Un occhio al Quirinale, l’altro alle urne del centro storico. Leader e parlamentari si incontrano, trattano per l’elezione del Presidente della Repubblica. Ma guardano anche alle Suppletive che domani indicheranno il nome del deputato destinato a prendere lo scranno lasciato vacante alla Camera dal sindaco Roberto Gualtieri. Un test in vista delle consultazioni per eleggere il capo dello Stato.
Si vota dalle 7 alle 23, senza il bisogno di mostrare il Green Pass e con lo spettro dell’astensionismo a rendere meno prevedibile l’esito di un match in altre occasioni dato per scontato. Il collegio Roma 1, tradizionalmente fortino del centrosinistra, questa volta è ballerino. Certo, può spostare gli equilibri la foto dell’ex magistrata e consigliera capitolina Simonetta Matone con Mauro Antonini, storico militante di CasaPound, pubblicata ieri su queste pagine. Ma la candidata leghista, sostenuta dal centrodestra, non lascia comunque sereni i vertici del Pd.
Il Nazareno ha puntato tutto su Cecilia D’Elia. Il segretario Enrico Letta e il suo predecessore, il governatore Nicola Zingaretti, si sono spesi in prima persona per la responsabile delle donne dem. Ieri, senza contare le telefonate e le mail, le chat piddine sono diventate un frullatore di inviti al voto. Segno che la scarsissima affluenza pronosticata alle urne impensierisce il Nazareno.
“Vince chi vota”, dicono deputati e senatori. Traduzione: la spunterà chi riuscirà a convincere più elettori, portandoli al seggio sfidando Covid, freddo e la prospettiva di una sfida che non vede schierati big. Le piste che portavano alla candidatura dello stesso Zingaretti e di Giuseppe Conte, ex premier grillino, sono tramontate in fretta.
Spazio, dunque, a una sfida al femminile. Un testa a testa in cui alla fine potrebbe rivelarsi decisivo il peso di Italia Viva. I renziani schierano Valerio Casini, consigliere comunale eletto tra le fila della lista civica Calenda. La sua candidatura – buono il bottino di preferenze conquistato alle ultime Comunali – rischia di incidere sul risultato degli altri due competitor. In particolare su quello di Cecilia D’Elia, si teme tra i dem capitolini.
A completare la rosa degli aspiranti onorevoli con il suo progetto civico c’è Lorenzo Vanni, proprietario dell’omonimo e stranoto caffè del quartiere Prati. “Avrà i voti del partito della Rai”, si scherza da giorni in Transatlantico. Per Potere al Popolo, invece, corre la giovane ingegnera Beatrice Gamberini. A 31 anni si presenta con un obiettivo preciso: “Non regaliamo un altro deputato al governo Draghi”. Già, perché domani in palio c’è un voto in più da giocarsi nell’elezione del prossimo presidente della Repubblica.
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