Suicida in carcere McAfee, l’inventore del software antivirus

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L’uomo che ci ha risolto un mare di guai non ha resistito a un grosso guaio con la giustizia: John McAfee, l’inventore del sistema antivirus installato sui computer di tutto il mondo quando il mondo ha inziato ad avere un computer, si è tolto la vita oggi in un carcere di Barcellona per evitare l’estradizione negli Stati Uniti. Era accusato di evasione fiscale.

L’Alta Corte spagnola ne aveva appena autorizzato l’estradizione, ma a 75 anni McAfee non se l’è sentita di affrontare un epilogo che non sopportava. Arrestato all’aeroporto di Barcellona nell’ottobre 2020, all’udienza di estradizione aveva detto chiaro come la pensava: le accuse contro di lui erano motivate politicamente. Avrebbe ancora potuto presentare ricorso contro la decisione del tribunale spagnolo, ma evidentemente non aveva più voglia di combattere.

Evasione fiscale, arrestato in Spagna il re degli antivirus McAfee

Secondo McAfee, i suoi guai fiscali nascevano dall’offerta, rifiutata, di candidarsi nuovamente alle Presidenziali statunitensi del 2020. Per il procuratore spagnolo Carlos Bautista, invece, McAfee era solo un evasore fiscale, altro che motivazioni politiche: il Libertarian Party in cui voleva candidarsi, d’altronde, raramente ottiene più dell’1% dei voti alle elezioni statunitensi.

I pubblici ministeri federali degli Stati Uniti lo avevano messo sotto accusa lo scorso ottobre per aver evaso le tasse e per avere volontariamente omesso di presentare le dichiarazioni dei redditi. Poco prima la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti aveva annunciato di avere intentato una causa civile contro McAfee contestandogli più di 23 milioni di dollari di redditi omessi attraverso una serie di manovre su criptovalute con dichiarazioni “false e fuorvianti”.

Il tribunale spagnolo ne aveva autorizzato l’estradizione perché rispondesse delle accuse relative alle dichiarazioni dei redditi dal 2016 al 2018, ma McAfee si è ucciso senza neppure provare a percorrere la via di un ricorso, impervio, contro la sentenza spagnola.

Il gioiello di McAfee, quell’azienda creata nel 1987 per l’analisi delle reti informatiche, aveva cominciato a brillare ovunque dal 1997, quando aveva acquisito gli strumenti per lavorare al motore del suo sistema antivirus. Combattere il nemico giurato della rete digitale mondiale, i virus che già in quell’era pionieristica iniziavano a imperversare, si era rivelata una miniera d’oro: il suo antivirus nel Duemila aveva già 50 milioni di utenti registrati. Nel 2010 il colosso Intel ne aveva messo nero su bianco l’entità acquistando la società per 7,8 miliardi di dollari.

Ma la sua vita era stata una vera e propria odissea tra sesso, droga e prostitute. La notte del 21 novembre 2012 il cadavere del cinquantaduenne Gregory Faull viene ritrovato in una pozza di sangue nella sua casa di San Pedro, in Belize, dove si era trasferito dopo il divorzio. A ucciderlo e’ stato un proiettile da 9 mm il cui bossolo viene trovato vicino al corpo. Il suo telefono e il suo computer sono spariti ma non ci sono segni di effrazione. Due giorni prima aveva avuto l’ultima di una serie di liti furibonde con il suo vicino, un ingegnere informatico che, nonostante l’eta’ avanzata, trascorreva le sue giornate tra rumorosi party a base di droga e giovanissime prostitute. I poliziotti lo cercano per interrogarlo ma John McAfee e’ gia’ riuscito a scappare.

Un mese dopo lo ritrovano in Guatemala, dove viene arrestato per immigrazione clandestina. Per evitare di essere deportato in Belize finge un attacco cardiaco. Nessun capo d’accusa formale viene presentato contro di lui in relazione alla misteriosa morte di Faull ed e’ ricercato solo come persona informata sui fatti, viene poi chiarito. Ai giornalisti racconta di essere fuggito perche’ temeva che il governo del Belize lo volesse morto. Il suo rapporto con le autorita’ dello stato latinoamericano dove si era trasferito nel 2008, dopo aver perso quasi tutto il suo patrimonio a causa della crisi finanziaria, in effetti era sempre stato difficile.

Alcuni mesi prima avevano smantellato il laboratorio dove fabbricava antibiotici sostenendo che, in realta’, vi producesse anfetamine. Ad ogni modo, niente di illegale era stato trovato nella struttura. E i contrasti sembravano essere stati archiviati: il sindaco di San Pedro lo aveva pure ringraziato quando l’8 novembre 2012, in conferenza stampa, McAfee aveva regalato alla polizia locale 40 pistole stordenti, manette e manganelli come personale contributo alla lotta al crimine che funestava l’industria turistica del Belize.

In Guatemala McAfee trova un avvocato che blocca il suo trasferimento in Belize. L’informatico viene deportato a Miami dove in un ristorante incontra la sua futura moglie, Janice Dyson, un’ex prostituta. La coppia si trasferisce prima a Portland, Oregon, e poi a Lexington, in Tennessee.
 

McAfee sembra finalmente aver trovato la pace dopo una vita travagliata segnata dagli stravizi. Prova a correre senza successo alle primarie del Partito Libertario per candidarsi alla presidenza Usa e torna a uno dei suoi vecchi amori, il mondo delle criptovalute. Nel mondo dell’informatica, McAfee era una leggenda. Le richieste di consulenze fioccano. I 23,1 milioni di dollari guadagnati, con consigli ritenuti per giunta fraudolenti, mancano pero’ all’appello del fisco.

E il 5 ottobre 2020, incriminato dal dipartimento di Giustizia, McAfee parte per l’ultima fuga, direzione Istanbul, ma viene fermato dalla polizia spagnola all’aeroporto di Barcellona in attesa di essere estradato negli Stati Uniti, dove rischia fino a cinque anni di detenzione. Oggi il suicidio, che ha messo fine alla sua vita.

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