dichiarazione per chiedere la riapertura delle indagini ma “Chi decideva, ci ha dissuaso”, scrive.

La monarchia è uno zoo e Harry non ha mai desiderato essere un panda

In un passaggio del libro, Harry racconta una conversazione con il suo terapista in merito al saggio di Hilary Mantel del 2013 che aveva demolito Kate Middleton, definendola “un manichino da vetrina senza personalità, interamente definita da ciò che indossa”. Harry era stato disgustato dal fatto che la scrittrice avesse anche definito i reali dei “panda”, animali vezzeggiati e affascinanti tenuti in uno zoo. Poi, riflettendo, aveva capito quanto fosse vero: “Abbiamo sempre vissuto in uno zoo”. “Non avevo mai chiesto di essere finanziariamente dipendente da Pa. Sono stato costretto a questo stato surreale, questo Truman Show senza fine in cui non ho quasi mai portato soldi, non ho mai posseduto un’auto, non ho mai avuto le chiavi di casa, non ho mai ordinato niente online, non ho mai ricevuto una scatola da Amazon, non ho quasi mai viaggiato in metropolitana”.

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Meghan la vittima. Meghan l’eroina

Harry ha avuto problemi di diversa natura, negli anni. La paura di parlare in pubblico si è trasformata in paura della folla, poi sono arrivati gli attacchi d’ansia alla soglia del trentesimo compleanno. Harry le considera una forma di disturbo da stress post-traumatico, dovuto sia al servizio militare che alla morte di sua madre. Una sera, quando erano solo fidanzati, ha confessato a Meghan di aver provato la terapia, senza successo; “Riprova, gli ha suggerito lei”. Così Harry è tornato dall’analista.
Meghan, dice Harry, è stata accolta con pregiudizio dalla famiglia fin da subito: William è rimasto congelato quando lei per presentarsi gli ha buttato le braccia al collo, abbracciandolo, mentre Carlo ha reagito parlando di soldi quando Harry gli ha manifestato la sua intenzione di sposarla:
C (Carlo)- Vuole continuare a lavorare?
H (Harry) – Oh, no so, non penso. Mi aspetto che vorrà stare con me, fare il lavoro, sai, il che escluderebbe “Suits”… visto che girano a… Toronto.
C – Hmm, capisco. Bene, caro ragazzo, sai che non ci sono abbastanza soldi per andare in giro.
– – Lo fissai. Di cosa stava parlando? – –
C – Non posso pagare per nessun altro. Devo già pagare per tuo fratello e Catherine.
C – Papà non ha sostenuto finanziariamente me e Willy, e le nostre famiglie, per generosità. È il tuo lavoro. Abbiamo accettato di servire il monarca, andare ovunque fossimo stati inviati, fare tutto ciò che ci veniva detto, rinunciare alla nostra autonomia, tenere mani e piedi nella gabbia dorata in ogni momento, e in cambio i custodi della gabbia hanno accettato di nutrirci e vestirci”. La cosa peggiore è che non si trattava nemmeno di soldi, alla fine: “Pa potrebbe aver temuto l’aumento dei costi, ma quello che davvero non poteva sopportare era qualcuno di nuovo a dominare la monarchia, a godere delle le luci della ribalta, qualcuno capace di brillante che arrivava a mettere in ombra lui”.

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Harry eroe di guerra: un’immagine che piace agli americani

Il principe racconta la sua esperienza in Afghanistan: “Il mio numero è 25. Non mi riempie di soddisfazione, ma nemmeno mi mette in imbarazzo”. Per uccidere era importante non considerare i combattenti talebani persone, ma come “pezzi degli scacchi tolti dalla scacchiera… i cattivi da eliminare”, scrive. Il suo proporsi come eroe di guerra reo dell’uccisione di 25 talibani è utile ad assicurargli un appoggio da parte del pubblico americano, che in quella guerra ha perso tanti ragazzi. Segno che lui e Meghan hanno intenzione di restare a vivere negli Usa per un bel po’.

Sesso e droga

Sono gli elementi che Harry ha disseminato nel racconto per rendere la sua autobiografia anche un po’ piccante. E per compensare la parte sul servizio militare, un po’ pesante. Il plot è stato studiato a tavolino, ogni ingrediente è inserito per alimentare la curiosità del pubblico e anche per rendere “il personaggio” di Harry simpatico. Tra i racconti più curiosi ci sono la perdita di verginità (con una donna più grande, su un campo dietro il pub, lei lo avrebbe trattato “come un giovane stallone” lasciandolo nell’erba subito dopo il rapporto); la prima volta con Meghan; l’aneddoto delle parti basse congelate durante un viaggio in Antartide.

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