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Strage Mottarone, il piccolo Eitan portato in Israele dal nonno materno. Aperta un’inchiesta per sequestro di persona

La Procura di Pavia ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona nel caso di Eitan Biran, 6 anni, unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone, che i nonni materni hanno portato in Israele sottraendolo alla zia Aya che ne è anche tutrice legale. Dopo la tragedia del 23 maggio scorso, in cui persero la vita i genitori, il fratellino e i bisnonni di Eitan (in tutto morirono 14 passeggeri della funivia precipitata) il bambino è stato affidato dal Tribunale di Torino alla zia paterna, Aya Biran, che vive in provincia di Pavia con il marito, Or Nirko, e due figlie che frequentano le stesse scuole di Eitan. Cosa su cui non erano d’accordo i genitori di Tal Peleg, la mamma del bambino. Per questo i nonni materni che avevano in custodia il passaporto israeliano di Eitan lo hanno riportato in Israele.

“La famiglia si sta muovendo con le autorità italiane, la zia di Eitan, Aya è in giro per pratiche” così ha raccontato il presidente della comunità ebraica di Milano Milo Hasbani che anche stamattina ha sentito la famiglia di Eitan. Hasbani ha parlato con il marito di Aya, Nirko, che ha spiegato come si siano attivati con le autorità, “anche con l’ambasciata italiana in Israele per capire cosa fare”. “Secondo Aya il bimbo è cresciuto qui, la volontà del papà era farsi una vita in Italia – ha osservato – ma i genitori della moglie hanno sempre detto che doveva crescere in Israele”. L’accordo era che ogni tanto venissero a trovarlo. “Di tanto in tanto si vedevano” e per Israele questo è un periodo di feste, con il capodanno ebraico dei giorni scorsi. Nulla di strano dunque, fino a che i nonni non hanno preso Eitan e invece  di riportarlo dalla zia “hanno inviato un messaggio con su scritto ‘il bambino è tornato a casa’. Hanno voluto forzare” ha commentato Hasbani. “Quello che la comunità può fare, per l’uno e per l’altro – ha concluso – è essere a disposizione, non prende posizione. E’ il giudice che ha preso una posizione”.

“Parlo solo per chiarire che abbiamo agito per il bene di Eitan” ha spiegato alla Radio israeliana 103 Gali Peleg, la zia materna del bambino. “Eitan – ha aggiunto – ha urlato di emozione quando ci ha visto ed ha detto ‘finalmente sono in Israele'”. “Non ha cessato di emozionarsi – ha proseguito – e di dire che noi siamo la sua vera famiglia. Ha detto di sentirsi fra le nuvole. Finalmente gli è tornato il colore sul viso”.



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