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Strage Mottarone, la richiesta shock di un avvocato: “Replichiamo l’incidente della funivia per capire le cause”

Replicare sulla cabina numero 4 l’incidente della funivia per capire le cause della rottura della fune traente e stabilire le ragioni del disastro. E’ la richiesta che è arrivata ieri sera sul tavolo del gip di Verbania Laura Ceriotti contenuta nell’istanza che la difesa del direttore di esercizio della funivia, Enrico Perocchio, ha depositato per chiedere che l’esame della scatola nera (in termini tecnici, il registratore di eventi della funivia) venga esaminato con la procedura dell’incidente probatorio già disposto l’8 luglio dallo stesso gip per l’esame della fune e dei resti della cabina, un esame – affidato ai periti – che dovrà dare risposta a un quesito molto ampio e cioè “stabilire le cause della precipitazione della funivia del Mottarone”, come si legge nell’ordinanza firmata dal gip lo scorso 12 giugno. 

“Vogliamo accertare le cause”

“Il nostro interesse – spiega l’avvocato di Perocchio, Andrea da Prato – è contribuire ad accertare le cause di questo disastro”. Per questo la difesa di uno dei tre indagati chiede che l’incidente che ha coinvolto la cabina numero 3 della funivia venga replicato sulla cabina numero 4, utilizzando la stessa fune che si è spezzata il 23 maggio per replicare la dinamica dell’incidente. In altre parole  significa far “precipitare” la cabina numero 4, nelle stesse condizioni di carico, in cui si trovava la cabina numero 3 al momento del disastro costato la vita a 14 persone, una specie di “crash test” che in termini tecnici viene definito “esperimento giudiziale”. 

Il direttore Perocchio 

La replica dell’incidente potrebbe simulare una nuova rottura della fune, all’altezza della testa fusa che si trova all’altro capo della corda rispetto a quello che si è spezzato, per determinare le cause dello strappo di un mese fa. 

“Il test l’8 luglio”

La difesa di Perocchio chiede che questo esperimento venga eseguito nella stessa sede dell’incidente probatorio dell’8 luglio, prima cioè che qualcosa venga rimosso o alterato dalla scena, ancora oggi sotto sequestro, sul versante del Mottarone dove si è schiantata la cabina numero 3. L’istanza per l’incidente probatorio sulla scatola nera della funivia chiede che la perizia venga estesa a tutti i dispositivi hardware che contengono le informazioni memorizzate dal registratore di eventi e che quei dispositivi vengano analizzati insieme alla fune, ai resti della cabina e alle tre stazioni della funivia, quella di Stresa, Alpino e Mottarone. “Dal momento che il gip ha chiesto che nell’incidente probatorio venga esteso l’esame a tutte le componenti meccaniche ed elettriche della funivia – spiega Da Prato – è coerente che vengano inclusi anche i supporti hardware”.

La tragedia del Mottarone un mese dopo, tutte le domande ancora senza risposta

“Mai avallato i forchettoni”

Perocchio si è sempre dichiarato estraneo alla pratica dell’uso dei forchettoni per bloccare i freni per aggirare un problema al sistema frenante, ammessa anche davanti al gip dal caposervizio Gabriele Tadini. Il direttore di esercizio aveva definito “scellerata la decisione di usare i forchettoni” negando di esserne mai stato informato: «Non avrei mai avallato quella scelta”, aveva spiegato al gip. “Le reali circostanze che hanno determinato la rottura della fune vanno accertate in maniera seria e rigorosa”, conclude il suo legale.



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