Strage del Mottarone, l’ingegnere responsabile della sicurezza: “La funivia era sicura, l’ho verificata io. Positivo anche il test del cavo tagliato”

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TORINO – “Se il forchettone è stato utilizzato e poi non è stato tolto durante il normale servizio dell’impianto, è un errore. Un errore che inibisce l’azione del freno sulla corda portante”. A spiegarlo è Ivano Cumerlato, ingegnere, responsabile dell’Ustif, l’Ufficio speciale trasporti e impianti fissi del ministero dei Trasporti, sede di Settimo Torinese.

Ingegner Cumerlato, conosce l’impianto di Stresa-Mottarone?

“Sì, certo. È uno dei 217 impianti che seguiamoin Piemonte. E lo conosco bene perché l’ultima visita è stata fattada me ad agosto del 2020.Un sopralluogo di quattro giorni, se nonricordomale. Comunque, il documento di via libera alla riapertura da parte nostra è stato rilasciato il 12 di agosto dopo aver svolto tutte le prove”.

Come si spiega l’incidente di domenica dove hanno perso la vita 14 persone?

“Davvero non lo so. Adagosto avevamo fatto tutte le verifiche. Si tratta di interventi che facciamo pertestare anche i componenti che vengono smontati e rimontati nelle cosiddette prove non distruttive.Per questo l’impianto non gira nei giorni di controllo. Abbiamo fatto anche la prova del finto taglio”.

Di cosa si tratta?

“Simuliamo un taglio del cavo traente, quello che ha il compito di portare a montee a valle le cabine, per controllare la tenuta della fune portante e, soprattutto, il meccanismo e la tenuta deisistemi di freno delle cabine”.

Che esito aveva dato la prova sulla Stresa-Mottarone?

“Nessun problema, tutto in regola”.

Allora cosa è successo domenica?

“Se non è stato disinserito il forcone il freno è stato inibito. Così si spiegherebbe il perché dello scivolamento a valle della cabina fino al primo pilonee della mancata azione del freno. Dalle foto che sono state pubblicate sembra proprio che il forcone sia inserito”.

Ciò spiega anche la rottura della fune traente dell’impianto?

“No, quella no.Non puòessere dipesa dal forcone”.

E da cosa?

“Nonlo so spiegare. Al 12 di agosto era tutto in regola. E, dalle informazioniche abbiamo, le verifiche e i controlli venivano eseguiti periodicamente”.

In che cosa consiste la vostra attività di controllo e verifica?

“C’è un’attività istruttoria sui progetti, in base auna legge degli anni Ottanta. Controlliamo tutti gli interventi per la revisione periodica eperl’adeguamento alle nuove normative, come nel caso proprio del Mottarone per i lavoridi adeguamentoallenuovenormedi sicurezza eseguiti nel 2016”.

È un lavoro solo sugliincartamenti?

“No, prima verifichiamo i progetti, poi diamo il nulla osta sui progetti.Terminatii lavori, andiamo a controllare di persona se tutto è stato fatto a regola d’arte e se l’impianto rispetta le norme di sicurezza. Facciamo le prove, a vuoto e a pieno carico. Solo a quel punto viene rilasciatoun nulla osta chepermette il pubblico esercizio dell’impianto. E non ci sono solo i nostri controlli”.

Cosa intende?

“Chei gestori degli impianti hanno tutte delle prescrizioni, delle verifiche periodiche, mensili, settimanali e giornaliere, da fare.Un po’ come il libretto di manutenzionediun’auto. Ogni5 mila chilometri bisogna fare un cambioolio? Bene, stessacosa per gli impianti a fune. Ci sono degli interventi da realizzare”.

In quanti siete nell’ufficio Ustif di Settimo, nel Torinese?

“Siamo tre ingegneri. Sì, siamo rimastiin tre. A dicembre

eravamo in quattro”.

E in tre dovete sovraintendere e controllare 217 impianti?

“Sì, corriamo un po’, macerchiamo di fare il massimo possibile. Certo, diecio cinque anni fa eravamo di più e il lavoro era un po’ più tranquillo”.

Avete 72 impianti a testa da tenere sott’occhio?

“Esatto. Detto in altro modo, se arrivasse qualche nuovo ingegnere potremmo farlo con un po’ più calma. Tutto però viene fatto al meglio”.

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