Spezia-Torino 1-0, Sala regala tre punti d’oro ai liguri

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LA SPEZIA – Lo scorso anno fu sprofondo granata, Nicola e i suoi videro il baratro, quest’anno i torinisti non colano … al Picco, sono cambiati molti fattori ma non il prodotto. Thiago Motta e i suoi conquistano tre punti corroboranti, senza subire gol, è una notizia, risalendo la china. Juric vede invece la sua squadra fare un passo indietro. La sconfitta è amara, perchè arriva da un lampo occasionale, in un match controllato. Però nel secondo tempo, quando il “redde rationem” si avvicina, il Toro si affloscia: vedi alla voce “cuore”. In altri termini:  vince chi va in campo sapendo quello che vuole, perde chi fa la partita, ma non sa ancora chi vuole essere.  

<<La cronaca della gara>>

Motta-Juric, stessa mentalità

Spezia-Torino è soprattutto sfida tra Motta e Juric, stessa filosofia di calcio, uno impegnato a liberare dal vincolo delle tattiche i suoi, l’altro a restituire il piacere del dialogo a una squadra che lo scorso anno esprimeva solo il traversone infinito di Ansaldi. Match da subito incanalato su temi attesi. Motta e Juric partecipano al summit di Glasgow, ovvero sono due allenatori che combattono lo spreco. Difficile vedere il pallone calciato lungo, se non dai due estremi Provedel e Milinkovic Savic (e al diavolo la costruzione “dal basso”). 

Primo tempo: vincono i difensori

Non ci sono molte occasioni per un tempo di gioco, segno evidente che i difensori hanno la meglio sugli attaccanti, emergono infatti i duelli individuali, su tutti Gyasi-Ola Aina e Bremer-Nzola fanno scintille, mentre in mezzo Praet si vede pochissimo sono Maggiore e Lukic a dare vita a una sfida individuale effervescente. 

Torino, Juric: “Dobbiamo fare meglio tante cose”

Orsato perdona Bastoni

Ci sono pochissime emozioni, un paio di tiri in porta a testa, ci sarebbe da segnalare un gol che si divora Belotti su un traversone da sinistra, il bomber colpisce la traversa a due passi da Provedel, si alza in ritardo la bandierina, ma l’azione è chiave perchè sul cross c’è un tocco di braccio di Bastoni che Orsato va a rivedere sollecitato da Nasca, gesto naturale, niente rigore. 

Brivido dell’ex 

Dalla parte opposta, il mondo gira attorno a Verde che è motorino perpetuo e senza ruolo tattico particolare. Ma è Gyasi – cresciuto nelle Giovanili granta – a far sussultare i tanti tifosi venuti da Torino, quando controlla di petto al limite e scarica un bolide che batte Milinkovic ma finisce di poco sui cartelloni pubblicitari. Nel finale si accende due volte Singo, ben contenuto da Bastoni, ma l’ivoriano non incide sul match in modo sostanziale. 

Atteggiamento, parola d’ordine

Al riposo non ci sono cambi, segno evidente che i gruppi hanno rispettato le consegne. C’è una parola su cui gli allenatori insistono, tutti, indistintamente. “Atteggiamento”: la sensazione che si ha da subito è che il Torino perda aderenza in determinazione, lo Spezia, che pure ha i brividi addosso, vuole fortissimamente la posta. Lo si capisce subito, in un minuto (50’ e 51’) Nzola va due volte al tiro, la prima servita da Verde finisce in gradinata, la seconda impegna Milinkovic che si allunga sulla sua destra e ribatte la conclusione del francese alla ricerca del suo primo gol. 

Sala: da ripudiato a eroe

Undici minuti e Juric avverte il calo mentale, cambia: Baselli in regia per Rincon ammonito, Piaça rifinitore, fuori Linetty, e soprattutto Sanabria per un Belotti evanescente. Non c’è tempo per assestarsi che lo Spezia va in vantaggio, sfruttando una azione di transizione, di stampo rugbistico. Nasce da un tardivo rientro difensivo su azione d’angolo dei granata, da destra a sinistra, fino a Kovalenko che vede arrivare di gran carriera Sala, palla all’esterno che alla Spal, neppure troppo tempo fa, finì persino fuori rosa, secca conclusione nell’angolino e Milinkovc Savic è+ battuto. Un gol che il suo autore attendeva da sei anni. 

Sanabria sfiora il pareggio

La reazione granata è condizionata dallo stato d’animo. A caldo, arriva la migliore occasione per pareggiare, quando Sanabria mostra il suo repertorio in area di rigore, stop su pallone fiondato, e girata che supera la prima barriera, e sibila a fil di palo, fuori, sulla destra di Provedel.  E’ il 64’, c’è tempo. Ma lo Spezia dà segnali di compattezza che rincuorano Motta. E quando la squadra tende ad abbassarsi, ecco il tecnico a dare segnali ben precisi di coraggio, inserendo Salcedo e poi nel finale Manaj. Due attaccanti. Come a dire: difendiamoci alti.  Juric tenta anche la carta Zaza, fuori Singo, il Torino finisce in forcing, ma la difesa più perforata di serie A diventa in questo caso impermeabile. 

Bastoni volata da spezzino doc

Fortemente simbolica all’87’ una volata di Bastoni a tutto campo, dalla sua area fino a quella avversaria, con assistenza su Nzola, disinnescato dal rientro di un Rodriguez che non ha sfigurato. Nel recupero c’è Ola Aina che calcia fuori di poco su corta respinta, dal limite e Izzo che incorna arretrando un pallone centrale, facile preda di Provedel. Spezia che sale a undici in classifica, Torino ancora rimandato: in mentalità.

SPEZIA (4-3-3): Provedel; Amian, Erlic, Nikolaou, Bastoni; Kovalenko (47′ st Ferrer), Sala (16′ st Salcedo), Maggiore; Verde (35′ st Manaj), Nzola, Gyasi. All. Motta
TORINO (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji (39′ st Izzo), Bremer, Rodriguez; Singo (20′ st Zaza), Lukic, Rincon (12′ st Baselli), Aina; Praet, Linetty (12′ st Pjaca), Belotti (12′ st Sanabria).  All. Juric
ARBITRO: Orsato di Schio.
MARCATORI: 13′ st Sala (S)
NOTE: Ammonti: Amian, Nikolau, Kovalenko (S); Rincon, Linetty, Sanabria (T). Recupero: 2′ pt, 4′ st.

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