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Statale, la rabbia dei dirigenti del Sacco per le ‘pressioni’ di Galli sui concorsi: “Spero che abbia il telefono sotto controllo”

Ai vertici del dipartimento di Scienze biometriche del Sacco, la pratica di pilotare i bandi per i candidati graditi era cosa nota. Cucire in anticipo i requisiti dei concorsi sui curriculum dei propri protetti, modificare i punteggi, risarcire gli esclusi con una corsia preferenziale nella corsa ad altre docenze, sembra essere un “segreto di pulcinella” che tutto l’ufficio conosce. Anche Massimo Galli, l’infettivologo indagato insieme ad altri 33 soggetti tra professori, ricercatori e aspiranti docenti, per turbata libertà del procedimento e falso, ne parla a voce alta e senza remore con le sue colleghe. Si dice sicuro che il candidato da eliminare, il primario del Niguarda Massimo Puoti, abbandonerà la corsa al concorso da professore associato che voleva assegnare ad Agostino Riva.

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E’ quello che effettivamente avviene per favorire il meno titolato Riva. Il 29 gennaio 2020, in una telefonata definita dagli inquirenti “illuminante”, la responsabile amministrativo del dipartimento di Scienze Biomediche e cliniche del Sacco di Milano, Monica Molinai si lamenta con Claudia Moscheni (ricercatrice del medesimo dipartimento) proprio della disinvoltura di Galli. E riferisce di una telefonata con l’infettivologo. “Con lui al telefono che chiama la commissione “eh tanto l’altro non si presenta”, ma che c… sta dicendo, gli ho detto.. ma stia zitto, ma cosa dice! Ma puoi chiamare la commissione e dire che tanto l’altro ha già dichiarato che non si presenta, che tu non dovresti neanche sapere chi è l’altro!”.

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Emerge dalle intercettazioni – nell’inchiesta dei carabinieri del Nas, coordinata dai pm Luigi Furno e Carlo Scalas e dall’aggiunto Maurizio Romanelli – il metodo utilizzato da Galli per aggiustare i concorsi. Con il professore – dicono le due dirigenti – che ha già anticipato agli altri componenti della commissione il suo piano. “E poi gli ho detto – continua ancora Molinai – ma cerchiamo di fare le robe un po’ più.. ogni tanto un po’ più.. ogni tanto seriamente..”. “No ma è pirla.. – risponde Moscheni – guarda io mi auguro che avesse il telefono sotto controllo, giuro!”.

“Per gestire i titoli dovrà attaccarsi sugli specchi”

Per Moscheni e Molinai far prevalere Riva ai danni di Puoti è un’operazione complicata. Che cozza con i titoli e l’esperienza accademica dei candidati. “Guarda che per gestire i titoli di quei due candidati lì, dovrà attaccarsi ai vetri eh! – sbotta Moscheni – Cioè secondo me dovrà aprire tutte le riviste, controllare i quartili in cui sono posizionate le riviste, perché sennò come fai? Cioè.. quell’altro ha il doppio delle pubblicazioni, bisogna vedere cosa presenta come.. farsi valutare, però si dovrà attaccare che ne so.. all’impact factor ai quartili..”. Poi le due s’interrogano sugli altri membri della commissione (Claudio Mastroianni e Claudia Colonna, docenti alla Sapienza e a Palermo). “Mettiamo che quello di Palermo magari sia abituato a dei metodi un pochino più spicci, ma quello di Roma magari sta più attento no?”

“Sparire per logica, non per pressione”

E, in effetti, il telefono sotto controllo Galli ce lo aveva. “No, no, mi dispiace perché spero che non ci siano rogne insomma…”, dice in una conversazione con Mastroianni. “Quante domande sono?”, s’informa il docente romano. “E non lo so – risponde Galli – due probabilmente, però mi auguro che una delle due vada a sparì se no vien fuori un bel casino.. ma da sparire per logica eh, non per pressione”. Ma quale fosse il problema, il “casino”, paventato nel caso in cui i partecipanti al concorso fossero due, si capisce da un’altra conversazione tra Moscheni e Molinai. Riferendosi a Puoti, Moscheni dice: “c’ha il 50 di h-index, il doppio dei titoli di Agostino Riva. Tutto il doppio di quello che ha Agostino Riva. Arriverà secondo e farà ricorso, secondo me”.

“Come fa a saperlo, Galli?”

Molinai riferisce poi di un’altra telefonata con Galli in cui il professore si lamenterebbe della candidatura del primario del Niguarda. “Ma loro come fanno a saperlo? Come fa a saperlo Galli?” dice sorpresa Moscheni. “Non lo so – replica la collega – però questo qui ovviamente ha dei titoli della madonna.. e vabbè.. tanto gli fai fare.. lo freghi sulla lezione.. in ogni modo a me serve la commissione.. poi che c.. fate al concorso a me non me ne fotte un c..”. Per aggiustarlo in favore di Riva è necessario sbilanciare i punteggi. Così Galli contatta Riva. La telefonata è trascritta dal Nas perché ritenuta fondamentale: “Scendi dalla Bianca (Ghisi, segretaria di Galli, indagata, ndr) e cominciamo a lavorare sull’assegnazione.. siamo in un ritardo pazzesco ma dovremmo comunque farcela (…) dobbiamo ragionare, magari in due è meglio che one.. sennò li metto io alla c… sperando che non ci siano casini e menate.. sui punteggi voce per voce.. adesso fatteli vedere dalla Bianca.. che possono essere attribuiti a te.. e a lui per le varie questioni… però non me lo far dire..”. All’esame, Galli ha fretta. “Io c’ho 45 minuti”, dice Riva. “Ecco.. tu fai un quarto d’ora con le cose essenziali”, risponde l’infettivologo. L’esame dura in effetti venti minuti.

“Aiutiamo Puoti a Napoli”

Una grande fatica, quella per aggiustare i punteggi. Ma tutto alla fine si risolve perché Puoti rinuncia. Ne parlano sollevati Galli e Giampiero Carosi, suo collega all’università di Brescia, non indagato. “Caro Massimo, allora ho una notizia.. – esordisce Carosi – magari la sai già, se non la sai ti farà piacere saperla.. niente.. Massimo non si presenterà al tuo concorso”. L’infettivologo del Sacco non nasconde la sua soddisfazione: “io sono molto, molto lieto di avere la possibilità di risolvere un problema in una situazione di amicizia, senza dovermi trovare a fare cose…a dire cose…che non, che non corrispondono…insomma…che non mi si addicono e che non si addicono a nessuno di noi”. Ed ecco prefigurare il risarcimento per Puoti: “piuttosto ci sarebbe una certa cosa – dice Carosi – parliamone fra di noi un attimo.. e cioè a lui di queste tre domande che ha messo in pratica gliene interessa una (…), quella universitaria di Napoli (…). Si tratterebbe di darli una mano lì a Napoli ecco”. Galli mangia la foglia. “Vabbè, comunque Massimo lo vedrò e gli darò anche un paio di dritte.. volentieri..”.



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