L’american season del tennis è dunque cominciata. E, tanto per darci il buongiorno, potrebbe offrirci subito un inedito menu. Dunque: dopo settecentocinquantatrè partite giocate, e mai uno scontro diretto tra loro due, l’incredibile percentuale statistica (interessante per gli amanti dei numeri), potrebbe crollare proprio oggi.
Matteo Berrettini versus Jannik Sinner. Il finalista (nel 2021) e il semifinalista (poche settimane fa) di Wimbledon. Le due punte azzurre. Già, potremmo finalmente vederli l’uno contro l’altro. Il condizionale è doveroso, semplicemente per rispetto a Gregoire Barrere, francese di 29 anni che Matteo affronterà oggi (18.30), naturalmente da favorito, nel primo turno del Masters 1000 di Toronto dove ci sono tutti i top player tranne Novak Djokovic. Ebbene, in caso di vittoria, ecco la sfida che l’Italia tennistica attende con curiosità da tempo.
Finora li abbiamo visti giocare solo insieme, in doppio, in Coppa Davis (dove peraltro speriamo di rivederli ancora, dopo aver sfiorato la finale l’anno scorso). In Canada comincia l’operazione US Open, e va detto che c’è chi lo fa cercando certezze (Berrettini, appunto) e chi conferme (Sinner). Proprio quest’ultimo è apparso d’ottimo umore, costringendo Darren Cahill (Simone Vagnozzi li raggiunge a giorni) a molte flessioni per via della scommessa in allenamento sul servizio: più scatole colpite, più flessioni. Per non parlare del pallone da football americano usato per centrare un canestro improvvisato.
Per l’altoatesino le statistiche di rendimento restano altissime, come ha ricordato recentemente proprio coach Vagnozzi: Jannick è il quarto, dietro Alcaraz, Djokovic e Medvedev. “Eppure vedo che c’è qualche critica continua, che qualche volta mi sembra gratuita, se posso usare un eufemismo”. Sarà, forse, che Sinner ha talmente abituato bene gli appassionati che le aspettative sono sempre altissime. “Eppure una semifinale a Wimbledon, finale a Miami, semifinale a Indian Wells e Montecarlo e lasciamo stare i quarti di finale, non sembrano un cammino da incubo. Ma, come detto più volte, il viaggio di Jannik è in progress: bisogna guardare oltre il proprio naso”.
Dunque, il primo test americano sarà analizzato al microscopio, se davvero sarà il derby azzurro: due tennisti che più diversi non potrebbero essere e, oggettivamente, entrambi stridono con quella che è stata da sempre la tradizione della scuola tennistica italiana: Berrettini è mister Bum Bum, Sinner è un attaccante da fondo campo. Entrambi stanno cercando di evolversi, soprattutto il secondo. Sarà (se sarà) un servizio contro risposta, potenza contro resilienza. Un canovaccio affascinante, uno spettacolo assolutamente da non perdersi. In diretta, giusto per dirlo, su Sky.
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