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Tim, Labriola a Palazzo Chigi: il titolo sale sulle voci di Opa

MILANO – Il titolo Tim ieri ha guadagnato un altro 1,54% fino a 0,21 euro, ormai in rialzo di quasi il 30% dal punto di minimo toccato lo scorso 13 ottobre a 0,16. Un rimbalzo da attribuire alle voci di una nuova operazione sul capitale che hanno cominciato a diffondersi con l’insediamento del governo Meloni. Nel bel mezzo dell’estate, infatti, il responsabile economico di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, aveva annunciato il piano Minerva.

Secondo questo progetto la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) avrebbe dovuto prendere in mano la partita e lanciare un’Opa su Tim, per toglierla dal mercato e procedere a fondere la rete con Open Fiber ma vendendo tutto il resto. In pratica il piano Minerva raggiunge lo stesso obbiettivo che stanno cercando di ottenere Cdp e Vivendi ma senza passare da una vendita della rete. Il piano ha però fin da subito incontrato un ostacolo: Cdp non muore dalla voglia di sborsare soldi e accollarsi debiti per prendersi tutta Tim, anche per poco tempo.

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Così facendo, infatti, rischia di finire sotto i riflettori di Eurostat che potrebbe classificare questa operazione facendola ricadere nell’ambito del debito pubblico (Cdp è controllata all’85% dal Mef). Una contestazione simile è stata rivolta in gran segreto nei mesi scorsi da Banca d’Italia a Cdp per l’acquisto di Aspi (Autostrade), insieme ai fondi Blackstone e Macquarie. Ma per il momento il caso è rimasto confinato nelle stanze romane.

L’unica cosa certa è che c’è molto attivismo dietro le quinte e l’ad di Tim Pietro Labriola sta vagliando tutte le opzioni possibili. Ieri ha varcato il portone di Palazzo Chigi per incontrare lo staff di Meloni e forse Butti, che nel frattempo è diventato sottosegretario all’Innovazione. Labriola si sta appoggiando a Marco Patuano, ex ad di Telecom e oggi senior advisor di Nomura, per cercare di mettere insieme i pezzi. L’idea che stanno accarezzando è quella di promuovere un’Opa tutti insieme, cioé Cdp, Vivendi, il fondo Kkr che l’aveva già annunciata quasi un anno fa ma senza successo, il fondo Macquarie già presente in Open Fiber. Per poi procedere fuori dal mercato a eseguire lo spezzatino.

Intanto il cda del 9 novembre dovrà recepire i conti del terzo trimestre e decidere come sostituire il consigliere Luca De Meo. La cooptazione di Massimo Sarmi, spinto dal ministro Giancarlo Giorgetti e da Vivendi, per andare a sostituire il presidente Salvatore Rossi, non è per nulla sicura. Inoltre il cda potrebbe esaminare in dettaglio l’indagine interna condotta nei mesi scorsi sul contratto con Dazn e su alcune irregolarità legate all’acquisto e alla rivendita di decoder da parte del Gruppo Distribuzione. Analisi che potrebbe anche portare alla richiesta di un’azione di responsabilità verso il precedente cda.



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