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Spezia-Torino 4-1: liguri salvi, granata nei guai

LA SPEZIA – Mors tua vita mea: chi vince è salvo. Vince, evento storico, lo Spezia sotto gli occhi dei magnati che l’hanno comperato, e con in sottofondo i cori dei caldi tifosi della vecchia società, nata nel 1906, che si sono schierati fuori dal Picco: atto consentito dai protocolli. Classe 1906 è pure il Torino: veder le Streghe ora è un gesto più che un modo di dire. Tutti incollati alla tivù, sperando che il Crotone resista in casa campana. Se i sette gol subiti dal Milan nel turno infrasettimanale, troppi comunque, potevano apparire come un’ammissione di inferiorità, per concentrare le forze su questa partita, stavolta l’interpretazione timida, insicura, imprecisa di una gara così importante indica la concreta paura di retrocedere nella mente di tutti. Altre quattro reti subite da chi non vinceva da lungo tempo, cui si aggiunge un’incredibile arrendevolezza e pochissime tracce di gioco.

<< La cronaca della partita >>

Cercasi leader disperatamente: ecco Saponara

Già al riposo la squadra di Italiano è avanti di due gol, frutto di una maggiore lucidità, con Saponara che si cala nella parte del leader. Due gol e un palo è il prodotto interno dei liguri nei primi 45′, i granata invece sono paralizzati. E dire che dopo le sette scoppole infrasettimanali, Nicola ha cambiato gli interpreti: ma non se ne vede gli effetti. Cinque a centrocampo, dovrebbero essere sufficienti per imbastire una azione con linearità, il fraseggio invece è assente, e a questa lacuna si aggiunge l’esitazione dei tre dietro, che di solito garantiscono il preciso giro palla orizzontale. Ma il pressing alto dello Spezia, marchio di fabbrica di Italiano, toglie anche il prendere tempo. Si sa che i liguri giocano altissimi, ma dai piedi granata la palla gira con lentezza imbarazzante e i centrocampisti hanno problemi… da torre di Babele. Una difficoltà psicologica palese, bastano pochi istanti perché Bremer servito timidamente da Sirigu si addormenti lasciando ad Agudelo palla e profondità. Nessuno in mezzo ha lo spessore psicologico per ergersi da leader. Non che lo Spezia non sia a sua volta intimorito e sospettoso. Ma c’è Saponara che ha il carattere per inventare e per ergersi a protagonista. Poco prima della metà del tempo, il trequartista riceve un pallone illuminante di Ricci, salta Sirigu in uscita ma – dovendosi allargare in area – calcia a porta vuota sul palo.

I due gol del primo tempo

E’ un campanello d’allarme che dovrebbe scuotere il Torino. Invece, un minuto dopo, ancora Saponara riceve all’ala, si accentra e tira sul primo palo. Sirigu si iscrive alla Smemoranda collettiva e prende gol sul suo palo come un principiante. Lo svantaggio non scuote il Toro dalla sua confusione. Il solo Ansaldi è vivo tra i fantasmi, ma Zoet deve solo prodursi in qualche uscita coraggiosa, non ci sono parate. E così – in un tirare avanti generale – basta un attimo di ritardo di Vojvoda, in area su Pobega, per produrre un pestone e un rigore ineccepibile: Nzola infila, spiazzando Sirigu.

Nicola cambia, arriva il 2 a 1

Nicola deve cambiare questa squadra: cercare attori protagonisti. Prova ad alitare vita, inserendo Verdi per Vojvoda, cambiando modulo. La reazione c’è, ma dopo appena 4′ il Torino si concede a una fuga di 50 metri di Saponara, palla al piede con passaggio vincente per Nzola, solo davanti a Sirigu. Il centravanti rifiuta il boccone, esita, e poi tira sul portiere. Al 53′ così, la partita si riapre quando Orsato non cambia metro e punisce un pestone su Bremer di Ferrer, esattamente uguale a quello subito da Pobega nella prima parte. Belotti dagli 11 metri riaccende la speranza granata.

Sistemata la manovra si perde l’attacco

Il gol ha effetti evidenti sulla manovra, più ordinata, Nicola ha messo Singo per Izzo, anche Italiano muove i pezzi, cabina di regia a Sena e Farias per Agudelo. Poi Zaza rileva un Sanabria fuori gara e Buongiorno al posto di Lukic consente ai piemontesi di tornare a tre dietro. La manovra ne trova giovamento, ma il Torino evapora negli ultimi metri. E attaccando si apre alle ripartenze liguri.

Italiano le indovina tutte

E qui vanno sottolineati i meriti di Italiano. Perché lo Spezia fa tutto bene, vince la maggior parte dei duelli individuali, va in gol su situazioni tattiche evidentemente studiate. Segna quattro gol e poi le occasioni successive, mancate, sono ancora ad appannaggio spezzino. A ingigantire i demeriti granata è il piano tattico perfettamente rispettato dai liguri. Nicola parla di problemi emotivi dei suoi. Ha perfettamente ragione, se analizziamo il terzo gol, su palla inattiva, lasciando Nzola liberissimo sul secondo palo. Basta un goffo piattone del centravanti spezzino perché lo Spezia si riporti a distanza di sicurezza. Nicola usa la carta Baselli, ma l’ultimo quarto d’ora vive ancora di più sulla situazione psicologica, poiché all’84’ il Toro si concede al calcio che lo Spezia preferisce, la manovra di rimessa: e si ripete la frittata del terzo gol, lasciando libero Erlic, entrato da poco, sul secondo palo, per un’incornata che evidenzia ancora la mancanza di reattività di Sirigu. Quattro a uno. Da una parte comincia la festa, dall’altra crescono gli interrogativi.  Il Toro avrà però ancora due chance per riparare. Più che un tecnico, servirà un guru…

Spezia-Torino 4-1 (2-0)
Spezia (4-3-3): Zoet; Ferrer, Ismajli, Terzi, Marchizza; Maggiore, Ricci (12′ st Leo Sena), Pobega (24′ st Estevez); Agudelo (12′ st Farias), Nzola, Saponara (32′ st Erlic). (94 Provedel, 10 Agoumé, 11 Gyasi, 20 S.Bastoni, 31 Verde, 39 Dell’Orco, 69 Vignali, 91 Piccoli). All. Italiano
Torino (3-5-2): Sirigu; Izzo (10′ st Singo), Nkoulou, Bremer; Vojvoda (1′ st Verdi), Rincon (33′ st Baselli), Mandragora, Lukic (18′ st Buongiorno), Ansaldi; Sanabria (18′ st Zaza), Belotti. (18 Ujkani, 90 Sava, 4 Lyanco, 13 Rodriguez, 26 Bonazzoli). All. Nicola
Arbitro: Orsato di Schio
Reti: nel pt 19′ Saponara, 42′ Nzola (rigore); nel st 10′ Belotti (rigore), 29′ Nzola, 39′ Erlic
Note – Angoli: 5-3 per il Torino Recupero: pt 2′ e st 5′ Ammoniti: Agudelo, Pobega, Vojvoda, Rincon, Buongiorno, Bremer, Verdi per gioco scorretto



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