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Stellantis, altre tre settimane di Cassa integrazione per Melfi

TORINO – A Melfi cassa integrazione fino al 2 maggio e rientro in fabbrica dal 3 maggio. In pratica altre tre settimane di cassa che, sommate alle precedenti, fanno 17 settimane consecutive di cassa integrazione per lo stabilimento di Stellantis in Basilicata. E i sindacati sono allarmati per quello che per loro è un cambio di scenario: “Si è passati dalla possibilità di attivare il terzo turno e impegnare altri mille addetti – spiegano i rappresentanti dei lavoratori – ad una cassa integrazione continua senza una prospettiva di attivazione”.

Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcf sono allarmati e chiedono un incontro con i vertici per discutere la situazione su Melfi e in generale sul gruppo in Italia. Pur riconoscendo che “ci sono le ricadute della pandemia sul mercato dell’auto e sulla fornitura di componenti, in particolare semiconduttori”, i sindacati sostengono che “il problema appare ben più grave e probabilmente prelude a interventi di tipo strutturale, nell’organizzazione dello stabilimento e nel sistema di forniture dell’indotto, così come già si vocifera”.

A Melfi lavorano più di 7 mila persone e si producono, su due linee, le Jeep, Compass e Renegade, e la 500X. “Temiamo che sia una vera e propria strategia di ridimensionamento dello stabilimento Stellantis di Melfi”, aggiungono Fim, Uil, Fismic e Aqcf. “Non ci siamo mai sottratti alle nostre responsabilità, ma non possiamo accettare un ridimensionamento dello stabilimento di Melfi”. Anche la Fiom-Cgil chiede all’azienda un incontro urgente “poiché è necessario fare chiarezza e avere risposte sul futuro dello stabilimento, sul piano industriale e sull’indotto”.

L’azienda durante l’incontro sindacale ha spiegato che si tratta di una cassa integrazione cautelare e potrebbe anche ridursi. Tutto dipende dalla fase di mercato, critica, dalla pandemia in corso e dalle restrizioni non facilitano il quadro. Non esiterebbe quindi una questione Melfi e un problema Melfi e i programmi sul sito dovrebbero riprendere non appena ci sarà un ritorno ad una situazione normale del mercato dell’auto. D’altronde a livello europeo, nelle prossime ore usciranno i dati ufficiali, a febbraio il mercato ha perso più del 20 per cento e il dato interessa tutti i grandi costruttori.



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