Svizzera, i supermercati Aldi portano il salario minimo a 5000 euro: “Vogliamo che i nostri dipendenti non abbiano problemi economici”

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È un bel regalo di Natale quello che la catena della grande distribuzione Aldi fa ai dipendenti della propria filiale svizzera, ai quali ha annunciato che, dal primo gennaio, riceveranno un salario minimo di 4700 franchi per 13 mesi. Ovvero circa 5000 euro, al cambio odierno con la moneta unica. Una decisione, quella dei vertici di Aldi, conseguente all’aumento del costo della vita che, si situa, nella Confederazione, intorno all’1%. Ma, anche, come ha dichiarato Jérôme Meyer, direttore generale di Aldi svizzera, “un riconoscimento per “l’impegno eccezionale fornito, ogni giorno, dai nostri collaboratori”. I quali, oltre all’aumento del salario minimo, riceveranno un premio e dei buoni acquisto. Inoltre, gli apprendisti che lavorano presso gli oltre 300 punti vendita del colosso tedesco, avranno diritto a un abbonamento gratuito per il loro telefono cellulare. “Vogliamo assicurarci che il nostro personale non abbia problemi economici”, ha detto ancora Meyer.

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Le scelte dei cantoni e dei comuni

Da rilevare che, anche Migros e Coop, due dei principali rivali di Aldi, hanno aumentato sensibilmente il salario minimo dei loro dipendenti. Ciononostante, in Svizzera non esiste un salario minimo a livello federale, bensì questo tipo di retribuzione è a discrezione dei cantoni e dei comuni. Anche se il Tribunale Federale ha stabilito che “il salario minimo è uno strumento legittimo contro la lotta alla povertà”. Fatto sta che, finora esiste nelle città di Zurigo, Basilea e Winterthur, oltre che nei cantoni di Neuchâtel, Giura, Ginevra e Ticino. Significativo è il caso del Cantone italofono, confrontato con la concorrenza, sul mercato del lavoro, di oltre 77 mila frontalieri italiani e con ripetuti casi di dumping salariale.

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Ebbene, nel dicembre del 2019, il legislativo ticinese aveva approvato l’introduzione di un salario minimo cantonale di 20.25 franchi l’ora. Per aggirarlo la Lega, principale partito di Governo del Ticino, aveva favorito la nascita di un sindacato “giallo”, denominato Tisin, che aveva trovato ospitalità in un’associazione padronale creata ad hoc e denominata Ticino Manufactoring, con la quale aveva sottoscritto dei contratti collettivi di lavoro, sotto la soglia del salario minimo. L’operazione, tuttavia, non era andata a buon fine, grazie all’intervento dell’Ispettorato del Lavoro.

Obiettivo: salario minimo in tutto il Paese

Per dire come, pure in Svizzera, il cammino del salario minimo sia irto di ostacoli. Soprattutto nei cantoni di confine, dove c’è chi non ha remore a sfruttare, in alcuni settori quali quelli del commercio al dettaglio, personale frontaliero, disposto ad accettare livelli di stipendio con i quali sarebbe impossibile vivere, dignitosamente, in Svizzera. Dove, come detto, il salario minimo rimane facoltativo. Ora il Partito Socialista vorrebbe renderlo obbligatorio in tutto il Paese, partendo da una base di 5000 franchi mensili. Quindi maggiore di quello che, da inizio 2024, verrà introdotto da Aldi. “Ogni lavoro merita un salario decente”, gli fa eco Unia, il principale sindacato svizzero.

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