Nuovo colpo di scure della Corte Suprema che nell’ultima sentenza emessa ha posto un limite ai poteri dell’Agenzia per l’ambiente federale nella lotta contro le emissioni di gas serra. In seguito ad una causa avviata da un gruppo di Stati repubblicani, insieme ad alcune grandi compagnie del carbone, la Corte Suprema ha inflitto un notevole colpo agli sforzi dell’amministrazione Biden di combattere il cambiamento climatico. Con un voto di 6-3, con la maggioranza dei consevatori, i giudici supremi hanno stabilito che l’agenzia per l’ambiente non può fissare i limiti generali alle emissioni dalle centrali elettriche a carbone che producono il 20% di tutta l’elettricità degli Stati Uniti.
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La sentenza potrebbe complicare i piani dell’amministrazione per combattere il cambiamento climatico. Biden mira, infatti, a dimezzare le emissioni di gas serra del Paese entro la fine del decennio e ad avere un settore energetico che ne sia privo entro il 2035. I giudici hanno ascoltato le argomentazioni del caso nello stesso giorno in cui un rapporto delle Nazioni Unite ha denunciato che gli effetti del cambiamento climatico stanno peggiorando e che renderanno la Terra più malata, affamata, povera e pericolosa nei prossimi anni.
Il caso delle centrali elettriche è iniziato con il Clean Power Plan dell’amministrazione Obama. Il piano avrebbe imposto agli Stati di ridurre le emissioni derivanti dalla produzione di energia elettrica, abbandonando le centrali a carbone. Ma non è mai entrato in vigore a seguito di una causa intentata da diversi Stati, per lo più a guida repubbblicana. La Corte Suprema lo ha bloccato nel 2016 con un voto 5-4, con i conservatori in maggioranza.
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Nonostante la sospensione, la lotta legale è continuata. Ma con l’insediamento del presidente Donald Trump l’Agenzia statunitense per la protezione ambientale ha abrogato il piano dell’amministrazione Obama. L’agenzia ha sostenuto che la sua autorità di ridurre le emissioni di carbonio era limitata e ha elaborato un nuovo piano che riduceva drasticamente il ruolo del governo federale nella questione. New York, altri 21 Stati prevalentemente democratici, il Distretto di Columbia e alcune delle più grandi città della nazione hanno fatto causa al piano di Trump. La Corte d’appello federale di Washington si è pronunciata contro l’abrogazione e il nuovo piano, lasciando un vuoto che la nuova amministrazione ha cercato di colmare elaborando una nuova politica.
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