MILANO – Dopo mesi di navigazione serena e stabile, con la “volatilità” (ovvero la ‘variabilità’ di un’attività finanziaria, che in fin dei conti ne misura l’incertezza) ai minimi da sette anni, Bitcoin&Co. sono tornati a metter la prua controvento.
L’ultimo colpo alla stabilità della regina delle valute digitali l’ha dato Elon Musk: venerdì il Wall Street Journal ha riportato i risultati della sua impresa cosmica SpaceX, rivelando tra le altre cose – senza indicare una tempistica precisa – che ha liquidato il suo cripto-portafoglio, ma dopo averlo svalutato per 373 milioni. Il Bitcoin, già reduce da una debacle, ha perso intorno al 5% per posizionarsi sui 26mila dollari.
Più volte Musk ha agito da pifferaio magico per il mondo delle valute digitali, con tweet come quello che smarcava Tesla dall’accettare cripto-pagamenti in Bitcoin per ragioni ambientali (con effetti chiaramente dannosi sulle quotazioni) o quelli che hanno fatto partire a razzo il memecoin Doge. Ma questa volta il movimento viene da più lontano.
Molto riguarda il nuovo clima che si respira tra gli investitori. Sia la Bce che la Federal Reserve americana hanno per ora mantenuto un approccio di politica monetaria rigida a questa fase di inflazione che inizia a discendere (ieri Eurostat ha confermato un calo dello 0,1% mensile a luglio). I banchieri decideranno eventuali prossimi rialzi dei tassi di volta in volta. Ma se anche il picco è vicino, è il ragionamento nelle sale operative, non ci sono indizi perché si scenda presto da questi livelli di costo del denaro. “Sembra che si stia verificando una vera e propria rottura rispetto al periodo post-crisi finanziaria, quando i tassi sono stati mantenuti bassi per così tanto tempo”, ha spiegato lo strategist di Deutsche Bank, Alan Ruskin, al Financial Times.
“I mercati azionari tradizionali sono stati molto deboli nell’ultima settimana, con un sell-off sulle azioni tecnologiche”, ha ricordato alla Bloomberg Shiliang Tang, a capo degli investimenti della LedgerPrime, per dire che è un mal comune. Aggiungiamo “i rendimenti dei titoli di Stato americani decennali che hanno raggiunto nuovi massimi” (in settimana hanno toccato il picco dal 2007, ritracciando leggermente venerdì); “il dollaro che si sta è rafforzato”; “la situazione del credito in Cina, con i dati economici così deboli” e abbiamo così un bel menu di elementi negativi per gli asset più rischiosi, quali le cripto.
Sta di fatto che l’ultima fase è stata difficile per tutto il mondo digitale. L’indice delle 100 monete più importanti ha perso il 6%, un simile flusso di vendita di Bitcoin non si vedeva in una sola giornata dal giugno 2022: Hani Abuagla, senior market analyst di XTB, scrive che sono state chiuse posizioni per 1 miliardo di dollari. Certo, la regina delle cripto ha recuperato dopo il 2022 horribilis degli scandali e delle bancarotte: l’anno scorso aveva perso il 64%, da inizio 2023 presenta ancora un bilancio invidiabile del +60%. Secondo gli analisti siamo prossimi a un livello di prezzo importante, i 25mila dollari, sotto i quali potrebbero scattare nuove vendite.
Come sempre, le questioni regolatorie si intrecciano coi destini delle cripto. Xerp, il token di Ripple Labs, sta pagando caro in questi giorni il fatto che la Sec potrà appellarsi alla sentenza di una giudice federale secondo la quale non si tratta un titolo venduto al pubblico, come invece sostiene l’autorità che richiede multe e irrigidimenti del caso: ora la Sec potrà tornare alla carica. Una spinta potrebbe arrivare dall’attesa approvazione degli Etf sul Bitcoin: la richiesta presentata da BlackRock a metà giugno generò gran fermento. Per il momento, l’Autorità ha preso tempo sul dossier Ark-21Shares, altre case che hanno chiesto di quotare un prodotto. Ma potrebbe arrivare da qui una scossa in positivo.
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