Superbonus, il governo studia la proroga per i condomini. Detrazioni a quota 76,1 miliardi

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MILANO – Il governo studia una proroga del Superbonus anche per i condomini. Come anticipato nei giorni scorsi da Repubblica, allo studio dell’esecutivo ci sarebbe una proroga di almeno tre mesi per garantire l’agevolazione ai condomini che non avranno terminato i lavori entro fine anno. La proroga, che estenderebbe ai primi tre mesi del 2024 la possibilità di usare l’agevolazione in scadenza quest’anno, sarebbe comunque vincolata al raggiungimento di una certa soglia di avanzamento dei lavori, che potrebbe aggirarsi intorno al 60-70%. Il superbonus, che nel 2023 è sceso al 90%, è rimasto al 110% solo per i condomini che avevano approvato i lavori e presentato la Cila entro novembre del 2022.

Intanto sul tema  è tornato anche il governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco: “Ci sono stati interventi necessari durante la pandemia ma non possono essere strumenti permanenti in atto nel tempo da mantenere. Il superbonus doveva finire presto, il fatto che sia cresciuto e c’erano meccanismi un pò strani lo abbiamo detto noi ma anche l’ufficio del bilancio”, ha detto intervenendo a un evento Ispi.

Sale intanto ancora il computo degli investimenti che danno diritto a detrazioni fiscali legate al Superbonus 110%. Nell’aggiornamento mensile dell’Enea si legge che alla fine di agosto il totale degli investimenti legati ai lavori di efficientamento energetico e anti-sismici hanno raggiunto gli 86,3 miliardi.

Di questi, 85 miliardi sono ammessi a detrazione e gli sconti fiscali maturati per lavori già conclusi hanno superato quota 76 miliardi. Se si prende l’analogo rapporto di fine dicembre 2022, si legge che le detrazioni maturate per lavori conclusi erano di 51,3 miliardi e ciò significa che in otto mesi sono salite di quasi 25 miliardi. 

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Il problema del governo è che, nonostante i tagli all’aliquota della detrazione (passata dal 110 al 90% di quest’anno e indirizzata al 70% dal prossimo) e lo stop alle operazioni di cessione dei crediti, c’è un magazzino di Cilas presentate nei tempi previsti per sfruttare ancora la detrazione piena e che si sta scaricando pian piano nei conti tracciati dall’Enea. 

I conti li ha recentemente sciorinati il sottosegretario al Mef, Federico Freni: ad oggi, ha spiegato, “abbiamo pagato 21 miliardi e abbiamo un conto da pagare di 109 miliardi, quando verranno portati in compensazione” i crediti maturati per i lavori. “La cassa si è aggravata moltissimo, e anche il deficit”. Parlando lunedì pomeriggio a SkyTg24 aveva aggiunto: “Nei cassetti dell’Agenzia delle Entrate ci sono ad oggi 142 miliardi di crediti ceduti, non tutti utilizzati. Di questi, 12 sono frodi. Ne rimangono 130: ad oggi ne sono stati portati in compensazione 21. Ne rimangono 109 da portare in compensazione. Questi 109 aumentano di 3,5 miliardi al mese”.

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Ecco perché sul tavolo ci sono alcune opzioni per fermare questa emorragia. La più quotata è di restringere ulteriormente i paletti per i beneficiari nel 2024, garantendo la detrazione fiscale solo ai redditi bassi. Nel caso delle villette, ad esempio, l’estensione al 2023 con aliquota al 90% è stata assicurata solo in caso di reddito familiare entro i 15mila euro. E c’è poi da risolvere anche la situazione dei condomini che rischiano di restare sospesi: quelli che hanno presentato per tempo le carte per l’avvio dei lavori, ma sono in ritardo con i cantieri e i pagamenti relativi all’avanzamento degli interventi. Per questi, dal 2024 l’agevolazione scenderà al 70% aprendo a possibili gravi difficoltà per famiglie e imprese. Per costoro si pensa a un allungamento di tre mesi per sfruttare ancora le vecchie aliquote di sconto, ma solo in caso di lavori arrivati a un significativo avanzamento, intorno al 70%. 

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